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DALLA CARTA AGLI E-BOOK, LA DURA EVOLUZIONE DELLA LETTURA

Arriva quel momento in cui bisogna accettare la propria sconfitta, quindi lo ammetto: ho perso la mia guerra. È stata una battaglia logorante, fatta di spostamenti strategici e di piccoli trucchi per non cedere spazio al nemico, ma alla fine sono capitolato: non ho più spazio per i libri in casa! 

E per un lettore instancabile, esempio vivente del tsundoku, questo è un dramma esistenziale, una disperazione che ti fa desiderare di vivere in un Tardis, sperando di riuscire a non saturare anche quello di volumi!

Che poi si potrebbe pensare che ad un certo punto ti passi pure la voglia di leggere, preso dai mille impegni della vita. Invece no, quel bisogno di rifugiarti tra le pagina di un libro non ti abbandona mai, la voglia di leggere, di esplorare nuovi mondi o indagare su misteri affascinanti è immortale, è ancora lì che bussa instancabile nella mia mente, divenendo l’artefice  principale della mia sconfitta, quella debacle che mi ha costretto a diventare schiavo del nemico: l’ebook reader!

Mi son sempre ostinato a ritenermi un intrasingete lettore ‘da carta’, abituato al fruscio delle pagine, che siano di un libro o di un fumetto non importa, ho bisogno di quel rapporto tattile che mi lega alla lettura. 

Eppure sono finito come il protagonisti di Ur, una delle storie brevi contentoi in Il bazar dei brutti sogni di King. Ironico che sia stato scritto da buon vecchio zio Steve per essere un traino per il Kindle, non trovarte? In Ur, il protagonista è un luddista che si decide a comprare un ebook reader, e lì mi son reso conto che, anche se per altri motivi, io e il disgraziato in questione abbiamo fatto la stessa scelta, ci siamo arresi. 

Sai chiaro,  non ho nulla contro la tecnologia, anzi ne sono un ferreo ammiratore e consumatore, ma sulla questione libri si finisce in un terreno minato. Certo, avere un piccolo gioiellino capace di contenere un’intera biblioteca è una grande comodità, ma ha lo stesso difetto di ogni dispositivo tecnologico: manca di sentimento, di emozione.

UN LIBRO SOGNA. IL LIBRO È L’UNICO OGGETTO INANIMATO CHE POSSA AVERE SOGNI. 

(ENNIO FLAIANO)

Starete pensando che in fondo dalla carta allo schermo le parole sono sempre le stesse, quindi dovrebbero rimanere immutate le parole. Datemi pure del feticista, ma leggere un libro, per me, è sempre stata un’esperienza particolare, diversa ed ugualmente intensa ogni volta. 

Ho perso il conto di quante volte sono tornato negli oceani di  Ventimila leghe sotto i mari, ed ogni volta ho respirato l’odore della salsedine quando Ned Land scaglia il suo arpione o mi sono lasciato affascinare dalle meraviglie dei paesaggi sottomarini visitati dal Nautilus. 

Mi direte che posso farlo anche leggendolo in digitale, ma il fascino di un libro è tenerlo fra le mani, sentire il fruscio della pagina che si volta, percepire al tocco quanto manca alla fine, passando intere notti a divorare capitoli su capitoli per scoprire il finale di un’avventura. Un libro non è un semplice oggetto, è un mondo che possiamo tenere in mano, iniziando a vivere la nostra avventura già prima di prenderlo da uno scaffale!

Perchè non crediate che siate voi a scegliere un libro. Sono le storie che ci scelgono, arrivano in un momento particolare della nostra vita e si accoccolano sulla nostra spalla, in attesa di essere lette. Qaunte volte capita che lo stesso libro, letto in momenti diversi della nostra vita, possa darci un’emozione nuova, anche diametralmente a quanto provato in precendeza?

Per questo ho sempre vissuto l’incontro con un nuovo libro come una sorta di incrocio fatale, un rito che aveva un proprio tempio in cui venire celebrato: le librerie. 

QUANDO MI SENTO MALE, NON VADO IN FARMACIA, MA NELLA MIA LIBRERIA.

(PHILIPPE DIJAN)

Non credo di esser mai passato davanti ad una libreria senza entrare, già sapendo che all’uscita sarei stato accompagnato da un nuovo volume (con conseguente ricerca di spazio in casa…).  Entrare in uno di quei angoli di paradiso è come un rituale, un luogo in cui perdersi e vagare  a mente sgombra non sapendo se sarei uscito con un Asimov o un Crichton, lasciando che fosse una copertina o una sinossi ad attirarmi, decidendomi dopo una rapida lettura di qualche pagina.

