Abbiamo spesso sentito dire che “siamo quello che mangiamo” e, pur cogliendo in linea generale il senso di questa frase, non ci siamo forse mai fermati a riflettere sul fatto che il nostro corpo è lo specchio del nostro sostentamento quotidiano.
Nella vita di tutti i giorni quanta attenzione prestiamo a ciò che mangiamo? Un’alimentazione corretta e sana è alla base della nostra salute. Ma in realtà quanti sanno per davvero cosa significhi adottare uno stile di vita sano?
Abbiamo a tal proposito intervistato la biologa nutrizionista Lucia Lavalle, esperta in alimentazione.
Dott.ssa Lavalle quanto è importante oggi parlare di alimentazione?
Durante la sua evoluzione l’uomo ha perso la capacità istintiva di autoregolare la propria alimentazione. L’abbondanza di cibo e di sofisticazioni alimentari e soprattutto il bombardamento mediatico a cui siamo sottoposti quotidianamente, ci spingono a mangiare male e molto spesso più di quanto non sia previsto nel nostro naturale fabbisogno energetico.
Con il tempo abbiamo perso la percezione della reale sensazione di fame e abbiamo viziato il nostro profilo gustativo con cibi che di naturale hanno ben poco, la cui gradevolezza è senza dubbio indiscussa, ma a discapito della nostra salute perché eccessivamente salati o zuccherati, dall’elevato contenuto di grassi e dal bassissimo valore nutrizionale.
Una dieta sana può aiutarci a prevenire l’insorgere di alcune patologie.
Parlare soltanto di dieta è riduttivo. Gli alimenti trattati in modo funzionale sono un vero e proprio farmaco in quanto la qualità, la purezza e la dose, rappresentano il discriminante tra il veleno e l’antidoto.
Governando con lucidità la nostra alimentazione il cibo diventa una potentissima arma di prevenzione e terapia al contrario però può essere il più subdolo e aggressivo vettore di malattia.
Di recente The Walt Disney Company Italia e Unisalute hanno lanciato un app “Unisalute Junior” che offre suggerimenti su come mangiare bene ed essere più attivi utilizzando il potere dei personaggi Disney. Secondo lei, quanto è importante educare i più piccoli ad una corretta alimentazione?
Così come è importante trasmettere ai nostri figli messaggi di educazione civica allo stesso modo è bene che nella fase in cui l’apprendimento è massimo prendano piena consapevolezza del cibo e apprezzino fin da subito sapori naturali e scevri da qualsiasi manipolazione industriale.
Controllate quello che è presente nelle vostre dispense e sulle vostre tavole, siate voi per primi modello ed esempio perché l’inganno alimentare è dietro l’angolo e l’obesità infantile è arrivata a percentuali altissime.
I bambini cicciottelli, non sono bambini in salute e saranno inevitabilmente i malati del futuro. Ormai è noto che le multinazionali alimentari e in particolare quella dello zucchero, abbiano manipolato moltissimi degli studi scientifici riguardo l’interazione di specifici alimenti con l’insorgere delle più subdole malattie metaboliche, a partire dal diabete passando per le dislipidemie e le malattie cardiovascolari e addirittura il cancro.
Uno studio dei ricercatori dell’area di Malattie epato-metaboliche dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, ha dimostrato che, l’abuso sistematico del fruttosio aggiunto ai cibi e alle bevande ha gli stessi effetti pericolosi dell’alcool. Ogni grammo in eccesso rispetto alla quantità massima giornaliera indicata per l’età pediatrica (circa 25 grammi), accresce di una volta e mezza il rischio di sviluppare malattie epatiche gravi.
Vogliate bene ai vostri figli! Perdete tempo a cucinare, cucinate insieme, evitate merendine preconfezionate, scegliete alimenti vivi e controllati, insegnategli ad amare e aver cura di sé, del proprio corpo.
Una visita dal nutrizionista è importante per capire quali sono i propri sbagli alimentari e correggerli nel modo giusto. Qui si inserisce la sua professione. Ci aiuti a capire meglio qual è il ruolo del nutrizionista?
Ho iniziato ad amare la mia professione nel momento in cui io stessa ho manifestato forti disagi nei confronti del cibo ed all’accettazione del mio corpo.
In quel periodo, intrapresi gli studi universitari e parallelamente, iniziai a documentarmi sui percorsi di studio più aggiornati che si allontanavano molto dalla dietetica tradizionale e accademica.
Ho imparato che il mio lavoro non può fermarsi alla mera compilazione di una dieta, la consulenza nutrizionale deve essere sempre accompagnata da una profonda conoscenza della persona che si ha di fronte, del suo passato e del suo presente. Spesso c’è bisogno della collaborazione con figure professionali diverse dalla mia: dallo psicologo al personal trainer, al fisioterapista. La compliance tra me e il mio paziente deve essere massima, i risultati raggiunti da ognuno di loro devono essere anche i miei.
Come funziona una consulenza nutrizionale?
La consulenza nutrizionale si avvale di una serie di step fondamentali il cui obiettivo principale, è quello di sostenere la persona che decide di intraprendere un percorso alimentare affidandosi ad un esperto. L’imprinting è importantissimo. È proprio in quel momento che si gettano le basi per raggiungere l’obiettivo desiderato.
