Sembra essere quasi una Neverland, un luogo onirico nel quale con buone intenzioni e forza di volontà tutti i nostri sogni, soprattuto professionali, possono prendere forma. Ma, lavorare negli Stati Uniti è veramente così facile è stimolante come sembra?
Da quando l’accezione squisitamente anglosassone di self-made man si è diffusa a macchia d’olio anche nel vecchio continente, sono sempre di più i giovani, complice la crisi economica e la disoccupazione dilagante, che decidono di fare i bagagli e partire alla volta degli States, con l’obiettivo di realizzare il proprio personale sogno americano.
Questi, però, anche se armati di talento e buone intenzioni si scontrano spesso con una realtà ben diversa da quella che è stata loro veicolata, riscontrando subito grosse difficoltà, in primis, per quanto concerne l’ottenimento del visto di lavoro.
Una questione, quella del visto, che potrebbe essere destinata a diventare ancora più complessa dato che con l’avvento alla presidenza di Donald Trump le leggi sull’immigrazione potrebbero essere ancora più restrittive.
O-1, L-1, B-1, E-2, J-1, H-3, B-2 sono i permessi richiesti per vivere e lavorare legalmente negli U.S.A. e il modulo da compilare varia a seconda del profilo del richiedente.
Per i cittadini che provengono da Pesi che hanno ratificato trattati internazionali per il commercio con gli Stati Uniti la questione diventa un tantino più semplice.
Questi, infatti, potranno usufruire di permessi “speciali” che gli consentiranno di snellire la trafila burocratica per gli investimenti da fare su suolo americano.
Pochissimi, poi, sono coloro che, nonostante abbiano ottenuto il visto, riescono a raggiungere lo status di “permanenti”.
Tra i pro del vivere negli Stati Uniti, poi, bisogna annoverare il salario medio che supera di gran lunga quello italiano( lo stipendio di un insegnate statunitense è di circa 2,5 volte superiore rispetto quello di un docente italiano ndr), le tasse di molto più basse, il costo esiguo del carburante e le alte possibilità di far carriera.
Di contro abbiamo un costo della vita proporzionato ai salari percepiti, orari di lavoro che spesso superano le 60 ore settimanali, l’obbligo di stipulare un’assicurazione sanitaria e di conseguenza l’alto costo della sanità e la crescente criminalità.
Quindi, qualunque sia il vostro obiettivo di vita o lavorativo il consiglio è sempre quello di valutare aspetti positivi e negativi del luogo nel quale avete intenzione di stabilirvi in modo da potere avere piena cognizione di ciò che vi aspetta e vivere al meglio la vostra esperienza a stelle e strisce.
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Valentina Nesi
Categorie:ATTUALITÀ