 Aspettavo che la magia avvenisse, quel passaggio mistico che unisce in un triangolo autore, libro e lettore. Tutto questo si sta perdendo, come lacrime nella pioggia, visto che ormai le librerie sono rare, il mercato on line (a cui attingo anche io per i titoli in inglese, lo ammetto) sta spadroneggiando e sembra essere la nuova frontiera dell’acquisto. Anche per i libri; è un segno dei tempi, inarrestabile, ma il sapere che presto sarà quasi impossibile perdersi tra gli scaffali di una libreria è un pensiero che mi rattrista!

CAPISCI DI AVER LETTO UN BUON LIBRO QUANDO GIRI L’ULTIMA PAGINA E TI SENTI COME SE AVESSI PERSO UN AMICO. 

(PAUL SWEENEY)

Eppure questo maledetto ebook, alla fine, ha vinto la sua battaglia! Pratico, leggero, ricco di storie e sempre servizievole… ma non ha anima, rimane freddo. 

Perchè un libro su uno scaffale, con i suoi colori e la sua presenza confortante non potrà mai essere rimpiazzato da un dispositivo del genere; prendetemi per pazzo, ma il profumo della carta, il sentire le pagine fra le dita sono dettagli che arricchiscono la lettura, la rendono sempre personale e unica! C’è chi preferisce un’edizione piuttosto che un’altra, chi legge i volumi cartonati e chi i tascabili, ma tutti sono accumunati dal rapporto fisico con il libro.

Pur essendo geloso della mia libreria, il maledetto, magnifico ebook mi priva di un ultimo gesto d’affetto: il prestito. 

Solitamente non lascio facilmente che qualcuno attinga alla mia libreria (esperienze passate e prestiti mai resi hanno influito non poco), ma ci sono casi in cui ho voglia di prestare un libro o un fumetto. L’offrire una lettura a me cara a qualcuno a cui tengo è un gesto forte, è fiducia e affetto resi reali e fisici; mi capita raramente, ma le occasioni in cui posso farlo creano un legame con l’altro, con il futuro lettore, che rende il momento speciale. 

Ora immaginatevi di farlo con un ebook, un po’ difficile no? Va bene, c’è la condivisione, il prestito digitale, ma anche in questo si tratta di un click, manca quel contatto umano, quella vicinanza che rende il gesto unico, vivo. 

O peggio ancora, come si fa ora a regalare un libro? La ricerca del titolo adatto alla persona, magari una dedica per una ricorrenza particolare, un messaggio tra le righe per esprimere un sentimento… dove lo potere fare tutto questo, in un ebook?

Da nessuna parte. Perchè l’ebook toglie gran parte della carica emotiva del Libro, lascia inalterata la storia e le sensazioni che può darci, ma ci priva di quell’aspetto sentimentale, alla parte anche più sociale (un’ironia, considerato che siamo nell’era più ‘social’ della storia) della lettura. 

Nonostante tutto questo, l’ebook diventa un’esigenza specialmente per i lettori più accaniti, quei compulsivi accumulatori di volumi che riempiono case e soffitte, che amano l’odore di una vecchia pagina ingiallita, e che ricordano ogni lettura che li ha accompagnati durante la loro vita.

ENTRAI NELLA LIBRERIA E ASPIRAI QUEL PROFUMO DI CARTA E MAGIA CHE INSPIEGABILMENTE A NESSUNO ERA ANCORA VENUTO IN MENTE DI IMBOTTIGLIARE. 

(CARLOS RUIZ ZAFÓN)

Ecco, l’acquisto del mio ebook segna la mia sconfitta, l’arrendersi all’avanzata della tecnologia, che nonostante la sua praticità e il sostegno che garantisce alla mia passione mi priva comunque del legame affettivo al volume ‘fisico’. Ma è una vittoria di Pirro, mio caro e-book, perchè alcuni libri arriveranno ancora sui miei scaffali (finchè reggeranno il peso, almeno), continuerò a gioire quando avrò qualcuno a cui prestare un libro e a cercare una libreria in cui perdermi per qualche minuto.

Tanto l’ebook non si offende, perché se non dai emozioni non le provi, lui sarà sempre lì pronto a fare la sua parte, ignaro di come non sarà mai in grado di emozionarmi senza il fruscio di una pagina, o la sensazione di essere vicino alla fine della storia. Per quante avventure un ebook reader possa contenere, rimarrà sempre un contenitore, mentre un libro è una presenza affettuosa sempre pronta ad accoglierti nelle sue pagine!

2 risposte »

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