Come nella vita di ogni uccello migratore, anche in quella di Amelie il viaggio verso terre inesplorate è stato un momento esistenziale di importanza cruciale; un viaggio avventuroso e spettacolare che dal 1979 ad oggi l’ha portata a spiccare il volo per percorrere centinaia di migliaia di chilometri, accompagnata dal vento, seguendo rotte apprese e memorizzate grazie all’incredibile senso dell’orientamento tipico di ogni uccello migratore, nella massima espressione del suo essere libera.
E dopo quasi trentanove anni di batter d’ali Amelie ha scelto la sua nuova dimora, quella in cui il longevo uccello, stanco di viaggiare, trascorrerà quel che le resta da vivere, nel gradevole e mite habitat climatico della riserva naturale Saline di Priolo, in Sicilia.
È proprio qui che i responsabili della Lipu, una volta notata la presenza di questo uccello che di certo non passa inosservato per via del suo piumaggio di un colore rosa insolitamente acceso, hanno scoperto che la bella creatura era stata inanellata nello stagno di Fangassier nelle Camargue, a Sud di Arles in Francia, addirittura nel 1979.
Le sue origini francesi hanno fatto sì che fosse scelto per lei il nome Amelie ed in brevissimo tempo la bella fenicottera è diventata un fenomeno, attirando nella riserva priolese centinaia di turisti ed appassionati, tutti accorsi nella speranza di poterne fare la conoscenza ed ascoltare la sua storia.
E pare che Amelie, l’impavida viaggiatrice del Mediterraneo, sia ben consapevole del fatto che quel massiccio flusso di gente che sembra aver improvvisamente riscoperto il proprio interesse per la riserva naturale di Priolo, in fondo è lì proprio per lei, bramosa di ammirarne la raffinata bellezza ed immortalarne l’immagine a futura memoria.
Non è così semplice incontrarla, occorrono appostamenti che possono durare anche diverse ore e che non sempre consentono di portare a casa il risultato atteso, perché Amelie – non si sa bene se per ritrosia o per vanità – gioca a fare la star e come una vera diva stenta a concedersi al clamore del suo pubblico.
Ed è così che in attesa di vederla comparire anche solo per un istante, nulla di più facile che la nostra mente si perda nel silenzio di quel luogo placido ed incantato nel quale circa centocinquanta fenicotteri svernano, prima di intraprendere un nuovo viaggio alla ricerca di terre inesplorate.
Immaginiamo la vita avventurosa di Amelie ed i suoi lunghi viaggi in Sardegna, dove è stata avvistata e registrata nello stagno di Capoterra, o le migrazioni verso la Tunisia, o ancora gli spostamenti in Spagna e ci stupiamo di come sia possibile che un fenicottero libero sia approdato alla riserva Saline di Priolo alla veneranda età di trentotto anni, un’età da record se si considera che Amelie non è cresciuta né vissuta in cattività, ma ha attraversato i cieli del Mediterraneo in assoluta libertà.
E mentre smarriamo la ragione nei meandri della nostra mente e fantastichiamo sul perché o sul per come alcune volte la vita sia così sorprendente, capita tutto ad un tratto che Amelie sia proprio lì davanti a noi, pronta per uno scatto da paparazzo, a sfoggiare con fierezza la sua superba bellezza rivolgendoci, sarcastica, un sonoro marameo.
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