CULTURA

Da Occidente a Oriente: Portoghesi e Spagnoli verso le Indie

Terminata la breve parentesi della pax mongolica, che aveva permesso agli europei una via aperto verso l’Oriente, il dominio musulmano si era nuovamente posto come intermediario tra le due regioni. Un’epoca che fece non solo la ricchezza araba, ma anche per le repubbliche marinare, tra cui soprattutto Venezia, che riuscirono a trarre grandi vantaggi dai commerci. Un sistema decisamente consolidato, che appariva ai più inattaccabile.

Nella penisola iberica non tutti erano convinti di ciò. I vari regni che compongono gli odierni Spagna e Portogallo erano nei fatti ai confini dell’Europa, lontani dai grandi conflitti che avevano tenuto impegnate le monarchie del Basso Medioevo. Questo perché erano lontane dallo scacchiere che si credeva fondamentale, ossia l’Europa continentale. Una convinzione, per i re del resto del Vecchio Continente, a dir poco errata.

Il primo passo fu compiuto dal Portogallo, che sul finire del XIV Secolo iniziò a promuovere a sostenere diversi viaggi di esplorazione lungo la costa Africana, con la creazione di basi e di porti, così da consentire non solo l’afflusso di merci e il commercio con le regioni limitrofe, ma anche un nuovo punto di partenza per ogni progressiva esplorazione. Tecnologia, coraggio, esperienza: tre caratteristiche che spinsero i portoghesi dove nessun europeo era arrivato, conoscendo terre nuove e sconosciute, al costo di molte vite e disastri che erano all’ordine del giorno, lì in quell’Oceano così diverso dal Mediterraneo che così bene si conosceva.

Un sogno: ecco forse cos’era davvero a spingere i marinai portoghesi costantemente più in là, di anno in anno, di decennio in decennio. Il sogno di una via che potesse condurre a Oriente, alle Indie, collegando così in maniera diretta i due estremi del mondo allora conosciuto. Il sogno di un popolo tenuto ai margini dalla storia, pronto a prendersi il suo posto con le unghie e con i denti. Fino al raggiungimento, dopo un secolo di viaggi, del Capo di Buona Speranza, da Bartolomeo Diaz, nel 1487. I marinai erano infatti certi che prima o poi l’Africa sarebbe terminata, per poi voltare a Oriente, consentendo il viaggio. Decenni prima, alla vista del Golfo di Guinea, l’illusione aveva dominato i viaggiatori, per poi scoprire che il continente continuava di nuovo verso Sud. Nel 1487 le illusioni non si spensero. E Vasco Da Gama, nel 1497, giunse alle Indie, coronando il sogno portoghese.

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Accanto al Portogallo si stava muovendo qualcos’altro. L’unificazione della Spagna in un’unica monarchia, con Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, aveva donato al regno forza e prestigio, complice la definitiva conclusione della Reconquista, ossia la cacciata degli arabi dalla penisola. E un giovane navigatore genovese, Cristoforo Colombo, convinse le persone a corte dell’importanza della sua intuizione: “Buscar el levante por ponente“, ossia raggiungere l’Oriente attraverso l’Occidente. Un viaggio attraverso l’Oceano, un viaggio a dir poco spaventoso, reso possibile da dei calcoli sbagliati dell’oggi celebre navigatore. Colombo salpò, nel 1492, dal porto di Palos, con tre caravelle. E, se i calcoli fossero stati sbagliati, sarebbe morto nell’Oceano, dopo una probabile insubordinazione.

I calcoli non furono sbagliati. Dopo tre mesi, il 12 Ottobre del 1492, Cristoforo Colombo approdò nelle Indie, dichiarandole possesso del suo re e della sua regina. L’Oriente era stato raggiunto, e prima del Portogallo. Decenni di sforzi, per essere battuti da un navigatore italiano alla corte spagnola.

Non fu così. Colombo credette di essere giunto nelle Indie, ma i suoi calcoli erano del tutto sbagliati. Ciò che aveva incontrato, nel suo tentativo, era un nuovo e stupefacente continente, in grado di passare da Nord a Sud, attraversando due emisferi, e dando il via a una parte della storia dell’umanità.

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Era nata così, nei cuori degli uomini, nelle loro speranze, nel loro coraggio, una straordinaria epoca fatta di esplorazioni, portando nei secoli successivi l’uomo in ogni angolo conosciuto del pianeta. Anche se seppe farsi spesso bestia. Ma questa è un’altra storia.

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