Il 13 Ottobre 1917, davanti ad oltre sessantamila persone, credenti e non, un oggetto luminoso poi ribattezzato come “Sole” dalle cronache del tempo, si manifesta nella Cova da Iria, dove oggi sorge il famoso santuario di Fatima.
É il clamoroso epilogo di una serie di contatti con entità “divine” che hanno visto come protagonisti tre pastorelli: Lucia, Francisco e Giacinta rispettivamente di 10, 9 e 7 anni.
Di manifestazioni “dell’altro mondo” ce ne furono diverse anche nei mesi precedenti e sempre con la stessa cadenza, ogni 13 del mese, ad eccezione di Agosto: proprio quel giorno, il sindaco di Ajustrel ordinó alle famiglie dei pastorelli di non farli uscire di casa, impedendogli così di essere presenti all’incontro. Il fenomeno peró si verificò ugualmente dopo solo sei giorni, esattamente il 19.
La dinamica delle apparizioni avvenute tra il 1915 ed il 1916 é sempre la stessa: un raggio di luce proiettato da un globo luminoso accompagna la discesa di figure “angeliche” che, levitando innanzi ai tre bambini, dispensa messaggi in cui chiede sacrificio spirituale e preghiere per la conversione dei poveri peccatori.
La Madonna entra in scena solo il 13 Maggio del 1917, con messaggi profetici sulla prima guerra mondiale, all’epoca in corso, e sulla seconda, avvenuta successivamente.
Questa breve cronistoria ci aiuta a comprendere l’eccezionalità dell’evento: continuativo, preciso, esplicito dapprima solo ai pastorelli e poi esploso con la testimonianza di decine di migliaia di persone, pronte ad accogliere l’invito della Vergine Maria, la quale – proprio per intercessione di Lucia, Francisco e Giacinta – aveva annunciato di manifestarsi di fronte ad un pubblico più vasto con le seguenti parole: “Il 13 Ottobre darò un segno tangibile della mia presenza…”.
Anche il mese precedente, e cioè il 13 Settembre, una sfera di luce fu vista scendere dal cielo e posarsi su un albero di leccio: la “Signora dei Cieli” apparve ad una platea di centinaia di fedeli, tra cui molti malati, promettendone la guarigione entro l’anno e chiedendo – nondimeno – aiuto per costruire in quel luogo un santuario.
Ho avuto la fortuna di visitare e conoscere tutti i posti sopracitati e di parlare direttamente con l’ultimo parente in vita dei pastorelli, un anziano signore, cugino di Lucia, che, in spagnolo, mi ha descritto gli accaduti di quel giorno, mostrandomi un giornale dell’epoca, “O Secùlo”, dove si parla della “Danza del Sole”.
Mi ha raccontato che quel giorno pioveva a dirotto, il cielo era coperto da nuvole plumbee ed i tanti fedeli erano lì radunati attendendo il “cenno divino” dal Cielo, promesso dalla Madonna.
Durante l’attesa, improvvisamente la pioggia cessó, s’intravide uno squarcio nel cielo ed una gran luce all’orizzonte: contemporaneamente, dall’altro lato un altro “Sole” inizió ad evoluire sopra la folla avanzando dolcemente e senza emettere rumore.
Nonostante l’intensissimo bagliore pare che nessuno avvertì difficoltà ad osservare questo disco brillante e seguirlo con lo sguardo nelle sue folli giravolte.
Il cugino di Lucia mi ha raccontato, inoltre, un secondo singolare episodio riconducibile a quello stesso giorno che riporto qui con le sue stesse parole: “Il Sole emanava un calore talmente forte che asciugò i vestiti fradici dei presenti durante il suo passaggio! S’inginocchiarono tutti toccandosi i vestiti non più bagnati, increduli di fronte a tanta meraviglia!”
Non ho mai dimenticato queste parole soprattutto perché avevano descritto un evento davvero inusuale. Sembravano quasi inadeguate, perché in quell’occasione tutti i fedeli si aspettavano un segno divino e qualsiasi cosa fosse accaduta, anche un evento meno particolare, avrebbero dovuto ricondurla solo a Dio, alla Madonna, agli Angeli, nient’altro. Perché ritenerlo invece così straordinario?
