Correva l’anno 1939, l’allora National Comics risultava essere molto popolare fra i giovani lettori di fumetti americani, i suoi Action Comics e Detective Comics spadroneggiavano sulla scena. Specie quest’ultimo risultava essere particolarmente apprezzato; originariamente concepito come antologico focalizzato su storie hard boiled e noir, non aveva mai visto un protagonista fisso sui propri numeri.
Ma la storia stava per cambiare per sempre.
Il successo di Action Comics portò gli editori della National a richiedere l’ideazione di altri supereroi, diversi da Superman, allo scopo di guadagnare di più. Bob Kane, futuro disegnatore di Batman e leggenda dell’industria del fumetto, ideò quindi The Bat-Man. Nonostante i primi schizzi lo raffigurassero molto simile a Superman, il personaggio risultava essere nato come fusione di più idee dello stesso Kane. L’idea del mantello con le ali da pipistrello richiamava infatti alcuni disegni di Leonardo da Vinci (come ricorda il suo assistente e poi scrittore della testata, Bill Finger).
STORIA DEL SUPEREROE, ISPIRATO A LEONARDO DA VINCI, CHE HA CONQUISTATO LE PAGINE DEL FUMETTO MONDIALE
Bill Finger ideò quindi il nome di Bruce Wayne, nato da una felice combinazione tra il normanno re Robert Bruce di Scozia (uno dei guerrieri più famosi della sua epoca e noto per il patriottismo e per il suo impegno per la libertà) e l’ufficiale Mad Anthony Wayne del periodo coloniale. Ulteriore ispirazione per il personaggio fu data anche dal Phantom di Lee Falk. Era nato Batman, ora bisognava solo farlo apparire sulla testata ideata appositamente per storie di stampo detective, pulp, noir e hard-boiled.
Sul numero del 27 maggio 1939 di Detective Comics (uscito effettivamente l’1 luglio dello stesso anno), all’interno della storia Il caso del sindacato chimico, fa quindi la sua prima apparizione Batman. Scritto da Bill Finger e disegnato da Bob Kane, il numero 27 di Detective Comics si stima valga almeno 1.400.000 dollari. Ed è proprio in questo primo numero che fa capolino anche un altro beneamato personaggio del mythos di Batman, ovvero il Commissario Gordon.
La storia è stata ristampata moltissime volte, ed ancora oggi è possibile ritrovarla su molti volumi, tra cui: Batman 73 della linea Rinascita (2017) – edizione Jumbo; il recentissimo Batman: Le Grandi Storie; Batman Chronicles #1; gli Archivi di Batman. Il successo fu elevatissimo, talmente elevato che Batman divenne il protagonista indiscusso della serie Detective Comics. Successivamente vennero introdotti tanti personaggi satellite tra cui Robin. Quest’ultimo ebbe talmente tanto successo e presa sul pubblico che per lui venne creata una testata dedicata dove fecero per la prima volta la loro comparsa, personaggi del calibro di Catwoman e Joker.
Il successo di Batman non è mai diminuito, neanche nel periodo nero a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 e neanche nella cd. Dark age (1990 in poi), con circa 960 numeri pubblicati in Italia di Detective Comics e altrettanti della serie Batman.
IL SUCCESSO CONTINUA E GLI ANNI ’70 E ’80 DANNO VITA ALLA DARK AGE DI BATMAN
Chiaro che fornire una panoramica in poche righe della storia editoriale di Batman è impresa ardua, se non impossibile, ciò che si può fare è indicare dieci storie che possano avvicinare il fruitore, alla lettura di questo leggendario personaggio. Vediamo, di seguito, quali sono le cinque migliori storie che vedono il nostro cavaliere come protagonista
5: Batman: Torre di Babele (oppure Justice League of America: Torre di Babele), di Mark Waid e Howard Porter
Altra esplorazione del concetto di moralità secondo Batman, nonchè espressione del concetto “il fine giustifica i mezzi”. Cosa succederebbe se l’intera JLA diventasse cattiva e cambiasse schieramento? La storia mostra fino a che punto si spingerebbe Bruce per ristabilire lo status quo e riavere i suoi amici dopo che Talia al Ghul (figlia del cattivo principale della storia, Ra’s al Ghul) è riuscita a rubare i piani segretti tenuti da Bruce per contrastare ogni singolo membro della Lega della Giustizia.
4: Batman e Figlio, di Grant Morrison e Andy Kubert
Prima parte della fenomenale run del maestro Morrison, in cui viene introdotto per la prima volta il figlio di Bruce Wayne e Talia al Ghul, Damian Wayne. Creato geneticamente per essere intelligente quanto il padre e spietato come la madre, lo vedremo impegnato a ordire complotti nei confronti di Tim Drake, principalmente essendo intenzionato a prendere il suo posto come Robin, e nei confronti di Alfred. La storia mostra essenzialmente il difficile rapporto padre-figlio tra i due, nela specie sarà Bruce a dover fare da contraltare all’oscurità di Damian.
