Esiste qualcosa che non dipenda da razza, cultura, etnia e classe sociale o professionale? Certo che si, esiste e si tratta della superstizione, presente in varie forme in tutte le popolazioni del mondo. Almeno una volta nella vita ha toccato tutti da vicino. Ogni gesto a cui attribuiamo un potere irrazionale, sia positivo che negativo, può essere catalogato come superstizione e ciò che più stupisce è che, compiere questi gesti, non sempre risulta essere efficace. Nonostante questo, si continuano a perpetuare comportamenti inutili con la speranza di propiziarci le forze occulte che governano gli eventi. Ma andiamo ad indagare questi riti, che ormai fanno parte di tradizioni tramandate da secoli e che forse, proprio per questo, non riusciamo a mettere da parte. Buttarci dietro le spalle anni di sapienza popolare magari ci rende insicuri, ma forse sarà più facile farlo una volta scoperto che, dietro di esse, si nascondono origini tutt’ altro che misteriose.
Ad esempio, pensare che pestare una cacca porti fortuna, deriva da un sistema utilizzato durante la Grande Guerra, durante la quale, per aggirare le mine, si saltellava sullo sterco di vacca. Se era passata da li una vacca, poteva farlo anche un uomo
Questa credenza deriva dal mondo latino.
Il diciassette, in numeri romani, si scrive XVII, che anagrammato risulta cosi: VIXI, ovvero, “ho vissuto”, dunque , ‘’sono morto’’ in latino.
Vi sarà capitato di preoccuparvi almeno un po’ per un gatto nero che vi
ha tagliato la strada. In realtà c’è ben poco da preoccuparsi.
La credenza vuole che il gatto nero che vi taglia la strada porti sfortuna, derivi dai tempi in cui si viaggiava in carrozza. All’epoca le strade erano poco illuminate e vedere un gatto nero che attraversava era praticamente impossibile e questo era causa di incidenti, perché faceva sbandare le carrozze.
A teatro il colore viola è bandito. Anche questa convinzione ha una sua spiegazione. Il viola corrisponde al periodo della quaresima e nell’antichità, durante quel periodo, erano vietati gli spettacoli teatrali e di conseguenza tutti gli artisti affrontavano un periodo di carestia.
Rovesciare il sale è segno di malaugurio, invece, perché in passato, l’arretratezza dei mezzi di trasporto e delle tecniche di estrazione rendevano il sale un bene preziosissimo e segno di grande ricchezza. Rovesciarlo significava sperperare parte dei propri averi.
Queste credenze sono tutte italiane. Adesso vi piacerebbe fare un piccolo excursus, scoprendo quali sono le superstizioni che attraversano il globo terrestre?
Catapultiamoci in Argentina, dove, pronunciare il nome dell’ex presidente Carlos Menem ad alta voce, è pari a tirarsi addosso una rogna infinita e quando qualcuno si trova a sentir pronunciare il suo nome tocca ferro.
La versione greca di malocchio è molto diversa da quella italiana, nel momento in cui due persone pronunciano la stessa frase nello stesso momento, devono dire immediatamente la frase “Piase Kokkino” e toccare qualcosa di rosso per evitare che il destino avverso si abbatta su di essi.
In Corea, invece, non esistono ventilatori senza il sistema di
auto spegnimento. Perché ? Perché è diffusissima la credenza della “morte da ventilatore” e cioè che, se tieni acceso un ventilatore in una stanza chiusa, morirai sicuramente.
In Vietnam sono vietate le banane dagli studenti che vogliono ottenere successi, perché è un frutto scivoloso e nella lingua vietnamita la parola usata per “scivolare” è la stessa usata per “fallire”.
Ma come mai queste superstizioni continuano a sopravvivere?
Forse perché, credere in qualcosa di inspiegabile, dà forza e positività, soprattutto nelle situazioni che provocano un certo timore.
Albert Einstein diceva:
“Non esiste il soprannaturale ma solo ciò che non conosciamo …”, ma a volte credere in forze superiori ed inspiegabili, può dare quella sicurezza e quella carica che la razionalità, spesso, tende a spegnere.
Perché, come dicono a Napoli , “ essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male”.
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