A volte io sono Dio. Se dico che un uomo muore, muore quello stesso giorno.
Pablo Escobar
Pablo Emilio Escobar Gaviria, meglio conosciuto come il re della cocaina, è stato il più ricco e più influente criminale colombiano della storia. Nacque a Rionegro, terzo di sette fratelli, crebbe per le strade di Medellìn. E’ stato il narcotrafficante, forse, più famoso del Sud America per circa 20 anni e il suo narcotraffico raggiunse livelli mai raggiunti prima.
Intorno alla metà degli anni ’80 si stimava che in tutto il pianeta, due consumatori su tre di cocaina, stessero facendo uso della sua ‘’roba’’.
Quando il suo impero raggiunse la massima espansione, la rivista Forbes stimava che egli fosse il settimo uomo più ricco del mondo, controllando l’80% della cocaina in tutto il globo e il 30% delle armi illecitamente circolanti.
Fanatico degli sport, fece costruire stadi di calcio sponsorizzando squadre locali, ma anche scuole e ospedali, coltivando così la sua immagine di “Robin Hood” , distribuendo denaro ai poveri in cambio di fedeltà. La popolazione di Medellín, infatti, lo aiutava spesso fornendogli coperture, nascondendo persino informazioni alle autorità.
Nel 1983 si candidò alla Camera come deputato per poi veder svanire il suo sogno politico poco dopo.
E’ riuscito a far cadere tre governi, far litigare le nazioni tra di loro, e farsi amare dal popolo come nessuno. Basti pensare che al suo funerale c’erano decine di migliaia di persone.
Mafioso, politico, benefattore e killer, si stima che il numero di persone da lui fatte uccidere si aggiri intorno ai 10 mila. Una cifra che potrebbe non suscitare scalpore se pensiamo che fece addirittura esplodere un aereo con a bordo civili solo per raggiungere i suoi scopi.
Dopo vent’anni dalla morte, in Colombia ancora lo osannano, tanto da aprire un parco tematico in suo onore.
A lui sono state dedicate tantissime pellicole rendendolo, oggi, un personaggio noto al mondo, non solo per i suoi atti criminali ma anche per la figura che incarnò e per il suo stile di vita.
Ma siete sicuri di saper proprio tutto su Pablo Escobar?
Ecco, di seguito, 5 curiosità sul narcotrafficante più pericoloso della storia.
1 HACIENDA NAPOLES: UNO ZOO TUTTO SUO
Tra le sue numerose proprietà, la più nota per stravaganza fu la Hacienda Napoles, situata a Puerto Triunfo ( Antioquia). Qui, Pablo Escobar creò il suo zoo personale con oltre 1.500 specie di animali provenienti da tutto il mondo. Una volta che il boss mafioso iniziò ad avere problemi con le autorità colombiane, lo zoo venne abbandonato, causando la morte di molti animali per la mancanza di cure.
Questo luogo di circa 3.000 ettari ospitava tre zoo, dieci case, ventisette laghi artificiali, un Jurassic Park con repliche di dinosauri e una pista di motocross, forse, la più grande di tutta l’America Latina. Dulcis in fundo, il luogo era fornito anche di un distributore di benzina e una pista di atterraggio. Circa 1700 persone lavoravano lì.
Oggi, l’Hacienda Napoles è un parco divertimenti dove vengono conservati gli ecosistemi con migliaia di animali.
2 UN FALO’ DA 2 MILIONI DI DOLLARI
Durante una fredda notte, mentre era in fuga dalla giustizia, si rifugiò tra le montagne intorno a Medellin con la sua famiglia. A causa del gelo e per preservare sua figlia Manuela dall’ipotermia, appiccò un fuoco con 2 milioni di dollari, l’unica cosa disponibile per il falò. Questo aneddoto è stato affermato da Sebastian Marroquin (ex Juan Pablo Escobar Henao), figlio di Escobar.
3 LA SUA CARRIERA CRIMINALE INIZIÒ NEI CIMITERI
Prima della cocaina, prima dei rapimenti e prima di ogni altro atto delinquenziale con cui è passato alla storia, Pablo Escobar, ancora ragazzino, iniziò a far i primi soldi defraudando tombe. All’epoca era prassi comune creare nuovi posti di sepoltura togliendo i vecchi cadaveri e rivendendo loculi a coloro che potevano permetterselo.
4 NON NACQUE POVERO
Pensare ad Escobar come un uomo che dalla povertà assoluta riuscì a farsi strada e a divenire il più ricco del pianeta, non è un’immagine esatta. Infatti, El Patron non nacque povero. I suoi genitori, considerata la realtà dell’epoca in Sud America, vivevamo agiatamente. Suo padre Abel de Jesús Escobar Echeverri era un agricoltore e sua madre Hermilda Gaviria, un’insegnante di scuola elementare.
5 GLI ELASTICI PER LE BANCONOTE
Secondo Roberto Escobar, il cartello di Medellín spendeva una cifra stimata di 2.500 $ al mese in elastici necessari per contenere pile di banconote.
Organizzare e riordinare milioni e milioni di banconote richiedeva tempo…e denaro.
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