ATTUALITÀ

IL RITORNO A SCUOLA DEGLI INSEGNANTI, TRA PRECARIATO, RICORSI E IL FIT CHE NON ARRIVA

La categoria degli insegnanti è forse oggi una delle più massacrate da continue riforme inconcludenti e promesse osteggiate e mai realizzate. Del decreto Buona Scuola, tanto osteggiato dal governo Renzi e portato avanti dalla ministra Vittoria Fedeli, che doveva essere il baluardo di una scuola fatta di integrità e meritocrazia, non è rimasto nulla se non una fitta rete di disinformazione, revoche e precariato.

Ma, da due mesi abbiamo un nuovo ministro dell’istruzione, Marco Bussetti, che alla fine di Agosto ha incontrato i rappresentanti dei sindacati scolastici. Tante sono state le dichiarazioni del ministro che promette dei grandi rivolgimenti nel comparto scuola a cominciare dagli esami di stato che cambierà già a partire dal prossimo.

Il ministro ha dichiarato che “L’esame maturita’ nel 2019 cambierà. È mia intenzione modificare qualcosa. Vorrei che gli studenti possano esprimersi al termine del percorso di scuola secondaria superiore per quello che hanno fatto negli anni e mettere come fulcro della prova orale l’alternanza scuola-lavoro non è rispettoso nei loro confronti. Per questo vorrei modificare, ritarare alcuni aspetti dell’esame di maturità. Il tema dell’alternanza scuola-lavoro a me non piaceva già dal nome: perché parlare di alternanza quando gli studenti vanno a scuola e non alternano nulla. Questa opportunità, inoltre, era già presente come possibilità per i ragazzi prima ancora che fosse approvata la riforma della cosiddetta ‘Buona scuola’ nel 2015. Ma fatta come é stata realizzata negli ultimi tempi  ha fatto sì che in alcune zone d’Italia fosse possibile fare ottime esperienze, in altre si é stati costretti a trovare soluzioni anche tampone che ha dequalificato la loro attività. E tutti sappiamo le problematiche e le reazioni che sono state poi conseguenti”. 

Insomma, per la prima volta, i più di cinquecentomila studenti che si apprestano ad affrontare l’ultimo anno di scuole superiori, non sapranno quali potranno essere le modalità per lo svolgimento dell’esame di maturità. Insieme a loro, ovviamente gli insegnanti, ignari del percorso da dover svolgere insieme agli alunni e con quali strategie cercare di preparare questi ultimi ad affrontare al meglio le prove d’esame.

SI è parlato anche di vaccini durante la trasmissione televisiva Omnibus, mandata in onda su La7 in 29 Agosto: “I presidi si devono comportare a norma di legge e la legge parla chiaro sul fatto di accettare i bambini in classe che portino un’autocertificazione firmata dai genitori: con i dirigenti è stato chiarito che loro non hanno alcuna responsabilità perché quella é dei genitori. I presidi, volendo, possono accettare l’autocertificazione”. 

Stando a quanto dichiarato dal ministro, le incombenze per far si che il comparto scuola riesca ad affrontare al meglio il nuovo anno scolastico 2018/2019 sono l’alternanza scuola lavoro, l’autocertificazione dei vaccini per l’ammissione in classe e il nuovo esame di maturità che sarà deciso, ovviamente, a programmazione già avviata. È un problema davvero molto serio quello del presunto cambiamento della modalità dell’esame di maturità poiché mette in difficoltà gli insegnanti che già devono auspicare nell’ubiquità per poter svolgere il loro ruolo di educatori, burocrati e interpreti di leggi non ancora scritte ma già minacciate.

Tutto ciò che riguarda il nuovo reclutamento e il percorso paventato del FIT e soprattutto l’acquisizione dei 24 CFU che molti aspiranti insegnanti hanno dovuto provvedere a raccogliere, come i bollini del supermercato, proprio per potervi partecipare, nessuna parola, nemmeno un accenno. Il precariato continuerà ad essere lo spauracchio anche di quest’anno scolastico e di quello a venire, ricordando che è dal 2014 che non si avvia un percorso di abilitazione per i neolaureati e non.

I sindacati sono già all’opera con ricorsi riguardanti, appunto, la modalità di ammissione al FIT e il conseguimento dei 24 crediti che sono gravati sulle spalle degli “aspiranti insegnanti” (il virgolettato è d’obbligo poiché molti di loro insegnano già da molti anni n.d.r.) ben 500 euro che le università hanno intascato ben volentieri, anche in vista di un dubbio avviamento del percorso in questione.

Non ci resta che augurare a tutti gli insegnanti e studenti un buon inizio di anno scolastico all’insegna del precariato e delle sorprese che ci verranno svelate ad A.S. già avviato.

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