Stabilire cosa sia precisamente la ninfomania è una questione tutt’altro che leggera. La sfera sessuale di ognuno di noi è un affare molto delicato che resta sempre particolarmente connesso alle convenzioni sociali dell’ambiente che ci circonda e a bisogni mutevoli in quanto assolutamente individuali.
La ninfomania, (dal greco nýmphē, sposa, e manía, follia) cioè l’ossessione morbosa per il sesso, è una vera e propria patologia, innescata sovente, secondo gli esperti, da una sofferenza: una scarsa affermazione sociale, un dolore intimo, personale e difficile da riconoscere.
Non di rado può trattarsi di una completa assenza di ricezione d’amore: una donna vissuta in un contesto anaffettivo, con un’infanzia o un’adolescenza complicate, può essere soggetta a questo tipo di disturbo psichico. Percepisce di non meritare amorevolezza perché non gliene è mai stata dimostrata; crede fermamente di non essere una persona valida e che l’unico modo per essere felice consista nel contornarsi di rapporti aridi e privi di emozioni sincere.
Tutto ciò sfocia in un desiderio sessuale smodato, incontrollato e cronicamente inappagato: per quanto i rapporti si moltiplichino, si avverte la necessità sfrenata di consumare materiale pornografico, di cambiare partner in continuazione e di dare sfogo ad ogni disinibizione.Una donna affetta da ninfomania può essere paragonata ad una persona che soffre di qualsiasi altra dipendenza: proprio come avviene in chi è schiavo della droga, che cerca ad ogni costo di soddisfare le astinenze corporali e mentali, in mancanza di un partner con cui appagare i suoi istinti sessuali estremi, la donna può infatti dedicarsi ad uno spasmodico e compulsivo autoerotismo, accompagnato da forti fantasie: una sorta di ninfomania platonica.
In merito a questo aspetto, è corretto sottolineare come questa pratica sia considerata fisiologica, naturale ed indispensabile per l’uomo, mentre per la donna sia generalmente ritenuta un atto dispregiativo. Una specie di tabù sessuale moderno che, però, in chi è ninfomane aumenta il disagio psicologico: la vittima si sente inadatta, sbagliata, sporca, finendo per accusare un peggioramento del proprio malessere interiore.
Un altro fattore che sviluppa una secondaria forma di ninfomania è l’ansia da separazione: una donna che teme di essere lasciata, soprattutto se poco piacente, nel terrore di non essere più oggetto del desiderio del proprio partner, può finire per sottomettersi a quest’ultimo completamente, provando perennemente a cercare e creare stimoli sessuali, che però spesso finiscono per restare inespletati.
Per uscire da questo tunnel super lussurioso, la donna affetta da ninfomania dovrebbe avvalersi di un supporto specialistico. Analizzato il caso, i medici stabiliranno se prescrivere dei farmaci antidepressivi o una terapia psicologica mirata, atta ad individuare quali siano i disagi reconditi alla base di questa ipersessualità involontaria: in quanto tale è sbagliato sostenere che basti smettere di cercare partner sessuali per superare il disturbo.
La soluzione è rivolgersi senza vergogna a degli esperti psicologi o psicoterapeuti. Essi saranno in grado di far tornare la persona ad uno stato di normalità, permettendole – peraltro – di tornare a vivere una quotidianità sana, ricca di emozioni e sentimenti, superando l’incubo del sesso come mero atto perverso ed animalesco o, come direbbe il medico francese de Bienville, cancellando questa fase di “furore uterino”.
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