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Il Killer dello Zodiaco

La storia degli Stati Uniti possiede una rara quanto macabra mitologia: i Serial Killer. Racconti degni dei migliori thriller o film dell’orrore, con una caratteristica a dir poco inquietante: sono reali. Spesso queste storie hanno un amaro lieto fine, con la cattura del folle omicida. Altre volte invece non esiste una vera conclusione. Una di queste riguarda Zodiac, il Killer dello Zodiaco.

Tra la fine degli anni ’60 e la prima metà degli anni ’70 la California settentrionale vide svilupparsi il caso di questo serial killer, il cui nome deriva dalle lettere che il folle criminale utilizzava per comunicare con la polizia, utilizzando proprio il nome di Zodiac. Il suo periodo di massima attività riguarda il 1969, in cui vengono identificate le cinque vittime canoniche, e i due sopravvissuti. Oltre a queste sette persone Zodiac ha affermato di aver ucciso altre decine di vittime, ma non vi sono prove a sufficienza per ritenere che ciò sia esatto.

Il primo episodio di cronaca nera attribuito al criminale è datato 20 Dicembre 1968. Betty Lou Jensen e David Faraday, a Benicia, California, vennero uccisi intorno alle 23, con un colpo di pistola alla testa per lui e 5 colpi alla schiena per lei mentre tentava la fuga. Un testimone raccontò di aver visto le due auto parcheggiate in una piazzola di Lake Herman Road e, pochi istanti dopo, di aver sentito un forte rumore.

Il secondo caso avvenne diversi mesi dopo. Verso la mezzanotte fra il 4 e il 5 luglio 1969, al parcheggio del Blue Rock Springs Golf Course di Vallejo, California, Darlene Ferrin e Michael Mageau vennero assaliti mentre sedevano nell’auto della Ferrin: un’altra auto si avvicinò e parcheggiò accanto alla loro, poi si allontanò quasi subito, quindi tornò dopo circa dieci minuti, parcheggiò dietro di loro per impedire loro la fuga, scese dall’auto e si accostò alla macchina delle vittime dalla parte del passeggero, usando una torcia per accecare i due ragazzi. Quindi sparò loro con una Luger da 9 mm.
Alle 00:40 del 5 luglio un uomo fece una telefonata anonima al Dipartimento di Polizia di Vallejo per riferire l’accaduto, rivendicando la responsabilità dell’aggressione, nonché gli omicidi di Jensen e Faraday di più di sei mesi prima. La polizia rintracciò la chiamata da una cabina telefonica in una stazione di servizio a Springs and Tuolumne, circa mezzo chilometro dalla casa della Ferrin e solo a pochi isolati di distanza dal Dipartimento dello Sceriffo di Vallejo.
La donna morì, mentre l’uomo riuscì a sopravvivere, nonostante i diversi colpi, sia al torace che al volto. Poté quindi venire ricostruita la scena, riuscendo ad avere una testimonianza diretta di Zodiac.

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Il 1 Agosto dello stesso anno Zodiac si palesò al grande pubblico. Il killer inviò infatti a tre giornali locali delle lettere in cui rivendicava la sua responsabilità negli omicidi, già comunicata alla polizia, e includendo in ognuna delle tre lettere un terzo di un crittogramma. Come spiegava nelle lettere, in quel crittogramma era possibile scoprire la sua identità. Ovviamente il tutto fu accompagnato da minacce, poiché se non fosse stato pubblicato il materiale il criminale avrebbe ucciso più di una decina di persone. Ben presto il messaggio fu trascritto, anche se non del tutto, mostrando la follia del serial killer: nella lettera non vi era il nome di Zodiac, ma la spiegazione al suo uccidere altre persone, a suo dire al puro scopo di uccidere l’animale più pericoloso, l’uomo.