3: Batman: Hush di Jeph Loeb e Jim Lee
In questa storia del 2002, Loeb continua il suo viaggio nel descrivere la sua visione personale di Batman (dopo Il Lungo Halloween, Vittoria Oscura e Vacanze Romane), disegnato dal leggendario Jim Lee al top della sua forma, Hush racconta di un misterioso personaggio, con la testa avvolta in alcune bende, chiamato Hush, che sembra intento a sabotare Batman da lontano, usando per i suoi scopi altri villains del mythos di Batman. La storia sottolinea inoltre i sentimenti romantici tra Batman e Catwoman, prendendo atto dell’infinito tira e molla fra i due. La storia non presenta elementi particolarmente innovativi, ma l’arte di Lee la rende ancora oggi la storia meglio disegnata di Batman
2: Batman: Il Lungo Halloween, di Jeph Loeb e Tim Sale
Ambientata durante il primo anno di attività del supereroe (quindi nella stessa timeline di Anno Uno). La lunga notte di Halloween narra la ricerca del misterioso assassino Festa, così chiamato per la particolarità di uccidere soltanto durante le festività, da parte di Batman, James Gordon e Harvey Dent. La storia affronta anche gli eventi che hanno portato alla nascita di Due Facce e la lotta di Batman contro il crimine organizzato che attanaglia la città di Gotham City. Le vicende raccontate nella saga vennero successivamente riprese in Batman: Vittoria oscura e Catwoman: Vacanze Roman, entrambi ad opera di Loeb e Sale. Jeph Loeb dichiarò che parte della trama nacque da uno spunto datogli dal collega Mark Waid, il quale, quando scoprì che Loeb stava lavorando a una storia ambientata nel primo anno di vita del supereroe, gli suggerì di concentrarsi sul personaggio di Harvey Dent prima che diventasse Due Facce, un aspetto che non era stato toccato dall’originale.
Interessante anche la caratterizzazione di uno dei personaggi più stupidi mai creati, l’Uomo Calendario. In ogni caso Loeb utilizza qui elementi che poi verranno ripresi in tutte le sue opere del Crociato: un killer misterioso, svariate apparizioni di piu’ di un nemico di Batman, comparto artistico mozzafiato ed un finale aperto.
1: Batman: Anno Uno, di Frank Miller e David Mazzucchelli
In questa storia seminale, Bruce Wayne e il tenente di polizia, James Gordon, arrivano a Gotham City: uno ritorna alla propria città natale dopo anni di assenza, l’altro si è trasferito insieme alla moglie Barbara per problemi con i precedenti colleghi… il resto e storia e non siamo qui per spoilerarvela.
Questa storia è stata ristampata in circa una ventina di edizioni, e rimane ancora oggi la migliore storia “di origini” di Batman, senza nessun villain particolare, ma anzi, mostrando solo le buone intenzioni e l’inflessibile tenacia di due uomini disposti a tutto per risollevare le sorti di Gotham, la Babilonia del crimine.
Manca qualcosa vero? Mancano almeno altre due storie, entrambe considerate il pinnacolo dell’era gritty del fumetto supereroistico, costituenti, loro malgrado, la testa di ponte per la dark age del fumetto, un’era fatta di pessimismo e di storie violente. Eccole qui allora.
0: Batman: Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, di Frank Miller
La storia ha rappresentato, e rappresenta tuttora, uno dei maggiori successi degli anni ottanta e ha contribuito a forgiare nel grande pubblico la percezione che anche il fumetto di genere supereroistico può trattare temi adulti affiancati ad alti livelli di qualità artistica . La vicenda si svolge in una realtà alternativa rispetto a quella degli albi normalmente pubblicati dalla DC. In questo contesto i supereroi sono più vecchi di venti anni e Bruce Wayne non indossa più il costume dell’Uomo Pipistrello da dieci anni. In una calda Gotham City l’ondata di criminalità è in forte aumento, anche grazie alla gang nota come i “Mutanti”.
La storia racconta di un futuro lontano, un futuro dove Gotham non può più fregiarsi del suo difensore. Si tratta di una (re)visione pessimistica e oscura del mythos di Batman. Nonostante il mood dark, la storia finisce in modo ottimista (ed ha anche due sequel). Importantissima è anche la risposta alla domanda “chi vincerebbe tra Superman e Batman”, il lettore troverà la sua risposta nel corso della lettura.
-1: Batman: The Killing Joke, di Alan Moore e Brian Bolland
La storia esamina il rapporto strano e contorto che Batman ha con il suo più vecchio nemico, il Joker. Moore, oltre a illustrare una delle possibili origini del villain, ci regala anche un aspetto della vita del Joker fino ad allora sconosciuto e seguendo lo stile dei primi numeri (infatti, la storia è un approfondimento del n. 168 di Detective Comics). Questa è sicuramente la mia storia preferita su Batman (e su Joker), e per questo non mi dilungherò eccessivamente sulla sinossi, specie vista anche la brevità rispetto alle altre sopra menzionate (46 pagine). Essenzialmente si tratta del tentativo di Joker di portare Batman alla pazzia, la sua stessa pazzia e vedere se finalmente riesce a spezzarlo mentalmente, portandolo al suo stesso livello. Non prima ovviamente di aver rovinato la vita a lui, a Jim Gordon e a sua figlia Barbara.
Ancora oggi la sequenza finale è alla base di un acceso dibattito su cosa sia successo dopo il proverbiale “killing joke”, inutile dire come questo finale aperto sia uno dei segreti meglio custoditi dal Bardo di Northampton.
Massimiliano Perrone
Foto da: 1
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