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MILLION DOLLAR BABY: LA STORIA DI KATIE DALLAM

Indiscusso protagonista della Notte degli Oscar 2005 – aggiudicandosi i premi come miglior film, miglior regia, migliore attrice protagonista a Hilary Swank e miglior attore non protagonista a Morgan Freeman, ndr – è il film dedicato al mondo della Boxe: Million Dollar Baby, il successo cinematografico diretto e prodotto da Clint Eastwood.

La  trama è tratta da un racconto della raccolta di F. X. Toole, Rope Burns – per l’edizione italiana “Lo Sfidante” – che morì prima di poter vedere il frutto del suo lavoro proiettato sul grande schermo.

F. X. Toole è, in realtà, lo pseudonimo di Jerry Boyd, un uomo di 48 anni che si avvicinò al mondo della boxe, e lo fece partendo dal ricucire i tagli ai pugili, respirando quell’odore di sangue e sudore, adrenalina mista a paura.

Nell’ambiente nessuno sapeva che, l’uomo all’angolo del ring, scriveva anche racconti; e lui non rivelò mai a chi realmente si ispirò per il personaggio di Maggie Fitzgerald.

La trentenne del Midwest, con umili origini, che sognava di sfondare nel mondo della boxe e grazie alla sua perseveranza riesce a far breccia nel cuore del suo vecchio allenatore Frankie, interpretato da Clint Eastwood. Il talento e le ripetute vittorie, conducono Maggie a gareggiare per la categoria dei pesi Welter, fino a battersi per il titolo mondiale battendosi con Billie “orso blu”, pugile noto per le sue scorrettezze sul ring. Ed è proprio durante questo match che la protagonista viene colta di sorpresa dall’avversaria, che le sferra un pugno mentre si dirigeva verso il suo angolo. Cadendo a terra Maggie urta il collo sullo sgabello già pronto per la pausa, l’incidente le provoca una paralisi totale e permanente.

Una storia, per certi versi, analoga è quella di Katie Dallam: un’ex pugile del Kansas, vittima di un gravissimo incidente proprio durante un incontro.

Era l’11 dicembre 1996, quando Katie sale sul ring per combattere contro una campionessa più esperta, Sumya Anani. Il match inizia con la rottura del naso di Katie e continua per altre quattro riprese, con circa 150 colpi quasi tutti concentrati alla testa. Alla sconfitta segue il crollo negli spogliatoi, e poi il coma.

I medici annunciarono alla famiglia che non c’erano speranze e che la Dallam avrebbe continuato a vivere come un vegetale. Quando però riprese conoscenza, si scoprì che la parte sinistra del cervello era stata danneggiata in modo permanente, inoltre non aveva memoria, non aveva ricordi, era immobilizzata a letto. E per questi motivi pensò più volte al suicidio. La famiglia riuscì a farla desistere da quest’ultima decisione, ed iniziò un lungo percorso riabilitativo. Grazie alla perseveranza e alla combattività che contraddistinguono Katie, dopo un duro lavoro, e grazie all’aiuto della famiglia, ha nuovamente imparato tutto daccapo, dal linguaggio alle capacità motorie, seppur limitate. Ha anche ripreso a dipingere, difatti la pittura era una sua passione giovanile.

La storia di Katie viene raccontata dalla sorella, Stephanie Dallam, al New York Times dopo l’uscita della pellicola, che specifica di non essere uscita allo scoperto per questioni economiche o legali.

È lampante ravvisare delle analogie tra la storia di Maggie e quella di Katie: entrambe hanno vissuto un’infanzia e una giovinezza difficili, la povertà della famiglia di origine e l’incidente quasi mortale.

Inoltre quello della Dallam è stato l’unico incidente, quasi mortale, nel pugilato femminile americano, e grazie alla profonda conoscenza di Toole del mondo della boxe, e per averlo frequentato per anni dall’interno, potrebbe essere venuto a conoscenza della storia di Katie e averla, in parte, riportata nel suo racconto. Ma non lo sapremo mai con certezza, poiché non rivelò a chi si ispirò per il personaggio di Maggie.

“Se c’è una magia nella boxe è la magia di combattere battaglie al di là di ogni sopportazione, al di là di costole incrinate, reni fatti a pezzi e retine distaccate. È la magia di rischiare tutto per realizzare un sogno che nessuno vede tranne te.” – dal film Million Dollar Baby.

Ed è sicuramente questo, la passione per la nobile arte, che ha spinto le nostre protagoniste/eroine a salire sul ring, anche per quell’ultimo sfortunato incontro.

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Hilary Swank sul set del film “Million dollar baby”

 

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Katie Dallam con uno dei suoi dipinti e la sorella Stephanie

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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http://www.ilgiornale.it

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