L’estate del 1969 finì senza che si ebbero più notizie del killer dello Zodiaco.
Bryan Hartnell e Cecelia Shepard erano sulle rive del lago Berryessa. Si avvicinò a loro un uomo che vestiva con un costume da boia, con occhiali scuri a coprire i buchi per gli occhi e sul petto un simbolo bianco, lo stesso usato per firmare le lettere di Zodiac, con una pistola Hartnell .45 ACP. L’uomo mascherato dichiarò di essere evaso dal carcere di Deer Lodge, in Montana, dopo aver ucciso una guardia e rubato un’auto, e spiegò che aveva bisogno della loro auto e dei loro soldi per fuggire in Messico. Aveva portato delle corde con cui ordinò alla Shepard di legare Hartnell, prima di legarla a sua volta di persona. Zodiac controllò anche i nodi fatti a Hartnell e li strinse avendo visto che la ragazza li aveva lasciati allentati. Hartnell credeva a quel punto che si trattasse solo di una rapina alquanto bizzarra, quando Zodiac estrasse un coltello e pugnalò entrambi, quindi tornò su Knoxville Road, tracciò sullo sportello dell’auto di Hartnell il simbolo del cerchio attraversato dalla croce e vi scrisse sotto: Vallejo 12-20-68, 7-4-69, Sept 27-69-6:30 by knife.
Un uomo e suo figlio, che erano andati a pesca sul lago lì vicino, trovarono le vittime attirati dalle loro grida di aiuto e chiamarono i ranger del parco. Cecelia Shepard era ancora cosciente quando Collins arrivò e poté fornigli una descrizione dettagliata dell’aggressore. Hartnell e Shepard furono portati al Queen of the Valley Hospital di Napa in ambulanza. La Shepard cadde in stato di coma durante il trasporto in ospedale e non riprese più coscienza: morì due giorni dopo, mentre Hartnell sopravvisse e poté riferire la sua testimonianza alla stampa.

L’11 ottobre 1969 un uomo entrò nel taxi guidato da Paul Stine e gli sparò un colpo alla testa con una 9mm, poi gli prese il portafogli e le chiavi dell’auto e gli strappò un pezzo di camicia. Il 14 ottobre 1969 un quotidiano locale ricevette un’altra lettera da Zodiac, che stavolta conteneva un lembo della camicia di Paul Stine come prova che egli era effettivamente l’assassino; nella stessa lettera era contenuta la minaccia di sparare ai ragazzini che andavano a scuola.

L’8 novembre 1969 Zodiac spedì un biglietto con un altro crittogramma di 340 caratteri, mai decifrato. Il giorno successivo spedì una lettera di sette pagine in cui affermava che due poliziotti lo avevano fermato e avevano persino parlato con lui tre minuti dopo che aveva ucciso Stine. Estratti della lettera vennero pubblicati sul Chronicle il 12 novembre, inclusa questa affermazione di Zodiac; quello stesso giorno, Don Fouke scrisse un memorandum in cui spiegava ciò che era successo quella notte.

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Nella notte del 22 marzo 1970 Kathleen Johns stava guidando da San Bernardino a Petaluma per andare a trovare sua madre. Era incinta di sette mesi e con sé aveva la figlia di dieci mesi. Mentre si dirigeva verso ovest sulla Highway 132 vicino Modesto, un’auto dietro di lei cominciò a lampeggiare e a suonare il clacson. La Johns accostò al bordo della strada e si fermò. L’uomo nell’auto parcheggiò dietro di lei, disse che aveva notato che la gomma posteriore destra della macchina della donna si stava allentando e si offrì di aggiustarla: Kathleen accettò. Dopo che ebbe finito il lavoro, l’uomo rientrò nella sua macchina e si allontanò; quando la Johns rimise in moto l’auto e ripartì la gomma si staccò del tutto. L’uomo, che non si era allontanato di molto, si fermò, fece marcia indietro e si offrì di portarla alla stazione di servizio più vicina per chiedere aiuto. La Johns salì nell’auto dell’uomo con la bambina. Guidando passarono oltre senza fermarsi a parecchie stazioni di servizio: proseguirono per circa tre ore, girando nei pressi di Tracy, e quando la donna chiedeva all’uomo perché non si fermasse, egli cambiava argomento.
Quando il guidatore si fermò a un incrocio, la Johns saltò via dall’auto stringendo fra le braccia la figlia e si nascose in un campo. L’uomo scese per cercarle, ma quando vide che si stava avvicinando un camion fuggì via. Kathleen Johns raggiunse in autostop la stazione di polizia di Patterson; lì, mentre narrava l’accaduto all’agente di servizio, vide il manifesto con l’identikit dell’assassino di Paul Stine e riconobbe in esso l’uomo che aveva rapito lei e sua figlia. L’auto della donna venne ritrovata incendiata.

Zodiac continuò a comunicare con le autorità attraverso lettere e biglietti di auguri inviati alla stampa per il resto del 1970.
In una lettera imbucata il 20 aprile 1970 Zodiac scrisse: “Il mio nome è _____________”, seguito da un messaggio cifrato di 13 caratteri. Quindi affermò di non essere responsabile per il recente attentato con una bomba in una stazione di polizia di San Francisco, ma aggiunse ”there is more glory to killing a cop than a cid [sic] because a cop can shoot back”. La lettera includeva uno schema di una bomba che Zodiac affermò di voler usare per far esplodere uno scuolabus. In calce, aveva scritto: “Io (simbolo di Zodiac)=10, SFPD=0”.
Zodiac inviò altre lettere contententi indizi, rivendicazioni e punteggi.