Nella prima fase, pertanto, cerco di ricavare una serie di informazioni utili a capire qual è l’obiettivo della persona che ho di fronte. Faccio alcuni esempi: dimagrire, migliorare il proprio stato di salute, accettare sé stessi.
Dopo un’attenta anamnesi delle abitudini alimentari, dello stile di vita e delle informazioni cliniche, si passa al reperimento delle misure: peso, altezza circonferenze. Segue l’esame bioimpedenziometrico per la valutazione della composizione corporea e quindi della qualità della massa muscolare, quantità di massa grassa, e distribuzione dei fluidi corporei. Si termina valutando quale sia il migliore piano nutrizionale il quale deve essere pienamente accettato e portato a termine.
È importante abbinare una corretta alimentazione all’attività fisica?
L’uomo è geneticamente programmato per muoversi: basti pensare all’uomo primitivo che si sottoponeva ad estenuanti sedute di caccia per riuscire ad alimentarsi, o ad un bambino che non appena scopre la sua capacità di sgambettare non può più farne a meno. Ebbene, anche in questo caso, l’evoluzione e lo sviluppo tecnologico, hanno creato le condizioni per le quali l’uomo diventa sedentario e di conseguenza il cibo assunto durante la giornata, da energia di pronto utilizzo, viene destinato per la maggiore a stoccaggio sotto forma di grassi, perché non si ha più la possibilità di consumare kcal proporzionalmente a quelle che si introducono quotidianamente.
Per cui assolutamente si, l’attività fisica è imprescindibile per la buona riuscita di un percorso nutrizionale, sia quella programmata in palestra che quella Neat (Non-exercise activity thermogenesis), imponendoci ad esempio di fare a meno dell’auto e dell’ascensore.
Cosa bisogna mangiare prima e dopo un allenamento?
L’attività fisica programmata quindi quella svolta in palestra o in piscina o al parco, utilizza metabolismi energetici diversi a seconda che sia un’attività di tipo aerobico o anaerobico o un mix dei due. I substrati energetici utilizzati dal corpo passano dagli zuccheri ai lipidi. È molto soggettivo. Molti preferiscono iniziare il proprio allenamento a digiuno, altri invece preferiscono assumere zuccheri prima dell’allenamento o addirittura durante. Ritengo più importante invece, nutrirsi successivamente ad una seduta di allenamento, in modo tale da alimentare il muscolo che è stato stimolato ed evitare fenomeni di catabolismo. Vanificando gli sforzi perché il corpo “cannibalizzerebbe” i propri muscoli: quindi zuccheri per l’accrescimento muscolare e proteine per evitare il catabolismo e mantenere la massa già sviluppata.
Siamo bombardati ogni giorno da mille diete, ognuna delle quali promette miracoli; quanto sono nocive per la salute? La dieta mediterranea è la dieta più sana ed equilibrata?
Intorno al mondo della nutrizione e più in generale dell’alimentazione ruota l’economia mondiale. Non è un luogo comune! Le più grandi multinazionali si occupano proprio di questo: producono materie prime, cibi sofisticati, molto spesso junk food e creano un’utenza altamente dipendente. Da ciò le conclusioni sono facilmente traibili: studi scientifici pilotati, scienziati corrutibili, noti nutrizionisti che spesso si piegano a questa logica consigliando alimenti come latte e biscotti a colazione e vendendo una simil dieta come mediterranea.
Veicolare questo e altri tipi di messaggi attraverso le tv è molto incisivo. Il cittadino medio è disposto a crederci e a farne la sua routine alimentare per comodità (alimenti facilmente reperibili) e per soddisfazione del gusto (alimenti palatabili).
La dieta mediterranea è altro. È costituita principalmente da materie prime autoctone provenienti dalle regioni del sud: olio d’oliva, grani antichi, pesce azzurro, e da grandi digiuni, conseguenza di credenze religiose molto radicate in quelle popolazioni a quei tempi.
L’estate si avvicina. Ci può dare qualche consiglio per prepararci al meglio?
Con l’arrivo della bella stagione le consulenze nutrizionali si moltiplicano rispetto al resto dell’anno; si vuole arrivare in forma alla prova costume e raggiungere grossi obiettivi in poco tempo.
In questo periodo si può solo migliorare il tiro in soggetti che tutto l’anno si sono dedicati al mantenimento della propria forma fisica. Una sana alimentazione deve essere la norma non l’eccezione di un paio di mesi.
Il mio consiglio è quello di migliorare l’idratazione, di razionare bene i pasti durante la giornata, ridurre ai minimi termini l’assunzione di zuccheri semplici e cibi raffinati e al contrario aumentare l’assunzione di frutta e verdura fresca.
Inoltre, per ottimizzare i benefici dell’esposizione solare iniziare fin da subito ad assumere cibi molto colorati ricchi di anti ossidanti e carotenoidi che stimolano la produzione di melanina di cui è ricca in primis la carota ma, in generale, il beta carotene, abbonda nei vegetali gialli, arancioni e verdi come pesche, albicocche, angurie, broccoli, rucola e meloni.
Copyright Foto: Lucia Lavalle
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