Viviamo in tempi, tecnologicamente, davvero interessanti. La progressiva evoluzione delle potenzialità della rete ha condotto ad una vera e propria rivoluzione nel mondo dell’intrattenimento. Andiamo con ordine.
Il vero salto è avvenuto, ormai più di un decennio fa, con l’introduzione della banda larga. La pirateria, fino a quel momento confinata soprattutto nell’ambito musicale, ha conquistato anche il mondo del cinema e della televisione. I vari sistemi di P2P (peer to peer), e i molti sistemi di streaming (come il non dimenticato Megavideo), hanno permesso al pubblico della rete di vedere, per anni, film e serie tv a costo zero, attraverso un incessante lavoro di pirateria, senza nessuna reale mossa per arginare la marea montante. Persino il più grande attacco a questo sistema, con la chiusura del sopracitato Megavideo, non ha portato a effetti così efficaci: in breve molti nuovi siti simili sono nati, sostituendo e occupando le quote di “mercato” del colosso informatico.
“Se non puoi batterli, unisciti a loro“, probabilmente è ciò che hanno iniziato a pensare i piani alti delle molte società dedicate all’intrattenimento. Uno streaming legale, ad un costo popolare, e che possa offrire maggiori vantaggi rispetto ai difetti dei sistemi illegali. Sono nate così Netflix e le molte piattaforme simili, come Amazon Prime Video o Crunchyroll. Server dalla grande potenza, algoritmi in grado di gestire in maniera adeguata lo streaming, grandi cataloghi, e assenza di pubblicità: queste e altre caratteristiche hanno contribuito nella lotta alla pirateria. Seppur non sconfitta, combattere sullo stesso terreno ha condotto dei vantaggi alla battaglia per la legalità.
Mentre molti colossi si apprestano ad entrare in gioco, prima fra tutti Disney, l’intrattenimento continua la sua rivoluzione non solo nel campo dei servizi forniti, ma anche nei modi di fruizione. Le SmartTV sono ormai realtà, consentendo di scaricare applicazioni nella memoria, così da fungere come veri e propri media center, mentre Amazon e Google cercano di andare oltre, fornendo strumenti in grado di trasformare ogni tv in una SmartTV: parliamo della Chromecast di Google e del Fire Stick di Amazon.
Chromecast è la leader del settore. Attraverso una porta HDMI viene collegata alla tv, fornendo un vero sistema di mirroring. Generando un campo Wi-Fi, e collegandosi alla rete casalinga, permette di vedere in streaming, sulla nostra tv, da applicazioni dedicate, nel caso degli smartphone, o trasmettendo direttamente ciò che avviene sul nostro browser. Un sistema votato alla comodità e all’apertura, disponibile per applicazioni come Netflix, YouTube e Spotify. Molto interessante la possibilità di fare streaming diretto dal proprio pc. Il difetto? La necessità di avere un dispositivo associato, come nel caso dello smartphone o del pc.
Amazon è invece entrata di recente nel settore, con il suo Fire Stick. Al contrario di Chromecast, la caratteristica più grande del dispositivo è l’indipendenza. Non è infatti necessario alcun dispositivo associato, poiché Fire Stick può utilizzare, da sé, le applicazioni già installate, controllando il tutto attraverso un comodo telecomando, già ovviamente fornito. Si presta invece ben poco al mirroring in senso classico, come nel caso di Chromecast. Amazon propone così un prodotto che fa del suo vanto l’indipendenza, optando per un sistema maggiormente chiuso, evitando che si possano installare browser come Chrome.
I due maggiori competitor sono dunque pronti a sfidarsi. Chi avrà la meglio? Il tutto con la consapevolezza che nel mondo della tecnologia si può essere spazzati via da chi saprà portare un’idea migliore.
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