Il 22 marzo 1971 in una cartolina ricevuta dal Chronicle e indirizzata a “Paul Averly” e attribuita a Zodiac, questi sembrò prendersi la responsabilità della scomparsa di Donna Lass da South Lake Tahoe, California, il 26 settembre 1970. Composta da un collage di lettere dell’alfabeto ritagliate da pubblicità e pagine di riviste, in essa vi era anche un’immagine pubblicitaria di Forest Pines e il testo “Sierra Club”, “trovata vittima 12”, “guardate tra i pini”, “perlustrate l’area di Lake Tahoe” e “in giro nella neve”. Il simbolo di Zodiac del cerchio attraversato da una croce era al posto dell’indirizzo del mittente. La polizia e l’ufficio dello sceriffo trattarono inizialmente il caso della Lass come un semplice caso di persona scomparsa, ritenendo che fosse semplicemente partita di sua volontà. Donna Lass non venne mai più ritrovata. Venne scoperto un sito che a un primo esame sembrò essere stato usato come luogo di sepoltura vicino Claire Tappan Lodge, a Norden, California, nel terreno del Sierra Club, ma gli scavi portarono alla luce solo un paio di occhiali da sole.

In un articolo sul Vallejo Times-Herald del 13 novembre 1972, il detective di Santa Barbara Bill Baker sosteneva che l’omicidio di una giovane coppia nella Contea di Santa Barbara li 4 giugno 1963 poteva essere stato opera di Zodiac (cinque anni e mezzo prima del primo omicidio accertato di Zodiac, a Lake Herman Road).
Robert Domingos e la sua ragazza Linda Edwards furono uccisi con arma da fuoco su una spiaggia vicino Lompoc, California. La polizia ipotizzò che l’assalitore avesse cercato di legare le vittime, ma quando esse riuscirono a liberarsi e tentarono di scappare, avesse loro sparato ripetutamente alla schiena e al torace con un’arma calibro .22. Quindi aveva trascinato i corpi in una capanna nei pressi e aveva cercato, senza riuscirci, di bruciarla.
Alcuni ritengono che l’omicidio di Domingos e della Edwards sia opera di Zodiac a causa delle somiglianze tra questo caso e l’attacco di Zodiac a Lake Berryessa.

Dopo la cartolina di Forest Pines, Zodiac rimase in silenzio per quasi tre anni, dopodiché il Chronicle ricevette un’altra sua lettera, timbrata 29 gennaio 1974, che lodava il film L’esorcista, definendolo “the best saterical comidy” che avesse mai visto. La lettera includeva anche un frammento di verso da The Mikado e un simbolo, diverso da quello usuale, in fondo, il cui significato non è mai stato spiegato dagli esperti. Zodiac concludeva con un nuovo punteggio, “(simbolo di Zodiac)=37, SFPD=0″[30].
Il Chronicle ricevette ancora un’altra lettera, timbrata 14 febbraio 1974, che informava il direttore che le iniziali del Symbionese Liberation Army, gruppo di guerriglia urbano che proprio in quei giorni aveva attirato su di sé l’attenzione del mondo intero rapendo l’ereditiera Patricia Campbell Hearst, formavano una parola che in norreno significava “uccidere”. Tuttavia, la calligrafia non venne ritenuta autentica di Zodiac.
Passarono ancora quattro anni senza comunicazioni, presunte o verificate, da parte di Zodiac. Una lettera del 24 aprile 1978 venne inizialmente ritenuta autentica, ma fu dichiarata un falso da tre altri esperti calligrafi meno di tre mesi dopo; in anni recenti, tuttavia, il giudizio sulla stessa lettera è stato da qualcuno ancora rovesciato, e c’è chi la ritiene autentica.
Da quel momento, più nulla. Il Killer dello Zodiaco svanì senza farsi più sentire.

La SFPD dichiarò il caso “inattivo” nell’aprile 2004, adducendo il gran numero di casi e la mancanza di risorse.
Il caso fu riaperto a marzo 2007, e le prove vennero inviate alla polizia di Vallejo per effettuare altri test del DNA. L’indagine su Zodiac rimane in corso anche in altre giurisdizioni.

 

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