Dai tronchi di legno usati come slitte all’invenzione della ruota di ferro. Poi le automobili, gli autobus, i motori a benzina, diesel, a metano, fino agli attualissimi ibridi. Gli ultimi cinquant’anni sono stati fondamentali nell’evoluzione dei mezzi di trasporto e nell’utilizzo dei carburanti che li alimentano. Sempre più difficile vedere un treno che parte lasciando una scia di fumo: le famose locomotive a vapore sono ormai una roba vintage per nostalgici doc.Anche GPL e metano riscuotono consensi. GPL significa Gas di Petrolio Liquefatti. È un validissimo carburante per autotrazione, economico e molto poco inquinante: le emissioni prodotte dalla sua combustione hanno un bassissimo contenuto di sostanze dannose. Il Metano, invece, è un idrocarburo presente in molti gas naturali. È anch’esso ritenuto un combustibile prezioso, soprattutto uno dei più puliti oggi in uso: le emissioni gassose prodotte da un motore alimentato a metano sono inferiori perfino a quelle previste dalle norme comunitarie vigenti in fatto di inquinamento.
Ma sono tante altre le idee innovative in materia. I biocarburanti, ottenuti dalla fermentazione anaerobica di scarti organici o da olii vegetali, sono un’altra soluzione al vaglio dei tecnici. Molti di essi, come il bioetanolo da cereali o da barbabietola, sarebbero però ricavati da biomasse che incrementerebbero sì il reddito dei contadini, ma ridurrebbero la disponibilità di terreni agricoli da destinare alla coltivazione di alimenti. Inoltre, affinché ne possa essere prodotto un solo litro, è previsto l’impiego di quasi quattromila litri d’acqua. Gli esperti, pertanto, a tale proposito, si esprimono dubbiosi sulla fattibilità dell’impresa, soprattutto considerando che alcuni Paesi, come ad esempio gli USA o la nostra stessa Italia, non possiedono neanche estensioni terriere coltivabili idonee alla produzione di tanto rifornimento quanto ne occorrerebbe per tutti i suoi autoveicoli. Anche il biodiesel è energia rinnovabile. Ha origine dagli olii di colza, soia e girasole, privati della glicerina. Purtroppo non è ancora facile trovarlo nelle stazioni di servizio, ma le compagnie petrolifere lo miscelano già agli attuali carburanti, nella percentuale del 5%, per aumentarne il potere lubrificante. Optare per i biocombustibili di terza generazione resta l’alternativa più valida, puntando sulla produzione di colture speciali, non nemiche dell’industria alimentare. Per la loro creazione, si utilizzerebbero terreni desertici o perfino il mare: si stanno infatti esaminando microalghe ad alto contenuto di grassi e glucidi da cui si potrebbero estrarre rispettivamente biodiesel e bioetanolo.
Il cammino, a quanto pare, sarà ancora abbastanza lungo, ma in futuro viaggeremo in mezzi più comodi, intelligenti e sicuramente più puliti. Qualcuno sostiene che il vero futuro, più che degli ibridi, sia dell’elettrico, a svantaggio del “caro” e vecchio petrolio. D’altronde il vero valore aggiunto della tecnologia è questo: avanzare per migliorare la vita, nostra e del mondo intero, nel vero senso della parola.
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