Si chiama Shin Takagi l’imprenditore giapponese che dal 2005 produce bambole, estremamente realistiche, dall’aspetto di bambine, per saziare gli appetiti sessuali dei pedofili andando incontro ai loro bisogni patologici. L’azienda si trova in Giappone e il suo nome, Trottla, è ormai un marchio affermato a livello internazionale nella produzione di dolls a scopo sessuale.
I giornalisti di Vice nel 2013 sono stati i primi a comunicare al mondo l’esistenza di una fabbrica di bambine plastificate in Estremo Oriente e ad intervistare l’artefice dell’aberrante idea. In quell’occasione, però, Takagi affermò di essere ben lungi dal mettere sul mercato una produzione di bambole dalle sembianze di minorenni a scopo libidico. Tuttavia dopo soli tre anni, in un’intervista rilasciata ad un corrispondente di Tokyo del The Atlantic magazine, la sua posizione a riguardo è apparsa totalmente cambiata.
Il pezzo pubblicato sul sito web l’11 gennaio 2016 mostra Takagi fiero della sua creazione, strumento utile per garantire ai pedofili il soddisfacimento delle personali fantasie erotiche senza incorrere in crimini molestando e stuprando bimbi veri.
A sostegno delle sue tesi ha più volte fatto riferimento alle lettere di ringraziamenti che riceve da clienti di tutto il mondo, felici di aver trovato un modo per sfogare il proprio eros senza rischiare guai con la legge e salvaguardandosi-a loro dire- dall’immoralità.
Uomini soli che trasformano le bambole Trottla in vere e proprie compagne di vita, qualcuno riferisce di passare ore a spazzolare i capelli alla doll, qualcun altro di considerarla addirittura una figlia, tutto dopo il rapporto sessuale!
“Dovremmo accettare socialmente che non vi è alcun modo per modificare le perversioni di nessuno (…) Per questo sto aiutando tante persone ad esprimere i loro desideri, in modo legale ed etico. La vita non è degna di essere vissuta se si deve vivere un così forte desiderio represso” ha affermato l’imprenditore che- secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano – pare abbia avuto in passato egli stesso problemi di pedofilia.
Non esistono però prove scientifiche che attestino l’effettiva terapeuticità del prodotto.
I sessuologi e gli psicologi di tutto il mondo – sebbene qualche eccezione ci sia – sembrano concordi nel sostenere che delle bambole così realistiche, come quelle dell’azienda Trottla, non facciano che aumentare la perversione dei soggetti patologici nei confronti dei bambini. L’esperto in psicologia e sessuologia Michael Seto ha comunicato al The Atlantic che esistono due tipi di pedofili: quelli che si fanno bastare le dolls e riescono a controllare così la loro attrazione verso i minori e quelli che dalle imitazioni vengono aizzati a fare del male ai bambini, poiché in loro subentra la frustrazione del rapporto consumato con un oggetto inanimato. Inoltre la “cura” proposta da Takagi non è di certo alla portata di tutti, infatti una bambola costa circa ottomila dollari e i tempi di consegna sono tutt’altro che brevi.
Tra le bizzarrie di quest’uomo c’è una particolare attenzione riservata alla nazionalità dei clienti: non accetta ordini dalla Corea del Nord e dalla Corea del Sud, poiché è un nazionalista attento alle antiche ruggini del Giappone con i suoi nemici, né da Israele e dai paesi arabi (probabilmente per la loro avversione all’idolatria).
L’impresario vive il suo lavoro a dir poco remunerativo – visti gli ordini che riceve da tutto il mondo – come una sorta di missione, che poi abbia come scopo l’effettivo supporto dei pedofili o delle sue carte di credito è ardua sentenza! Difatti resta quotidianamente a contatto con sostanze cancerogene, usate per creare la pelle simile a quella umana delle bambole, mettendo a rischio la propria salute. Cosa non si fa per aiutare gli altri! I suoi dipendenti sono tutti ex militari che lavorano due giorni a settimana per evitare un contatto prolungato con gli agenti chimici.
L’azienda dispone di un sito web corredato di foto delle dolls nelle pose più provocanti ed agghiaccianti: bambole/bambine di circa 8/10 anni dallo sguardo ammiccante e in divisa da studentesse giapponesi oppure nude con un fiore sul pube o anche in mutandine e reggiseno strette ad un orsacchiotto. La trasformazione in oggetto del piacere di una categoria di essere umani, quella che più andrebbe tutelata, prende così forma sotto il segno della più grande delle depravazioni sessuali – la pedofilia – e lo fa nel totale, si spera temporaneo, avvallo della legge.
Antonella Fortunato
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