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Game of Thrones – Cronaca di un successo planetario

Il Signore degli Anelli ci aveva già mostrato come, per un fantasy, il successo su scala globale fosse possibile, ma chi avrebbe mai pensato che ciò potesse avvenire anche per una serie tv?

Era il 2011 quando arrivò sugli schermi, con un budget davvero infimo rispetto all’attuale, Game of Thrones. Tratto da una serie di libri, scritti da George R. R. Martin, chiamati Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, per la serie era stato deciso il più accattivante nome del primo libro, Il Gioco del Trono, in italiano liberamente adattato in Il Trono di Spade. Il cast univa attori ben conosciuti al grande pubblico (Sean Bean e Lena Headey su tutti), a molti giovani e sconosciuti attori, per quelli che il mondo credeva fossero ruoli minori.

La serie si rivelò molto particolare fin dall’inizio, con un gran numero di personaggi, e un’espansione geografica delle vicende senza precedenti. I protagonisti erano infatti divisi, la sorte a loro avversa, in un mondo che di fantasy aveva ben poco. Nel mondo di Game of Thrones la componente magica è decisamente limitata, finendo per rappresenta una sorta di Medioevo alternativo, dominato da giochi di potere e intrighi, donando alla serie grande fascino. La curiosità di scoprire chi avrà il trono è tutt’ora uno dei motivi fondamentali che spingono il pubblico a seguire la serie.

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Pubblico che nella prima stagione poteva rimanere deluso: la storia lenta, poco avvincente, era in far desistere molti, ma coloro che hanno resistito hanno imparato la prima grande regola di questa serie. La puntata nove, aprendo una tradizione di puntate memorabili associate a quel numero, mostra al pubblico la morte di Ned Stark, che si credeva essere il vero protagonista della saga. Valar Morghulis, direbbero i personaggi, Tutti gli uomini devono morire.

Lo spettatore in quel momento comprese la realtà di ciò che aveva davanti, una serie in grado di coinvolgere proprio grazie alla possibilità che chiunque morisse. Non solo la morte di Ned, ma anche le ben più tragiche Nozze Rosse, ricordate dai fan come uno degli eventi più dolorosi di questa grandiosa storia.

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Non solo intrighi di potere. Ben presto la parte più fantasy si è mostrata, finendo per concorrere al successo della serie. Draghi, Non-Morti, magia: elementi sono sorti qua e là, senza inficiare però le tematiche portanti di quanto costruito in tutto questi anni.

A cadenza annuale, con dieci puntate per ogni stagione, e con un budget in crescendo, Game of Thrones ha saputo negli anni migliorarsi, e prendere anche le distanze dai libri scritti da George R. R. Martin. Distanze prese sia per necessità di adattamento, essendo i libri davvero voluminosi e dispersivi, sia a causa dell’assenza di nuove pubblicazioni, con la storia cartacea ferma al quinto volume. Fortunatamente, nella storia portante, l’autore ha dato agli sceneggiatori della serie tv una serie di linee guida, una trama che mostra come la storia verrà condotta fino alla fine, con le varie rivelazioni ed eventi chiave. Ci aspettiamo dunque che, a lavoro finito su entrambi i media, avremo sì una storia diversa, ma in gran parte simile.

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Un successo talmente elevato da aver spinto Sky non solo a portare la serie doppiata solo dopo una settimana, non solo a trasmettere la versione con sottotitoli la sera stessa dell’uscita negli States, ma anche a trasmettere in contemporanea mondiale, alle 3.00 del mattino. Dimostrazione di quanto la fanbase sia davvero affamata, al punto di passare la notte svegli pur di seguire le avventure esaltanti di questa serie tv.

La serie si chiuderà con l’ottava serie, in arrivo il prossimo anno, e già con la settima molte cose sono state cambiate. La settima stagione conta infatti di solo sette episodi, mentre l’ottava di sei puntate. Questo in favore di puntate più adrenaliniche, ma anche con un progressivo aumento del minutaggio, favorendo una maggiore compressione per dare alla serie la conclusione, a detta degli addetti ai lavori, migliore possibile.

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Quando giochi al gioco del trono, o vinci, o muori.

Chi vincerà?

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