Lu Capucanali – Festa della vendemmia, è ormai giunto alla quarta edizione.
L’evento enoturistico è andato in scena lo scorso 20 agosto, nelle suggestive location del Casino Nitti Quarta e le Tenute Eméra, la cantina salentina di Claudio Quarta Vignaiolo.
Siamo a Marina di Lizzano, a pochi passi dalla costa jonica della zona del tarantino, e immersi nei territori rurali che danno i natali ai filari del celebre Primitivo di Manduria – prodotto DOC la cui produzione caratterizza le province di Taranto e Brindisi – e Negramaro.

Foto di Tiziana Giannitelli
«Il nome si rifà alla dea Hemera, divinità greca che simboleggia il giorno: un tributo alla cultura della Magna Grecia e un richiamo alla posizione geografica delle Tenute, situate nella penisola salentina, il lembo più orientale d’Italia che per primo assiste al sorgere del sole».
L’EVENTO
Un appuntamento che nel panorama degli eventi regionali legati al turismo esperienziale, rappresenta indubbiamente un momento unico di scoperta e riscoperta delle tradizioni legate alla produzione del vino, uno dei momenti dell’anno più importante per un territorio vocato alla produzione vitivinicola.
Originariamente lu capucanali era la festa che si organizzava dopo la chiusura di un lavoro impegnativo, era l’occasione per ricompensare gli sforzi fisici del duro lavoro nei campi e per creare un momento di convivialità e condivisione collettivi. L’obiettivo è, quindi, quello di far vivere un’esperienza profonda con il territorio, per il territorio. Creando una connessione con uno dei prodotti cardine della Puglia, l’uva e il suo vino, si ripercorre il mito della vendemmia.
LA VENDEMMIA
Ritrovo alle 7.00 a Tenute Eméra, dove Alessandra e Claudio Quarta hanno accolto i partecipanti con una rifocillante colazione prima dell’inizio dei lavori e il “Kit da vendemmia” che prevede maglietta, bandana e forbici da pota.
Il vero lavoro è tra i filari dove, guidati dalle sapienti mani e dai consigli di chi la vigna la vive quotidianamente, si inizia a vendemmiare, imparando a riconoscere i grappoli e dove tagliarli.
La fatica della vendemmia manuale è accompagnata dai canti del Canzoniere Popolare Grottagliese, che allieta il lavoro con il vasto repertorio di stornelli popolari, una raccolta che va dal medioevo fino ai giorni nostri.
Dalle uve di questa vendemmia verrà prodotta l’esclusiva bottiglia “Lu Capucanali 2017” che ogni partecipante potrà ritirare nel 2018.
LA PIGIATURA
Terminata la vendemmia, si raggiunge Casino Nitti Quarta dove ci si prepara al sacrale momento di pigiatura delle uve appena raccolte.
A sottolineare la sacralità del momento, il Canzoniere Popolare Grottagliese interpreta un canto religioso dedicato alla Madonna del Carmine per ringraziare del raccolto e come buon auspicio per il successivo.
A questo mistico momento segue la passeggiata esplorativa della Collezione di Biodiversità, composta da circa 500 varietà di vitigni minori, prevalentemente di origine caucasica e mediterranea. Infatti oltre la coltivazione delle qualità autoctone di uve, c’è una sezione legata ai settori ricerca e sviluppo, un progetto avviato in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università di Milano con l’obiettivo di preservare una fonte unica di biodiversità e continuare a studiare le caratteristiche e il potenziale qualitativo dei vitigni.
Parallelamente viene portato avanti il progetto Wine graft- i nuovi Portainnesti, che vede l’impegno delle cantine Quarta in una ricerca dedicata allo studio dei terreni più adatti per impiantare i portainnesti nell’ottica del cambiamento climatico che provoca stress idrico e salinità dei suoli.
Progetti che si sposano perfettamente con la formazione e il precedente lavoro di Claudio Quarta, che prima di avviare la sua attività come vignaiolo – accompagnato dalla figlia Alessandra che lo affianca nel management aziendale -, ha dedicato la sua vita a sviluppare biotecnologie innovative che potessero contribuire al miglioramento della vita umana, come biologo genetista e microbiologo.
LU CAPUCANALI
Di ritorno alle Tenute Eméra si è accolti con spumante Jacarando e pettole, per un brindisi alla vendemmia e una breve pausa prima di riprendere con le attività della giornata, che prevede la visita della cantina e comprensione del processo produttivo, ed infine il tanto atteso pranzo di rito in pineta, momento attorno cui ruotano tutte le attività della giornata.
Durante la scoperta del processo produttivo, e delle tecniche che hanno portato alla conseguente evoluzione dello stesso negli anni, è stata data la possibilità ai partecipanti di assaggiare due diversi mosti: un bianco in fermentazione in vasche o reattori in acciaio, e un rosso primitivo in barrique da cinque mesi.
Inebriati da quei sentori atavici si passa ad apprendere il processo di imbottigliamento, fino a conoscere la struttura architettonica della cantina, disposta su tre livelli, costruita sfruttando un salto di quota naturale di 7 metri sul livello del mare e scavando per ulteriori 13 metri, e il particolare sistema di drenaggio e riutilizzo delle acque piovane, che vengono filtrate tramite le piante di papiro e riutilizzate per l’irrigazione. Questo sistema contribuisce all’abbattimento dei consumi energetici, oltre a sottolineare la profonda attenzione riguardo le tematiche ambientali e il rispetto del territorio.
A conclusione di questa giornata ricca di emozioni, nuove esperienze e recupero della memoria storica, viene offerto il pranzo a base di prodotti tipici e a Km0, nella pineta secolare delle Tenute Eméra, accompagnato dagli immancabili vini prodotti da Claudio Quarta nelle sue tre cantine: la location dell’evento Tenute Eméra, Cantina Moros -Guagnano, in provincia di Lecce- e Cantina Sanpaolo -in Irpinia.
È questo il sud che ci piace e che emoziona.
Link di approfondimento: https://claudioquarta.it/
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