Nell’Italia che esce dalla crisi, tra dati contrastanti, un ruolo importante lo riveste il nuovo mondo delle competenze di chi deve trainare il paese verso un futuro più roseo. Secondo alcuni dati, ripresi dal “Sole 24 Ore”, tra dieci anni le competenze più richieste saranno nel campo umanistico e quale notizia migliore per un Paese come il nostro che dell’Umanesimo ha fatto il suo “Rinascimento”.
Nel frattempo restiamo molto competitivi per il ruolo formativo delle nostre Università e dei nostri Politecnici nei settori ad alto contenuto tecnologico. Questo si collega anche al fatto il nostro tessuto economico fatto di piccole medie imprese ormai da anni è un campo di opportunità anche per le Start Up innovative.
La definizione di Start- Up per sommi capi si riassume nella fase iniziale di un idea aziendale, particolarmente innovativa che tende a consolidarsi. In Italia sono circa 7000 le idee imprenditoriali qualificate come Start-up e molte anche di successo. Il rischio, ma non solo anche i numeri parlano che solo una su cinque resta in vita dopo i cinque anni (dal rapporto sulle Start-Up realizzato dall’AIAF”), è che nel nostro paese le start-up non siano innovative e non puntino a una realizzazione ma tendono a essere delle PMI come riportato recentemente da un articolo di “ Business Insider Italia” dal titolo che dice molto “Le vere start-up innovative in Italia sono poche e non riescono a fare il salto di qualità”.
In un contesto di cambiamento quindi questa possibile negatività può essere vista come opportunità unendo le citate professionalità e il tessuto imprenditoriale italiano con l’aria di innovazione che è insita nel concetto di start-up. In questa prospettiva il mercato italiano, soprattutto per i giovani sembrerebbe ancora una volta sfavorevole, andando a premiare poche idee rispetto all’estero, molto spesso scelto dai giovani talenti del Bel Paese, ma che potrebbe cambiare se come scrive Andrea Arrigo Panato sul “Sole 24 ore”, ci fosse la nascita di “PMI dinamiche” un mix tra Start-up innovative e PMI classiche, un giusto mix tra innovazione e tessuto economico del paese, cosi da sfruttare al meglio la nascita di talenti e idee innovativi senza farli espatriare.
William Grieco
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