ATTUALITÀ

VOGLIO L’HIV

Fare sesso, consapevolmente, senza profilattico e con persone sieropositive.

Si chiama bugcashing ed è l’inquietante tendenza che da qualche anno a questa parte sta prendendo piede, in particolare nella comunità gay, e che porta centinaia di uomini a chiedere, attraverso la rete, di essere contagiati dal virus dell’Hiv.

Secondo i dati, nei Paesi industrializzati, il numero degli aspiranti bugcasher, sarebbe in continuo aumento, raggiungendo le punte più alte negli Stati Uniti.

Infatti, circolando per il web ed inserendo su di un qualsiasi motore di ricerca la parola bugcashing, è molto facile imbattersi in siti nei quali vi sono “donatori”( così si fanno chiamare i membri di queste comunità Hiv positivi ndr) che si mettono a disposizione di chi desidera essere contagiato.

Cercando di fare una stima approssimativa, si può constatare come la maggior parte dei richiedenti contagio, risultano essere giovanissimi, con un’età media che va dai 22 ai 25 anni.

Trai i siti di bugcashing più noti vi sono Bug casher personal, ormai oscurato dalle forze dell’ordine, e Tribes, ma molte altre sono le piazze virtuali nelle quali è possibile richiedere il contagio.

Appena proviamo ad accedere su uno di questi portali, nella home ci compare un eloquente avviso: “ Questo è un gruppo per soli uomini che donano regali e per chi è alla ricerca di bug( il virus dell’Hiv ndr).  E’ un luogo che permette la connessione e la fratellanza tra persone POZ(Hiv positive ndr) che aiutano a condividere il dono dell’Hiv, e persone ancora negative. I minori non sono ammessi e se non si è favorevoli alla mentalità di questo gruppo, si prega di non aderirvi”.

Dopo aver letto con attenzione quanto scritto e cliccato sul tasto “entra”, proseguiamo con l’esplorazione del sito.

La prima cosa che salta subito all’occhio è che non sono pochi gli utenti attivi.

Infatti, circa 275 persone risultano essere presenti e pronte, non solo a dispensare consigli ma soprattutto doni.

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Molti dei membri mettono a corredo dei propri profili nei quali, alle volte, compaiono anche i volti, foto dei loro genitali, dato che nella mentalità dei bugcasher, il pene, organo in grado di dispensare il “dono”, non solo va idolatrato ma anche messo in mostra.

Questa modalità di “presentazione” risulta essere molto apprezzata anche dagli utenti che desiderano farsi contagiare, visto che in questo modo potranno scegliere le caratteristiche anatomiche di coloro che li aiuteranno a realizzare quello che al momento è il loro più grande desiderio.

Nonostante ci si possa illudere che la maggior parte degli utenti di questi siti si limitino a chiacchierate informative o a semplici conversazioni a sfondo erotico restando, invece, sempre sul vago per quanto riguarda un reale incontro avente come finalità il contagio, si può subito notare, leggendo i messaggi lasciati nella bacheca pubblica, che il loro scopo è quello di passare subito all’azione.

Infatti, tra le aree più attive del sito, vi è quella in cui vi sono i topic degli utenti.

Tra i messaggi di Harry, Aaron e Ron, ad attirare la nostra attenzione vi è il post di Cal, il quale, con orgoglio, racconta di essersi recato in una discoteca di New York e di aver fatto sesso, senza profilattico, con oltre 10 persone, nell’arco di poche ore.

Cal parla di come, al termine di questa maratona, sia tornato a casa soddisfatto, perché in cuor suo sentiva di aver realizzato il tanto agognato desiderio: diventare sieropositivo.

A stupire di più, però, è il leggere l’alto numero di utenti che si complimentano con Cal e che non si limitano a domandargli l’indirizzo della discoteca, ma gli chiedono anche le generalità dei bugcasher lì presenti.

Sarà lo stesso Cal, alcune settimane dopo, a comunicare ai suoi amici virtuali di come, dopo la sfrenata notte, sia stato colpito da un’influenza durata oltre 20 giorni, concludendo il suo topic con un sibillino: “sento che il mio sogno si è finalmente avverato”.

Anche in questo caso, sono in molti ad esprimere gioia e a porgergli i propri auguri ma, un utente un po’ più cauto lo invita, comunque, a non cantare vittoria troppo presto, dato che per avere la certezza del contagio dovrà aspettare almeno 3 mesi.

