“La Bellezza non ha causa:
Esiste.
Inseguila e sparisce.
Non inseguirla e rimane.”
(Emily Dickinson)
Deve essere stato davvero difficile per la Regina Grimilde accettare una così grave umiliazione, quando a un certo punto della sua esistenza – dopo infiniti giorni tutti uguali passati a chiedere al suo specchio magico chi fosse la più bella del reame e puntualmente sentirsi rispondere “Sei tu, mia Regina!” – tutto a un tratto, senza alcun preavviso, come un fulmine a ciel sereno o una nota stonata in una dolce melodia, alla fatidica domanda indirizzata al suo fido amico riflettente su chi fosse la più bella e amabile donna del regno, questi ha risposto impunemente: “È Biancaneve la più bella!”.
Panta rei diceva Eraclito, tutto scorre.
Le cose cambiano, la materia invecchia, per perire e rigenerare materia, in un continuo divenire, la bellezza svanisce, perché questa è la naturale evoluzione delle cose.
È oggi si può dire che la bellezza sia diventata una vera ossessione.
Gli input che ci provengono dalla televisione, dal mondo dello spettacolo, dalla pubblicità, sono tutti indirizzati a inculcare in noi donne (ma ormai anche negli uomini) la necessità di doverci prendere cura in maniera quasi compulsiva del nostro corpo, perché le rughe sul viso, il seno non più turgido e sodo, la pelle del décolleté non proprio fresca come una volta, i segni del tempo – testimonianza della maturità acquisita nel corso degli anni andati che visivamente si riflette anche sul corpo – sono evidentemente inaccettabili per la società in cui viviamo, ma a dirla tutta anche per noi.
La prima linea che ci segna il volto è davvero, per ognuna di noi, un insostenibile affronto che ci rivolge la vita; e la prima cosa che di impulso ci viene da fare è liquidare la faccenda ripetendo al nostro io interiore, mentre ci guardiamo allo specchio, insistentemente e continuamente, che si tratta di una rughetta di espressione, nulla di più! Peccato che a sedici anni non eravamo così espressive; sarà davvero una questione di espressività?!
Ma come funziona, poi, quando quella ruga che ci rende così espressive, per non dire anche così interessanti, cede il passo alla sua gemella e poi a un altro segno e a un’altra linea ancora, fino a innescare quell’ormai irreversibile e fisiologico cedimento strutturale chiamato invecchiamento, tipico del peggiore degli incubi?
Bè, il rimedio è di immediata intuizione. Si compra alta cosmesi dal costo nient’affatto abbordabile, per non dire stratosferico, e si va dal chirurgo plastico; questo per quelle che se lo possono permettere.
Per tutte le altre sopraggiunge l’amara rassegnazione. No, i pizzicotti non servono a nulla, non è un brutto sogno, è proprio così, la dura realtà…abituatevici!
Bè, vorrei un attimo sovvertire gli schemi e invitare tutte coloro che fino a tale momento si sono riconosciute e riviste in ogni mia singola parola, per come scritta poco più sopra, a ragionare in senso inverso.
Fino ad ora l’unica cosa che ci è parso di desiderare è stata quella di essere Biancaneve, la ragazza acerba dalla pelle candida e liscia, levigata e lucida come la porcellana, spensierata e di nobili pensieri, perché la vita le sorride e non ha ancora affrontato i veri drammi dell’esistenza.
Ora però proviamo a far finta di voler essere Grimilde, la donna la cui bellezza incontrastata non è mai stata messa in discussione. Fino al momento in cui non è arrivata Biancaneve, quella più giovane e fresca che ha preso il suo posto nelle grazie dello specchio magico…e non solo!
Se ci pensiamo bene, non è poi così male essere Grimilde; certo, probabilmente prima, al suo passaggio si giravano in cento, tutti magnetizzati da cotanta bellezza; ora si girano a malapena in dieci, ma in fondo Grimilde ha dalla sua un certo fascino; è il fascino della maturità, dell’esperienza, la raffinatezza e l’eleganza tipiche di chi ha affrontato un percorso ed è diventata Donna.
Thomas Mann sosteneva: “La bellezza ci può trafiggere come un dolore”, celebrando le emozioni che essa è in grado di suscitare in chi osserva una cosa bella in assoluto, ma anche semplicemente bella per chi la guarda.
E allora sarebbe utile cominciare a guardare oltre le apparenze perché la vera bellezza è quella del cuore; si è belli perché si è vivi e invecchiare è, senza dubbio, il più grande dei privilegi.
Al bando i modelli estetici imposti dalle mode del momento, gli stereotipi effimeri di bellezza banale e omologata, la chirurgia estetica che ci rende le labbra più gonfie di canotti e gli zigomi rotondi e sporgenti come se avessimo delle palline da ping pong impiantate nelle guance; accettiamo quello che la natura ci ha riservato e ci riserva e impariamo ad apprezzare i valori e le esperienze più autentici della vita; impariamo che ogni ruga che ci segna il volto ha la sua storia da raccontare e la fortuna è poter accumulare il maggior numero possibile di storie da raccontare.
Non è poi così brutto essere Grimilde. In fondo, lo diceva anche Billie Burke, “L’età non è importante, a meno che tu non sia un formaggio”.
In ricordo di un amico
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