In principio fu Daredevil. E proprio con la prima stagione del serial ispirato al Diavolo Di Hell’s Kitchen che Netflix fece breccia nel cuore del pubblico italiano, visto che il suo prodotto di punta, House of Cards, nel nostro Paese era esclusiva Sky. Ma le evoluzioni di Matt Murdock sui tetti di Hell’s Kitchen furono sufficienti. Successivamente, la continua aggiunta di contenuti, hanno fatto emergere Netflix come uno dei punti di riferimento dell’entertainment domestico.
Il ricco palinsesto di Big N, però, ha dovuto affrontare anche parecchie sfide, che a lungo andare stanno iniziando a presentare un conto piuttosto salato. I servizi di streaming, o i più tradizionali via cavo, sono diversi e la concorrenza è spietata, fattore che costringe a intavolare una guerra spietata che vede come ricompensa gli abbonati, gli utenti finali a cui offrire prodotti sempre più interessanti che motivino il pagamento del fee mensile.
Netflix ha cercato di mantenere un’alta qualità delle proprie produzioni originali, ma ha dovuto
fronteggiare la necessità di inserire sempre più contenuti, creando un’aspettativa che ha costretto il servizio streaming ad abbassare la guardia sulla qualità di ciò che viene presentato. Dopo alcune ottime uscite, i prodotti originali di Netflix hanno iniziato a mostrare il fianco, mostrando un livello qualitativo spesso imbarazzante.
Titoli come War Machine, La fine o Bright sono stati anticipati da campagne promozionali incredibili, promettendo un livello di qualità pari a tradizionali circuiti di distribuzione
cinematografica. Per Okja si era addirittura arrivati a scatenare una guerra con il cinema tradizionale, tanto che alla Mostra del Cinema di Cannes pezzi da novanta come Almodovar si opposero alla presenza di film rilasciati su Netflix senza un precedente passaggio in sala. All’epoca, questo contrasto avrebbe dovuto esser colto da Netflix come un segnale che i
tempi stavano cambiando, che la rabbia dei registi ‘tradizionali’ si potesse assumere come paura che stesse arrivando la fine di un’era, per lasciare spazio ad un nuovo mondo in cui la distribuzione streaming potesse essere la nuova frontiera del cinema così come lo conosciamo.
In quel momento, la dirigenza di Netflix forse intuì quali fossero le prospettive, ma scelse di giocare male le sue carte. Anzichè puntare ad un’offerta di qualità che riuscisse a contrastare quella tradizioanle dei cinema, scelse di puntare alla quantità, preferendo stordire i propri clienti con una mole di film impressionante. Questo ha condotto il colosso dello streaming a risultati via via sempre più deludenti.
Bright, ad esempio, si rivelò poco più di un B-movie urban fantasy, War Machine fu una delusione impressionante e recentemente anche La fine si è rivelato un film privo di spessore. Ma si potrebbero aggiungere prodotti mediocri come The Titan o Mute. Sul comparto cinema, Netflix sembra proprio non riuscire a creare un proprio stile, una base salda su cui costruire il proprio futuro.
Mentre nel comparto serie ha un’offerta di buona qualità, come dimostrato da titoli come Altered Carbon. Eppure, come rivelato recentemente dalla dirigenza di Netflix, gli investimenti per i prodotti originali sono ingenti, anche se la maggior parte degli abbonati sembra preferire serie e film di terze parti. Va ammesso che Netflix è ancora un “canale” giovane, e serie come Star Trek, Breaking Bad e simili hanno un appeal non indifferente, complice anche un’assenza di distribuzione sui canali tradizionali.
Eppure, Netflix vuole ancora porsi come un canale capace di offrire del buon cinema. Peccato che, ad oggi, la maggior parte della sua produzione in tal senso sia poco più di un ripescaggio di prodotti scartati altrove. Per fare un esempio, Extinction è un film finito nella black list di Hollywood anni fa, riesumato da Netflix per avere un nuovo film di fantascienza da dare in pasto ai propri clienti. Fortuna ha voluto che, dopo una serie di delusioni, Extinction fosse un discreto film.
Netflix si sta rivelando l’ultima spiaggia dei film abbandonati, dei progetti infranti, barattando la propria necessità di contenuti con la disperazione di chi vuole ad ogni costo realizzare la propria opera.
Questa Sinergia rischia, però, di costare maggiormente al canale streaming, che non può lasciare che la bulimia di offerta venga tamponata da una quantità che soffoca la qualità. Per cambiare rotta, Netflix dovrebbe avere il coraggio di ridurre la frequenza con cui offre nuovi film,
privilegiando una maggior cura nella scelta dei progetti da sviluppare, seguendone con attenzione l’iter e non finendo preda di una facile promozione altisonante che, a conti fatti, diventa un’arma a doppio taglio che non fa altro che creare altissime aspettative inevitabilmente infrante.
Storicamente, Netflix ha saputo mostrarsi lungimirante nella battaglia col suo primo nemico diretto, Blockbuster, grazie alla capacità di comprendere il cambiamento del mondo dell’entertainment e adeguandosi ad un nuovo modo di concepire il cinema e la fruizione di esso tra le mura domestiche. Questa capacità è oggi più necessaria che mai, e solo ritrovando questa vena di coraggio e genialità, Netflix potrà garantirsi un futuro da protagonista.
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