La storia delle action figures inizia nella prima metà degli anni ’60, precisamente nel 1964 quando la Hasbro produsse i primi soldati giocattolo, i famosissimi G.I. Joe, ispirandosi ai fumetti disegnati per l’esercito americano durante la seconda guerra mondiale. Ma poiché si trattava effettivamente di una

G. I. Joe
bambola per ragazzi, la Hasbro coniò il neologismo action figure, che successivamente venne adottato anche da altre case produttrici di giocattoli come Big Jim della Mattel e Action Jackson della Mego.
Particolare rilevanza ha la linea G.I. Joe, acronimo che in lingua inglese significa Government Issue (prodotto governativo) e, accostato al diffusissimo nome Joe, identificava il soldato semplice di fanteria. L’invenzione di questa prima linea di action figures per maschietti, è successiva di poco alla distribuzione delle prime Barbie e cavalca la stessa onda del successo riservata alla doll più famosa della storia.
Negli anni, però, le action figures si sono trasformate da semplici giocattoli, il cui scopo era quello di far divertire i bambini, in veri e propri oggetti da collezione. In principio, il mercato occidentale, a partire dagli anni ’70 con la diffusione esponenziale degli Anime (cartoni animati giapponesi), fu invaso da pupazzetti dalle sembianze di Gundam, Mazinga, de l’Uomo Tigre e via dicendo. Si aprivano le porte, insomma, per quello che oggi è il collezionismo “nerd” che siamo abituati a conoscere. Oggetti questi degli anni ’70 e ’80, che fanno gola ai collezionisti di tutto il mondo, e che, troppo spesso, raggiungono prezzi di vendita altissimi, andando così a stimolare un settore del mercato economico che non conoscerà mai fine. Aste online, mercatini e riviste vendono pezzi rari, pezzi difettati e unici, modellini di personaggi di film che hanno fatto la storia del cinema, come Star Wars, Il Signore Degli Anelli, Ritorno al Futuro e via dicendo (ebbene si, Hollywood coglie al volo le opportunità e le cavalca, come sempre, alla grande n.d.r.).
A questo punto della storia possiamo iniziare a parlare di merchandising, cioè tutta quella parte della

Star Wars Legacy by Hasbro
produzione di giocattoli legati a film, fumetti, cartoni animati, fenomeni di costume. A grandi linee il merchandising consiste nella possibilità di sfruttare un marchio, soprattutto se segno noto ed affermato, per cavalcare l’onda della sua notorietà, diffusione e popolarità, simpatia, fama nel pubblico dei consumatori, ed entrare in un determinato settore di mercato. I primi casi si sono affermati negli anni ’60, con la messa sul mercato dei pupazzi di Charlie Chaplin e di Micky Mouse. Ma se da un lato avviene questo sfruttamento del marchio commerciale, dall’altro lato ci sono consumatori, collezionisti, che non vedono l’ora di accaparrarsi l’oggetto del loro desiderio.
Se guardiamo alla sostanza, quali sono le reali differenze tra un giocattolo e una action figure? Innanzitutto il prezzo, decisamente superiore a quello di un comune gioco. Infatti con le action figures non si gioca, a volte non vengono neppure estratte dalle loro scatole. La loro tiratura è limitata poiché vengono prodotti solo un numero prestabilito di pezzi. Hanno una scala ben precisa, detta Play Scale, di 1:8 o 1:6. Sono, ovviamente, destinate ad un pubblico adulto, non seguono quindi le richieste di mercato, che cambiano in continuazione, ma le richieste degli appassionati e dei collezionisti. Sono prodotti molto dettagliati nei particolari, accurati e prodotti in materiali resistenti e spesso molto pregiati. E infine, come detto prima, il marchio è legato alla casa cinematografica o ad aziende autorizzate dalla stessa.
Pensando alle action figures non dovremo quindi paragonarle a dei semplici giocattoli creati per i più piccoli, ma dovremmo piuttosto considerarle delle vere e proprie opere d’arte, da tenere magari in cassaforte, al riparo dei malintenzionati, e soprattutto dai bambini.
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