Che la Disney sia avvezza a produzioni inclusive, a passo con le tematiche sociali più dibattute, improntate sull’accettazione dell’altro, sulla tolleranza e differenza dei singoli individui, è risaputo.
Così come è noto che da qualche anno propone modelli femminili che si discostano da quelli classici: è il caso di Tiana, nel 2009, la prima protagonista di colore, la principessa del New Orleans che rivive la fiaba de “La Principessa e il Ranocchio”.
Tocca poi a Merida, nel 2012, la protagonista di “The Brave”, abbattere i tradizionali canoni che vorrebbero una principessa elegante, regale e soprattutto accasata.
Ma la ragazza di ribella a questo tipo di stereotipo e, soprattutto al volere della madre. Alla fine, di fronte a una sfida tra pretendenti decisa dalla regina, dichiara che sarà lei a combattere per “ottenere la sua mano”: libera di rimanere single.
Nel 2013 è poi la volta di Elsa, protagonista di “Frozen”, il film di animazione con più incassi nella storia del cinema(oltre un miliardo di dollari): personaggio indipendente e contro le convenzioni.
Primogenita della famiglia reale di Arendelle, vive in eterno conflitto con se stessa e il suo potere, che possiede fin da piccola, creare e manipolare il ghiaccio.
L’eroina, infatti, si ispira alla alla “Regina delle nevi” della fiaba di Hans Christian Andersen.
Nessuno scenario romantico riguarda direttamente Elsa, infatti al finale del film non trova l’amore bensì se stessa. È invece la sorella Anna a fidanzarsi nel corso del primo capitolo.
Frozen è stato interpretato da gran parte del pubblico come la metafora di una progressiva scoperta e accettazione della propria omosessualità
, il cui culmine sfocia nella colonna sonora “Let it go”, il cui testo dice «le paure che un tempo mi controllavano non possono più avere nulla da me. È tempo di vedere cosa posso fare, di mettere alla prova i limiti e liberarmi, non c’è giusto o sbagliato, nessuna regola per me, sono libera».
La canzone, vincitrice dell’Oscar, è stata intesa come un chiaro rimando al coming out della protagonista, e subito è esplosa una campagna social che, al grido dell’hashtag #GiveElsaAGirlfriend, chiede alla Disney il coraggioso passo di identificare in Elsa la prima principessa omosessuale.
Non è la prima volta che la Disney introduce il tema dell’omosessualità, seppur non trattato direttamente, è stato ugualmente toccato con la pellicola “Alla ricerca di Dory”. Durante la scena in cui la pesciolina cercava la sua strada all’interno del parco oceanografico, le mamme che spingevano il passeggino erano due.

Scena tratta dal film di animazione “Alla ricerca di Dory”
Ad alimentare questa speranza è la stessa sceneggiatrice Jennifer Lee che, in un’intervista all‘Huffington Post spiega che la possibilità che Elsa si innamori di una donna non è così lontana dalla realtà: «stiamo affrontando il tema, ne stiamo parlando e siamo consapevoli di tutti questi aspetti. Sarà la stessa Elsa a dirmi dove condurla».
Se nel secondo capitolo dovesse presentarsi questo scenario, sarebbe un evento realmente rivoluzionario, e senza ombra di dubbio una presa di posizione molto forte.
Al momento però la casa di produzione non ha rilasciato nessuna dichiarazione ufficiale, bisognerà aspettare la fine del 2019, quando Frozen 2 uscirà nelle sale, per scoprire se Elsa si innamorerà di una donna.
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