ATTUALITÀ

AMORE, PSICHE E IL WEB-FEMMINISMO POSTMODERNO

Amore e Psiche, uno dei racconti più belli e conosciuti sul vero significato di amore puro ed eterno. Quante ragazze, quante donne vorrebbero essere come Psiche, in grado di valorizzare la propria intelligenza stregando interi paesi e addirittura il dio Amore… L’accezione, o meglio l’errata interpretazione in chiave femminista della fabula in questione vorrebbe che Psiche non fosse adorata per la sua intelligenza ma per la sua bellezza, manipolata dalle sorelle, succube di un dio che ne abusa fino a farsi amare e senza mai farsi vedere. Per rispetto alle donne di tutto il mondo, bisogna rivedere questa interpretazione e riscriverne la storia!

Se la nostra storia fosse ambientata ai giorni nostri e a scriverla fosse un dichiarato scrittore o scrittrice femminista, essa suonerebbe più o meno secondo questi toni, infiammati e ingannevoli. Psiche era una donna forte e indipendente, figlia unica di una famiglia umile ma in grado di vedere in lei talento e capacità. Decisa a dimostrare al mondo intero la sua grande intelligenza, Psiche abbandonò la casa materna per poter studiare ed è proprio tra i banchi di scuola che iniziò ad attirare l’invidia dei suoi colleghi maschi.

A parte qualche birra ogni tanto e magari qualche concerto, Psiche non era il tipo da lasciarsi distrarre. Nonostante ci fu più di un uomo che provasse a conquistare il suo cuore, il massimo che ottennero fu il suo corpo per pochi minuti e solo perché era lei a voler sperimentare. Nessuno era all’altezza di poter sostenere una relazione stabile, matura e intellettuale con lei e anche per questo lei decise che non fosse il caso di coltivare amicizie sicuramente non disinteressate e avvelenate dall’invidia.

Ovviamente, tutte le sue forti e indipendenti compagne donne riconoscevano il suo intelletto e facevano in modo di assicurarsi che nulla e nessuno potessero mancarle di rispetto. Come era prevedibile, Psiche concluse i suoi studi con il massimo dei voti nel minor tempo possibile, ma dovette sgomitare con la invidiosa e oppressiva razza maschile per poter ottenere un posto nella società che rispecchiasse le sue capacità e, una volta ottenuto, dovette lottare per mantenerlo.

Musei, biblioteche e intere città le furono dedicate e, sul viale del tramonto quando ormai non aveva più nulla da dimostrare ma solo da donare, si ritirò a vita privata prendendo con sé un gatto castrato che chiamò Giove.

Fine

Come dov’è Amore? È ovviamente dentro di lei per se stessa! Sarebbe troppo volgare e poco indipendente se lo trovasse in qualcun altro, figuriamoci avere un figlio e chiamarlo Voluttà! Una donna non può essere pensata solo per sposarsi e fare figli!

Se questo piccolo racconto suona assurdo è perché lo è. Nonostante sia vero che Psiche viene praticamente regalata a Cupido, seppur senza che nessuno lo sapesse, ed è vero che Cupido giace con lei fino a destare il suo amore, è anche vero che Apuleio ha scritto questo racconto nel II secolo DC e quella raccontata era semplicemente la normalità. Anche il cercar di riconquistare ad ogni costo il suo diritto di condividere la vita con Amore dopo averlo perso per via di consigli volutamente sbagliati, così come il cedere ad Amore pur non vedendolo, non sono altro che eventi per raccontare quella che per Apuleio era la psiche umana, rudimentali fondamenti di psicologia “amorosa” e sociale.

Un femminismo ostentato che prende piede sul web e ci porta a dover fronteggiare questioni che in realtà non avrebbero senso se solo ci ponessimo delle domande sensate. Il web-femminismo post moderno a cui stiamo assistendo è quello delle donne che vogliono libertà ma chiedono al marito il permesso di uscire la sera con le amiche. Il web-femminismo decontestualizzato e destrutturante è quello che non ci induce a porci delle domande ma di accettare, per partito preso, delle opinioni, seppur condivisibili, ma che non sono state formulate secondo le più basilari dinamiche della logica.

La domanda che probabilmente dovremmo porci: è giusto reinterpretare la letteratura senza tener conto della collocazione storica di cui essa fa parte? È una domanda che molti si sono fatti prima di noi, ad iniziare dal celeberrimo Lorenzo Valla, filologo umanista che riuscì con il De Falso Credita et Ementita Constantini Donatione a dimostrare che nessuna donazione di terreni era mai stata fatta alla chiesa cattolica da parte dell’Imperatore Constantino. Molti altri, invece, non se la sono per nulla posta la domanda secondo la quale fosse giusto o meno contestualizzare un racconto. Ad iniziare dal tal Fulgenzio che nel Medioevo reinterpretò l’Eneide Virgiliana come una enorme allegoria cristica, Enea come un novello Gesù Cristo che compie il viaggio per ascende all’unico e supremo Dio, quello degli ebrei o dei cristiani, che importa, l’importante è veicolare il messaggio che si vuole.

Oggi, la maggior parte delle correnti di pensiero (se così si vogliono chiamare n.d.r.), nate sul web e dintorni, sono appannaggio della irrealtà dei fatti e dell’approssimazione, ed è per questo che oggi, la storia di Amore e Psiche revisionata in maniera femminista, può benissimo prendere piede a discapito della cultura di appartenenza di essa e della volontà di Apuleio di raccontare una semplice e meravigliosa storia d’amore.

Alessandro d’Amito e Imma Marzovilli

Immagine di copertina

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