CULTURA

LA GRANDE ABBUFFATA: UN’ORGIA EROTICO-GASTRONOMICA DI MARCO FERRERI

La grande abbuffata (Le grande bouffe) è un film del 1973 di Marco Ferreri, di genere grottesco. Il film franco-italiano venne presentato al 26° Festival di Cannes, dove trovò una forte opposizione da parte della critica. Ferretti racchiude in questo film quattro grandi divi del cinema italiano e francese: Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Philippe Noiret, Michel Piccoli. L’intera trama si svolge all’interno di una villa parigina che fu dimora, nell’attuale rue Boileau, del celebre scrittore settecentesco Nicolas Boileau, detto il legislatore di Parnaso. Quattro storici amici, decidono di trascorrere gli ultimi giorni della loro vita, ‘’abbuffandosi’’ di piaceri primordiali: cibo e sesso. Stanchi delle loro vite inappagate, tristi e noiose, decidono di suicidarsi mangiando fino alla morte.

Dei quattro amici, il primo presentato è Ugo, grande chef e proprietario del ristorante Le biscuit a Soup , seguito da Michel produttore televisivo, da Marcello pilota dell’Alitalia e tomber des femmes  del gruppo. L’ultimo è Philippe, un magistrato che vive ancora con la sua balia d’infanzia, con la quale ha un rapporto morboso che va al di là del legame convenzionale. Quattro personaggi dalle personalità opposte, accomunati solamente dal desiderio di porre fine ad una vita inesaudita.

Schermata 2017-05-19 alle 15.17.43Durante la prima cena, Marcello e Ugo fanno ‘’a gara di ostriche’’, mentre visualizzano insieme agli altri due, sulla parete del soggiorno, la proiezione di alcune opere, tra cui La pietà di Michelangelo e delle immagini artistiche di nudo. La tavolata ricolma di ostriche, potrebbe essere  un richiamo al quadro dell’artista francese De Troy Pranzo a base di ostriche, del 1735.

Schermata 2017-05-19 alle 15.21.15Si alternano scene di eleganza e cultura a scene grottesche; fin da subito prendono consapevolezza di non poter morire senza la compagnia del gentil sesso, così si decide di organizzare la cena successiva, invitando delle prostitute. Marcello dice: << Dovreste fare un menù speciale, per esempio, cena offerta da quattro gentiluomini borgognoni a tre amabili puttane di Canterbury . >>

Alla cena successiva saranno presenti tre ‘’cortigiane’’ e Andrea, una maestra conosciuta poco prima casualmente, mentre con la propria scolaresca fa visita al ‘’famoso tiglio di Boileau’’ all’interno della villa. Andrea diventerà un personaggio chiave del film, intuendo  subito lo scopo dei quattro, decide di aiutarli nel loro intento, stabilendo un tacito accordo e decidendo di rimanere con loro fino alla morte. Marcello, è il primo a percepire la morte e spaventato cerca di andar via durante una tempesta di neve. Viene ritrovato morto congelato il giorno successivo a bordo di una vecchia Bugatti. Seguirà Michel, stremato da crisi meteoriche e dall’abbuffata. Ugo, il grande chef, morirà qualche ora più tardi. Si percepisce il tragico nel momento in cui Ugo sta preparando, consapevolmente, la sua ultima cena.

Philippe: << Perché metti le fettine di uova? >>

Ugo:<<Perché le uova, secondo i giudei, sono il simbolo della morte.>>

Schermata 2017-05-19 alle 15.22.51

L’ultimo a morire è il tenero e diabetico Philippe, dopo aver mangiato due torte.

L’intero film è una feroce critica alla società dei consumi e del benessere, condannata all’ autodistruzione. Eccessivo, scandaloso e volgare, le scene si susseguono sulle note romantiche delle musiche di Philippe Sarde. Attraverso il simbolismo di una società consumistica, caratterizzata dal vizio, il regista trasmette questo potente messaggio allo spettatore. Tra Eros e Thanatos,  tra scene grottesche, il meteorismo di Michel, l’esplosione del water indice degli eccessi orgiastico-culinari dei protagonisti, fino alle considerazioni di una prostituta disgustata ( <>)

Persino nell’ ultima scena, prevale il simbolo dello spreco della ‘’società delle gozzoviglie’’ votata all’ autodistruzione, quando vengono abbandonate in giardino grosse quantità di carne.

Fu una pellicola che creò scandalo e venne fortemente stroncata dalla critica. A seconda delle opinioni, il film venne definito come il film più ideologico di Ferreri (Adelio Ferrero), un monumento all’ edonismo (Luis Buñuel) e specchio delle verità come eccesso (Maurizio Grande).

Copyright foto copertina:

http://www.seigradirivista.it/rivista.php?id=45

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...