Quando lo scorso 6 febbraio Elon Musk, il geniale patron di SpaceX, ha lanciato il suo super razzo Falcon Heavy ha ottenuto due grandiosi risultati. Il primo, dimostrare come la corsa allo spazio sia ancora una strada da battere, ed in secondo luogo far leva sulla voglia collettiva di appassionarci nuovamente a sfide scientifiche che possano stuzzicare il nostro lato curioso e la nostra inventiva.
Ma si sa, ogni medaglia ha due facce. Se Musk rappresenta il lato positivo di questa voglia di conoscenza, il rovescio ha il volto di Micheal Mike Hughes. Se non sapete di chi stiamo parlando, probabilmente siete tra i pochi fortunati che ignorano la teoria terrapiattista, visto che Mike il Folle è l’araldo dei sostenitori di questa strampalata linea di pensiero.
Musk e Mad Mike sono i due volti della genilità. E si sa, spesso il confine tra genio e follia è questione di un soffio. Sembra strano che in un’epoca come la nostra, in cui la scienza cerca di avvicinarsi alla gente e di rendersi più comprensibile, si assista quasi ad un allontanamento da quest’ultima in favore di teorie a dir poco fantasiose, se non apertamente folli.
Negli ultimi tempi stiamo, infatti, assistendo ad una contestazione della scienza, con il fiorire di una serie di teorie e correnti di pensiero che vanno in aperto contrasto con quella che sembra la scienza ‘ufficiale’. Ma come mai questo dissenso? Difficile passare una giornata su internet senza assistere alla nascita di una nuova contestazione o all’inasprirsi di guerre basate sull’assunto del “la scienza ci mente”.
La sensazione è che la libertà di parola garantita da internet abbia avverato la profezia di Umberto Eco, che, in tempi non sospetti, annunciò che “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli “. A sentire una frase del genere, il primo istinto è quello di sentirsi offesi, ma ad un’attenta analisi della ratio dietro questa affermazione possiamo riscontrare una veridicità su quanto accade ogni giorno non solo sui social, ma su internet nel suo complesso.
Il genio di cui parlavamo prima non è solo intuizione, ma anche nell’avere una certa padronanza di elementi che possono sostenerlo. Leonardo da Vinci, Tesla, Edison erano tutti dei geni, ma anche degli studiosi, uomini che sono arrivati alle proprie scoperte tramite anni di esperimenti e scoperte, cercando di padroneggiare una conoscenza sicura su cui poter costruire un’evoluzione per la nostra società.
Oggi, invece, sembra che la cultura sia una questione radicalmente diversa. Se prima l’opinione doveva esser motivata da solide basi, ora la voce di internet, spesso immotivata e frutto di speculazioni dalla natura a dir poco incerta, diventa la base per una pseudo-scienza che sta cercando di far passare per genialità l’ignoranza più basilare, se non addirittura la follia pura.
Difficile non scontrarci con post o articoli che millantano conoscenze incredibili, salvo poi, ad un’attenta analisi, mostrarsi come scempiaggini incredibili. Sapere che ancora esistono dei convinti sostenitori che la Terra sia piatta, nell’era dei satelliti e delle foto dalla ISS, è un controsenso, eppure la scienza, quella vera e suffragata dai fatti, si trova a combattere contro una teoria smontata secoli fa.
Alla base di questi ragionamenti, spesso si nasconde il pericoloso principio della libertà di pensiero, estremizzato al punto che anche il più folle individuo possa avere una legittimazione nell’esprimere la sua opinione. Sarebbe meglio forse fermarsi un attimo, e valutare come il diritto di poter esprimere il proprio parere sia da vincolarsi anche alla competenza sull’argomento di cui si vuol parlare.
Spegnere il cervello perchè convinti dalla massa, sostenere un argomento non per delle prove ma in base a quanti la sostengono, rischia di esser una pericolosa deriva, la morte della ragione. D’altronde, anche l’arte ci aveva avvertiti, tramite la meravigliosa acquaforte Il sonno della ragione genera mostri di Francisco Goya.
Converrete che se un futurista come Musk, che ha alle sue spalle scienziati e team di ricerca, ci dice che la Terra è sferica, ha sicuramente più affidabilità di un folle ex-autista di limousine che cerca di lanciarsi nello spazio, senza successo, per controbattere.
La domanda, a questo punto diventa un’altra: chi è più folle, il matto o chi lo segue? Nel dubbio, speriamo che ci sia sempre un genio che ci mostri una nuova via, magari verso le stelle.
Manuel Enrico
Foto: SpaceX ; Mike Hughes
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