CULTURA

Il mistero di Stonehenge: costruzione frutto dell’uomo o degli alieni?

Tra le costruzioni più misteriose e affascinanti al mondo, Stonehenge, il monumento megalitico più complesso mai esistito, sorge al centro di una grande necropoli sita a circa 15 chilometri da Salisbury, in Inghilterra.

Considerato il più alto esempio di architettura druida, questo complesso di rocce pare sia stato progettato dagli antichi abitanti della regione non solo come luogo di culto ma anche come gigantesco calendario solare, dato che la sua posizione e conformazione lo porta ad allinearsi perfettamente con i solstizi.

Costruito nel 3200 a.C., quindi nel periodo in cui vennero create le piramidi d’Egitto, la struttura di Stonehenge è circolare ed è composta da vari anelli di pietra sormontati da lastre giganti.

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Vista la precisione nell’allineamento delle pietre e la complessità della struttura, in molti si sono domandati a cosa servisse questa struttura che sorge in un punto dell’Europa nel quale storia e alchimia si incontrano.

Se fosse stato solo un luogo dedito al culto, un antico osservatorio astronomico o altro non è ancora dato saperlo nonostante, da decenni, archeologi provenienti da ogni parte del globo si interroghino costantemente sui misteri legati a questo tempio in apparenza solo dalla forma peculiare e insolito.

Tra le varie teorie che nel corso degli anni si sono susseguite riguardo la costruzione di Stonehenge quella sicuramente più affascinante contempla l’“esistenza” di probabili architetti di origine aliena.

Infatti, secondo alcuni ufologi e archeologi nell’iconografia antica sarebbero spesso raffigurati veivoli ed esseri d’origine tutt’altro che umana e data la particolare forma del tempio e la probabile difficoltà che il trasporto di massi dal peso approssimativo di 4 tonnellate avrebbe comportato  per popolazioni risalenti a circa 5000 anni fa, l’ipotesi aliena ha cominciato a prendere sempre più piede tra gli amanti del paranormale.

Secondo la teoria aliena che spiegherebbe, quindi, anche il come e il perché della particolare collocazione di queste tetrodi geometriche che ruotano in direzione opposta all’interno di un campo sferico, la conformazione di Stonehenge sarebbe una riprova del fatto che esseri di provenienza extraterrestre abbiano voluto creare un calendario astronomico in grado di prevedere qualsiasi tipo di evento celeste e la cui precisione può essere paragonato solo a quella dei moderni strumenti d’analisi astronomica.

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Gli alieni, quindi, avrebbero guidato e facilitato gli esseri umani nella costruzione di strutture talmente complesse da far impallidire, persino, gli ingegneri contemporanei.

Inoltre, in molti hanno affermato di aver visto, nel corso dei secoli, grandi e misteriose sfere luminose che in assetto concentrico sembravano quasi danzare nel cielo sovrastante il tempio di Stonehenge.

Anche la comparsa di cerchi nel grano e di altri fenomeni che si sarebbero verificati in prossimità del tempio, per i fautori della teoria ufologica, altro non sarebbero che la prova della mano aliena nella costruzione dell’imponente struttura religiosa.

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Però, come gli scienziati più scettici si affrettano a ribadire, a tutto questo ci sarebbe una spiegazione razionale e scientifica.

Infatti, per quanto riguarda il trasporto dei massi non sarebbe difficile ipotizzare l’utilizzo, da parte dei druidi, di rotaie dotate di rulli o scanalature centrali contenente sfere di pietra, in grado di spostare, “agilmente” oggetti di grandi dimensioni.

Mentre, per quanto riguarda i cerchi nel grano, il tutto sarebbe attribuibile all’azione che il vento esercita in una zona particolarmente soggetta alle correnti.

Verità o illazioni le teorie ufologiche su Stonehenge continuano e continueranno ad esercitare un certo fascino sulla mente di quanti, sedotti dai grandi misteri ancora celati dalla storia, immaginano un passato a cavallo tra presente e futuro, un’antichità nella quale le epoche sono quasi rovesciate e che hanno visto solcare la linea del tempo non solo sovrani e cavalieri ma anche esseri provenienti da altri pianeti.    

Copyright foto:

El Confidencial

La Nación

The New York Times

English Heritage

 

Valentina Nesi

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