ATTUALITÀ

TRANSUMANESIMO, L’UMANITÀ PROIETTATA NEL FUTURO

Da parecchi anni sta ricevendo sempre più consensi un movimento culturale che vuole diventare una guida per il futuro della nostra razza: il transumanesimo. Questa scuola di pensiero si prefigge di creare una linea guida per la nostra specie che in futuro le possa consentire di andare oltre quelli che sono i suoi limiti attuali.

Fantascienza? In effetti il transumanesimo sembra una filosofia più vicina ad alcune tematiche cyberpunk che non al prossimo step evolutivo umano, eppure non possiamo negare che alla base di questo movimento ci siano elementi che già fanno parte, seppure a livello minimo, della nostra vita.

Ma cosa si intende per transumanesimo? La prima definizione risale al 1957, quando Julian Huxley sostenne che la filosofia di questa ideologia fosse  “l‘uomo che rimane umano, ma che trascende se stesso, realizzando le nuove potenzialità della sua natura umana, per la sua natura umana “. All’epoca , la scienza era alle prese con i primi grandi esperimenti dell’informatica, e la commistione uomo-macchina apparteneva ancora alla fantascienza. Per darvi un’idea, solo nel decennio successivo venne ottimizzata la tecnologia per le valvole cardiache. E questo ritrovato medico è un punto che rafforza le idee del transumanesimo.

Cyberpunk

 

La funzione del transumanesimo, infatti, è quella di consentire all’umanità di trascendere i propri limiti, utilizzando la scienza come uno strumento per migliorarsi. Questa voglia di sperimentazione e miglioramento continua rende ogni nuovo ritrovato scientifico materia di interesse per i transumanisti. Dalla ricerca genetica alla robotica, passando per le intelligenze artificiali e la ricerca medica. Pensiamo alle protesi, ad esempio, il cui utilizzo può migliorare sostanzialmente la vita di alcuni individui, e al modo in cui si cerca di realizzarne sempre di più performanti, cercando di riprodurre in modo quanto più sensibile la funzionalità di veri arti.

In tal senso, il transumanesimo viene ad esser meglio identificato dalla definizione che, negli anni ’80’, diede Max More: “Il transumanesimo condivide molti elementi con l’umanesimo, inclusi il rispetto per la ragione e le scienze, l’impegno per il progresso ed il dare valore all’esistenza umana (o transumana) in questa vita. Il transumanesimo differisce dall’umanesimo nel riconoscere ed anticipare i radicali cambiamenti e alterazioni sia nella natura che nelle possibilità delle nostre vite, che saranno il risultato del progresso nelle varie scienze e tecnologie.”

Comprensibile come per i transumanisti al momento sia il rapporto uomo-macchina ad essere al centro dell’attenzione, con particolare interesse verso l’evoluzione informatica. Una delle più attese scoperte, in tal senso, è la digitalizzazione delle coscienze, la possibilità di poter riversare la propria mente in una combinazione digitale, in una sorta di immortalità elettronica, tramite un mind uploading. Esattamente come visto nella serie TV originale NetflixAltered Carbon, giusto per capirsi. Certo, questo atteggiamento solleva una serie di questioni etiche e morali non indifferenti, ma il concetto di transumanesimo è prettamente laico, anche se numerosi aderenti rimangono legati alle proprie confessioni.

cyborg

Ma è così lontano dal presente il transumanesimo? Per quanto questa corrente di pensiero possa sembrare incredibile, alcuni piccoli elementi del transumanesimo sono già presenti nella nostra vita. I ritrovati in campo medico, in modo particolare, sono un esempio di come alcune teorie transumaniste possano prendere corpo. Dalle valvole cardiache alle protesi, quello che un tempo sembrava fantascienza oggi è diventata la normalità. E chi può dirci cosa ci riserveranno le future scoperte scientifiche?

Certo, le teoria transumanista potrebbe anche rappresentare, da un punto di vista etico, la perdita stessa dell’umanità. Se da un lato l’ottica pan-umana del movimento, che prevede una parità per tutti all’accesso di questi benefici, sembra un elemento di sicuro merito, dall’altro verrebbe da chiedersi quanto di umano, quanto della nostra umanità, per l’appunto, verrebbe meno. Se oggi gli arti artificiali sono usati per dare una vita migliore a vittime di incidenti, come potrebbe esser recepita la dottrina trasumanista, se domani scegliessi di rinunciare alla mia gamba organica in favore di una tecnologica che mi renda “migliore”? Sarei diventato più umano, oppure avrei rinunciato a parte della mia umanità?

Sicuramente il transumanesimo ha una sua connotazione precisa, esercita un fascino e ha dei punti a suo favore, ma si tratta anche di una sfida che si estende, dal lato tecnologico, anche al campo etico e morale. Per ora, continuiamo a tenerci ben stretti i nostri occhiali da miope.

Copyright Photo: Copertina; Cyberpunk; Cyborg

 

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