Donatien-Alphonse-François de Sade, conosciuto meglio come il marchese de Sade o il ‘’ divin marchese’’, fu un personaggio davvero unico, entrato nell’immaginario comune come il padre del sadismo e del libertinismo. Scrittore, filosofo, drammaturgo, poeta e criminale, scrisse numerose opere sulla natura umana e sul libertinismo più estremo, opere che successivamente saranno oggetto di studio di grandi menti da D’Annunzio, Lord Byron a Flaubert e ispirando anche molteplici film a registi come Pier Paolo Pasolini.
1 Era un conte e non un marchese
De Sade nacque da una famiglia aristocratica, una delle più antiche della Provenza. In realtà le documentazioni storiche sulla sua biografia riportano il titolo nobiliare di conte e non marchese, titolo quest’ultimo probabilmente datosi da sé, come marchese del libertinismo.
2 Un’antenata preziosa
De Sade annovera tra i suoi antenati la Laura cantata dal Petrarca nel Canzoniere. Laura de Noves, moglie di Hugues III de Sade e morta di peste nel 1348.
3 De Sade capitano
Partecipa alla Guerra dei Sette anni contro la Prussia, cosi, nel 1759 viene promosso al grado di capitano del reggimento di Borgogna. Neppure la vita militare pone un limite alle sue dissolutezze.
In una lettera allo zio scrive :
« Ogni mattina mi levavo per ricercare il piacere. Quest’idea mi faceva dimenticar tutto. Appena credevo di averlo trovato, mi stimavo felice, ma tale pretesa felicità svaniva con la rapidità dei miei desideri ed in me rimaneva nient’altro che rimpianto… capivo di aver torto, ma… il mattino seguente i desideri risorgevano, ed io di nuovo correvo al piacere. »
4 Il rapporto con la moglie
Nonostante le accuse per ogni tipo di nefandezza, dalla violenza sulle donne alla sessualità malata come la sodomia e una condotta sessuale illegale, mantenne sempre dei buoni rapporti con la moglie. A dimostrazione di ciò, vi è lo scambio di carteggi dalla prigione.
« Ciò che ha causato la mia sfortuna non è affatto il mio modo di pensare, bensì quello degli altri. »
(D.A.F. Sade, Lettera alla moglie, inizio novembre 1783)
5 Il pensiero politico di de Sade
Dopo il pensiero filosofico in cui de Sade considera tutti gli uomini uguali di fronte alla grande ‘’legge naturale’’, dove nessuna persona ha il diritto di ‘’non’’ essere sacrificata in nome della conservazione altrui, tra l’egoismo integrale e l’ateismo preponderante ( << l’idea di Dio è il sol male che non riesco a perdonare agli uomini>>) vi è anche un pensiero politico. Egli condanna il potere, la nobiltà, la religione, lo schiavismo, lo Stato, la morale sessuale e famigliare e tutte le consuetudini del suo tempo, esaltando unicamente il libertinismo, proclamandosi repubblicano, individualista e, al tempo stesso, socialista.
6 De Sade e l’amore
Il ‘’divin marchese’’, strano a dirsi, conobbe l’amore, quello vero e spirituale. Si innamorò una sola volta nell’arco di tutta la sua vita e di una monaca. Alcune lettere scoperte da Maurice Lever, biografo di de Sade, rivelano la storia con Anne-Prospère de Launay, una giovane di 17 anni promessa a Dio. Era una badessa benedettina ma per uno come de Sade questo non era sufficiente. La ragazza era anche sua cognata, sorella della moglie Renée-Pélagie, fedele e complice. Agli occhi del marchese, la cognata era la purezza destinata alla perdizione, la ‘’ caduta dell’angelo’’ tipica ossessione sadiana.
Lettera a de Sade da parte della cognata
«Io giuro al marchese de Sade, mio amante, di appartenergli per sempre, di rinunciare per sempre al matrimonio, di non darmi mai ad altri, di essergli fedelmente legata fintanto che il sangue, con il quale firmo questa lettera, scorrerà nelle mie vene… Gli sacrifico la mia vita con lo stesso ardore con il quale gli ho fatto dono della mia verginità… Voglio vivere eternamente con lui…».
Lettera di De Sade alla cognata
<< Devi credermi, mio caro amore: io ti adoro>>
7 L’opera nascosta
Durante la lunga prigionia alla Bastiglia, scrisse quello che lui definì << il racconto più impuro che sia mai stato scritto al mondo». Il titolo dell’opera è 120 giornati di Sodoma, nel quale vengono descritti abusi sessuali, orge, stupri e bestialità di ogni genere. De Sade nascose l’opera nella sua cella e morì con la convinzione che fosse andata perduta durante l’incendio che seguì la presa della Bastiglia il 14 luglio 1789. Invece, l’opera sopravvisse alla Rivoluzione Francese per giungere fino a noi. Bruno Racine, alto funzionario e scrittore francese, convinse nel 2014 il governo francese ad acquistare l’opera per 5 milioni di euro.
8 Padre dei sadismo
La sua vita, i suoi comportamenti trasgressivi e perversi, descritti egregiamente nei suoi romanzi, fanno sì che il suo nome sia all’origine del termine sadismo.
9 Opere erotiche e grandi menti
Le sue opere, sconosciute fino al secolo scorso, poiché oscurate dai contemporanei a causa del contenuto scandaloso, furono oggetto di studio e di ispirazione per grandi menti protagoniste del romanticismo, decadentismo e surrealismo e poi, ancora, Flaubert, Lord Byron, D’annunzio e Dostoevskij.
Molti film sono stati prodotti sulla vita e le opere del divin marchese, ispirando registi come Pier Paolo Pasolini.
10 Morte e anonimato
Muore nel 1814 , dopo una vita trascorsa da prigioniero, vecchio, solo e malato. Nelle sue ultime volontà chiese di esser sepolto senza alcun segno di riconoscimento nella profondità della foresta nella sua proprietà di Malmaison presso Epernon . Le sue ultime volontà, però, vennero ignorate e de Sade venne sepolto nel cimitero di Charenton, sotto una croce cristiana.
Copyright foto copertina:
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