CULTURA

CALABRIA: UN VIAGGIO INTERIORE

Futuro interiore e Calabria

Autore: Michela Murgia

Genere: Saggio

Anno:2016

Leggo Futuro Interiore in questa sottile lingua di terra bruciata dal sole e offesa dagli uomini che separa il selvaggio Aspromonte dallo Ionio sconfinato. Le visioni di questi luoghi della Calabria ionica meridionale e la Locride, sono assolute. Montagne spigolose coperte da foreste millenarie si rincorrono a perdita d’occhio, spostando e mutando di continuo l’orizzonte verso nuvole lontane. Le coste di questi monti sono arse, gialle e bruciate, dall’altra parte è il mare blu, forte, aperto e infinito. Tutti i colori puri sono rappresentati alle varie altezze di questa potente orografia. Ma la Locride è nota per altro. Per i paesi senza amministrazione democratica da anni e per il fallimento di una proposta civica. Qui, come nel recente film di Francesco Muzi, comandano Anime Nere senza se e senza ma e soprattutto senza un’opposizione pubblica credibile, seria, referenziale. Solo pochi giorni fa abbiamo sentito dell’interruzione dei lavori al tribunale di Reggio Calabria, per mancanza di energia elettrica, oggi, 2016, Italia. Tuttavia muovendosi in questi luoghi potenti la politica e la ndragheta non si vedono in azione, esse sono narrazioni a posteriori.

SPIAGGE-PIù-BELLE-IN-CALABRIA-770x470 Quello che si vede continuamente è lo sfregio che gli uomini impongono alla bellezza dei loro luoghi. Le costruzioni, tranne quelle antiche, sono tutte, tristemente, brutte, offese manifeste alla bellezza. Qui vige una poetica del non finito e dell’assurdo. Archi in pietra del 700’ sono tagliati da espansioni posticce delle case, rosa e recentissime. Cemento ovunque e mattoni a vista non intonacati costituiscono dilatazioni continue a contenere spazi vuoti e inutili. Leggere Futuro Interiore qui da vita ad un cortocircuito commovente. Il saggio di Michela Murgia scrittrice e politica sarda è una riflessione di speranza verso il futuro che dovremo costruire per non tornare barbari. Tre i momenti del saggio breve, la prima è una riflessione e una proposta per l’integrazione dei popoli e delle culture che l’Europa potrà a fare. Le scelte possibili sono fra quelle attuali: lo ius solis e lo ius sanguinis che affondano le radici nell’arcaica violenta e patriarcale costituzione degli stati sovrani, oppure lo ius voluntatis, modello in via di sperimentazione in Canada, che propone sempre maggior apertura e responsabilità dei cittadini di domani. Poi la Murgia ci parla del legame fra la politica e la bellezza, e qui il cortocircuito con la Locride è prezioso. “La bellezza è una questione politica” ecco chiara la descrizione dei problemi di questa Italia, ogni volta che ci dimentichiamo che amministrare la cosa pubblica è anche e soprattutto immaginare e realizzare gli spazi che l’uomo abita, nei quali sogna e dove cresce i propri figli, riduciamo l’importanza di questo compito. E le conseguenze nefaste di un’azione miope nella concezione/gestione degli spazi pubblici. La murgia ci racconta due esempi di spazi intelligenti che sono esempio per i cittadini e gli amministratori: L’istituto del mondo arabo a Parigi e la biblioteca della sala borse a bologna. Infine nella terza parte la murgia discute la politica della partecipazione, una democrazia con meno gerarchia, una via “femminile” all’amministrazione della cosa pubblica affinché le decisioni che riguardano il futuro delle persone possano essere prese attraverso una responsabilizzazione informata di quelli che queste decisioni dovranno subirle. Una pillola di speranza questo libro che oggi, nell’Europa del Bataclan e di Charlie Hebdo parla di maggiore apertura, nell’Italia di “Renzie il realizzatore” parla di politica della partecipazione responsabile tendente al bello, un messaggio di speranza che può sembrare appunto utopico, ma a qualcosa ci si dovrà pur aggrappare per non prendere a martellate questi mattoni forati di Calabria.

Andrea Listorti

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