Ed effettivamente l’impavido Cal, alcuni mesi dopo, torna a scrivere sul forum, annunciando agli altri che il tanto atteso test ha dato esito negativo.

Gli “amici” gli offrono subito supporto, dispensando previsioni e frasi di circostanza come: “ devi continuare a provarci, ne sono sicuro, la prossima volta sarai POZ” e continuando con naturalezza a fantasticare di un mondo con più sieropositivi.

Il caso di Cal, però, non è isolato. Infatti, sono molti gli utenti del sito che affermano di essere disposti persino a viaggiare da uno stato all’altro, pur di donare quanto di più importante hanno.

Altri, invece, sfoggiano con orgoglio sul proprio profilo, quasi come una medaglia al valore, foto dei loro genitali, ormai colpiti dalla malattia.

Per quanto si possa pensare che il bugcashing sia un fenomeno squisitamente anglosassone, sono in molti in Italia, a praticare questa pericolosa attività sessuale, al punto da attira anche l’attenzione della polizia postale.

Infatti, sono stati tanti i siti fatti oscurare dalla procura, poiché ritenuti potenzialmente pericolosi, anche se questo non ha frenato l’intraprendenza di quanti, attraverso blog, discoteche e night, si sono fatti promotori dei cosiddetti barebacking party, ossia di serate a tema nelle quali l’uso del preservativo è vietato in modo da facilitare il contagio tra i proprio ospiti.

Ma quali sono le motivazioni alla base del bugcashing? come si è passati dallo stigmatizzare il malato di Hiv, al quale, nel periodo di massima diffusione della malattia, veniva persino vietato, in caso di morte, di ricevere funerali in chiesa, sino al considerarlo un vero e proprio eroe dispensatore di “doni”?

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Secondo la psicoanalisi di stampo freudiano, nell’uomo, sarebbe insito un vero e proprio istinto che lo porterebbe a tendere verso la morte.

Questo, sarebbe alla base di alcune pratiche erotiche considerate “estreme” come il sadismo, il masochismo e forme insolite di feticismo.

Mentre, secondo alcuni psicologi, la voglia di essere contagiati, può voler significare quasi la ricerca esasperata della trasgressione massima che potrebbe portare alla caduta definitiva di tutti i tabù.

Infatti, quando viene chiesto ai bugcasher, il perché desiderino contrarre l’Hiv, questi,  pur rispondendo in modo quasi sempre differente, con affermazioni che spaziano dal non voler avere più preoccupazioni sino alla volontà di mantenere saldo il rapporto con il proprio partner, già sieropositivo, si trovano concordi su di un unico punto: provare il brivido di infrangere una delle ultime barriere sessuali esistenti.

Anche il mondo della pornografia, in questo, non aiuta. Infatti, sono sempre più diffusi i video che hanno come protagonisti attori affetti da Hiv.

Nel 2014 sarà Blue Baily, pornostar americana sieropositiva, con il film Viral loads, a dare il via al filone dei bugcasher-film, mostrando, esplicitamente, scene in cui il protagonista, desideratissimo dagli altri attori proprio in virtù del dono che può dispensare, ha rapporti non protetti in modo da poterli contagiare.

Ovviamente, ciò che influisce maggiormente sulla diffusione di questa pericolosissima attività, è proprio una sorta di ignoranza che porta i soggetti coinvolti in un gioco perverso, a cavallo tra l’eros e il Thanatos, a sottovalutare una malattia che ha causato milioni di morti in tutto il mondo.

L’errata convinzione che i progressi compiuti in campo medico possano rendere la vita del sieropositivo persino migliore rispetto quella degli individui sani, poiché ormai, non più attanagliata dalla paura di contrarre un qualcosa che già si ha, porta i protagonisti di questo perverso gioco, a banalizzare la portata della malattia.

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Bisogna considerare, infatti, che nonostante la medicina abbia fatto passi da gigante nella cura dell’Hiv, l’essere sieropositivi non è una condizione facile.

Ci si deve non solo sottoporre a cure e trattamenti( vengono utilizzati anche farmaci chemioterapici altamente tossici per l’organismo) che durano per tutta la vita, in modo da impedire al virus di evolversi e portare all’Aids, ma anche a continui controlli e analisi.

Un “gioco”, quindi, che a dispetto dei vantaggi e dell’eccitazione, che secondo i suoi fautori dovrebbe dare, più che sessuale risulta essere mortale.

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Valentina Nesi

 

Copyrigt foto:

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