Oggi, se nel 1994 quell’attacco cardiaco non se lo fosse portato via, avrebbe compiuto 65 anni, Massimo Troisi.
L’attore, originario di San Giorgio a Cremano, aveva ultimato – dodici ore prima – le riprese de “Il Postino”, capolavoro diretto dall’inglese Michael Radford sul poeta cileno Pablo Neruda e il suo timido e umile portalettere.
La pellicola conquistò nel 1996, quattro nomination e un Oscar per la “migliore colonna sonora drammatica” firmata da Luis Bacalov, oltre ad importanti riconoscimenti (di critica e di pubblico) in tutto il mondo.
Un trionfo sperato e arrivato troppo tardi, purtroppo, per quel film che volle portare a termine a tutti i costi: «Voglio fare questo film con il mio cuore» – diceva- rispondendo alle pressioni delle persone più vicine che lo volevano ricoverato negli Stati Uniti per il trapianto cardiaco.
Non amava parlare tanto di sé, né tantomeno dei suoi problemi di salute che lo minavano sin dall’infanzia.
Timido, silenzioso, (era il suo cuore a fare rumore), malinconico, sensibile, riuscì a fare breccia nei cuori degli italiani – e non solo – per quel naturale, originale e delicato umorismo di un napoletano sui generis.
“Con lui ho capito tutta la bellezza
di Napoli, la gente, il suo destino,
e non m’ha mai parlato della pizza,
e non m’ha mai suonato il mandolino.
O Massimino io ti tengo in serbo
fra ciò che il mondo dona di più caro,
ha fatto più miracoli il tuo verbo
di quello dell’amato San Gennaro”.
(Roberto Benigni)
Definito da Vincenzo Mollica come poeta della vita e della comicità, Massimo Troisi rimane, ancora oggi, uno degli artisti di cui più si avverte la mancanza.
Quel legame profondo, viscerale con il suo pubblico è, tuttavia, forte. È questo l’elisir che lo tiene ancora in vita.
Mi piace immaginarlo qui tra noi pronto a donarci con l’eleganza e la maestria di sempre, sketch sull’Italia, sulle elezioni politiche imminenti, sul primato in classifica del Napoli, ormai lontano dai tempi di “Scusate il ritardo” quando perdeva in casa con il Cesena.
Canticchiare canzoni della tradizione napoletana insieme ai suoi amici più intimi. Con Pino Daniele, compagno dal “cuore matto” anche lui, regalarci forti emozioni ascoltando nuove composizioni per i suoi film che diventeranno inevitabilmente, ancora una volta, colonne sonore delle nostre vite.
La sua arte, il suo essere speciale, la sua umanità, vivono ancora.
Oggi più che mai.
Buon compleanno Massimo!
Ripercorriamo insieme la sua vita, la sua carriera e i suoi più grandi successi.
Massimo Troisi nasce il 19 febbraio 1953 a San Giorgio a Cremano, alle porte di Napoli. Padre ferroviere, madre casalinga cresce in una famiglia molto numerosa: cinque fratelli, due nonni, gli zii e i loro cinque figli. Una vera e propria compagnia di teatro stabile. Amante di Pasolini, compone alcune poesie in dialetto, a lui ispirate, e nel frattempo si diploma come geometra all’istituto “Eugenio Pantaleo” di Torre del Greco. Nel 1972 gli viene diagnosticata un’anomalia cardiaca, che lo obbliga a recarsi negli Stati Uniti quattro anni più tardi per sottoporsi ad un intervento chirurgico alla valvola mitralica.
Muove i primi passi come attore presso il teatro parrocchiale, con diversi amici d’infanzia tra cui Lello Arena. Insieme ad Enzo Decaro fonderanno più tardi il gruppo La smorfia. Il rapido successo portò il trio prima al Sancarluccio di Napoli, poi ai palcoscenici nazionali e infine alla trasmissione televisiva Non Stop.
Dopo alcuni anni di nutrita collaborazione il gruppo si sciolse e Massimo interpretò e diresse il suo primo film, scritto con Anna Pavignano: Ricomincio da tre (1981). Uno strepitoso successo di pubblico e critica. Seguiranno Scusate il ritardo (1982), Non ci resta che piangere (1984) con Roberto Benigni e infine Hotel Colonial (1987) di Cinzia Th Torrini, con John Savage e Robert Duvall. Dopo un terzo film come autore, Le vie del Signore sono finite (1987), ne interpreta tre con la regia di Ettore Scola: Splendor (1987) e Che ora è? (1989) con Marcello Mastroianni e Il viaggio di Capitan Fracassa (1990). Torna alla regia, nel 1991, con Pensavo fosse amore e invece era un calesse. Il suo ultimo film è Il postino, tratto dal romanzo Ardiente Paciencia di Antonio Skármeta. Muore il 4 giugno 1994, il giorno dopo la fine delle riprese del suo ultimo capolavoro.
Qui di seguito un breve elenco delle maggiori pubblicazioni disponibili per approfondire la conoscenza della vita di Massimo Troisi.
- Anna Pavignano, Da domani mi alzo tardi, Edizioni E/O.
- Rosaria Troisi, Lilly Ippoliti, Oltre il respiro. Massimo Troisi, mio fratello, Iacobelli Editore.
- Massimo Troisi, Ricomincio da me, Mondadori.
- Lello Arena, Enzo De Caro, Massimo Troisi, La smorfia, Einaudi.
- Massimo Troisi, Il mondo intero proprio. Pensieri e battute, Oscar Mondadori.
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