Con le dovute proporzioni, sono le stesse parole che avrebbe usato un uomo primitivo alla vista di un moderno aereo o mezzo militare. Probabilmente l’avrebbe descritto e disegnato come un “uccello che sputa fuoco”.
Se lo stesso oggetto, invece di danzare nella Cova da Iria, avesse danzato su Central Park nella “Grande Mela”, nessuno avrebbe gridato al miracolo, alla discesa di Angeli o ad una manifestazione divina. Sarebbe stato “solo” un oggetto luminoso, metallico, che emanava un forte calore. Un UFO insomma.
E le apparizioni che hanno preceduto il grande evento del 13 Ottobre?
Diciamo che, nel manifestarsi, il modus operandi dei cosiddetti Angeli è stato quantomeno insolito.
La prima apparizione dell’entità fu definita da Lucia come la visione di una figura “simile ad una statua di neve”.
Che cosa voleva dire?
Un angelo, nell’iconografia cristiana, ha il viso dolce, rassicurante, si presenta in candide vesti bianche o celesti, accompagnato da un raggio di luce che lo circonda: la versione data da Lucia, invece, non sembra minimamente avvicinarsi all’archetipo di Angelo.
É l’ennesimo tentativo di descrivere qualcosa di non conosciuto con parole conosciute. O forse l’essere che le è apparso aveva una tuta o, comunque, una fisionomia o un abbigliamento tali da non essere riconducibili facilmente ad un angelo? Era forse un ologramma?
Per non parlare della seconda visione: le cronache del tempo scrivono di un “giovane fra i quattordici e i quindici anni, che il sole rendeva trasparente come se fosse di cristallo”.
Stavolta le sembianze erano probabilmente più vicine ad un “Cherubino”, ma anche in questo caso è chiaro che si accompagnasse come ad un qualcosa di strano, riflettente, predominante rispetto alla sua reale fisionomia: del resto, se si fosse trattato di un “angelo convenzionale” i pastorelli non avrebbero avuto difficoltà nel descriverlo.
Dai racconti di Lucia si evince anche un’ ulteriore anomalia: lei e Giacinta udivano le parole del presunto angelo, mentre Francisco poteva solo vederlo e farsi ripetere da loro due i messaggi. Una domanda sorge dunque spontanea: la voce soave della “Madonna” e degli “Angeli“ era davvero un suono percepibile o era una qualche forma telepatica di comunicazione? Il quesito è lecito, soprattutto in conseguenza di ciò che è stato sopra descritto, ed una cosa è certa: chi si è rivelato aveva una certa premura, ovviamente, a non spaventare i bambini. La seconda fu infatti la visione di un’immagine di un adolescente, molto più familiare, eterea e dolce rispetto all’algida e misteriosa statua di neve descritta nel primo incontro.
Nelle successive, anche a conferma di ciò, la “Signora”, candida ed impalpabile, come prima frase di presentazione utilizza un rassicurante “Non abbiate paura…!”.
La Chiesa, dal suo canto, ha classificato i primi due esseri celestiali come Angeli (il secondo, Angelo della Pace, sebbene non sia noto sapere su quale base), mentre la “Signora” come la Madonna.
Le circostanze, il contesto, le premesse ed il tempo hanno fatto il resto: Fatima oggi è luogo di pellegrinaggio e, soprattutto, una miniera d’oro.
In conclusione, la mia personale impressione visitando quei luoghi è stata che effettivamente qualcosa di eccezionale sia davvero accaduto, ma niente di divino: piuttosto, un contatto massivo con entità di natura diversa dalla nostra, probabilmente aliena.
Letture consigliate per approfondire l’argomento:
- I fenomeni di B.V.M. – Roberto Pinotti
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Apparizioni Mariane il grande imbroglio – Laura Fezia
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Tre ragazzi a fatima – Teresio Bosco.
Gianluca Santaniello di
Associazione culturale Mistery Hunters
Categorie:CULTURA, Magazine, MetisMagazine
penso anche io che non sia accaduto niente che possa essere riconducibile a qualcosa di divino.
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