C’è un artista a Verona che combatte il neo fascismo dilagante a suon di murales dolci e soffici, il suo nome è Cibo. Sono circa sei anni che lo street artist Cibo ha iniziato un progetto di copertura di tutti i murales di richiamo fascista o nazista in giro per la città dell’Arena.
I muri, soprattutto delle periferie, ricoperti di svastiche e croci celtiche, non che da scritte inneggianti all’odio razziale e non, sono stati ridipinti con meravigliosi murales che richiamano il mondo del cibo. Cupcake, angurie, carbone, ortaggi e verdure colorano le strade di Verona e provincia come se fossero un meraviglioso mercato ortofrutticolo, che trasuda arte e rivalutazione delle zone più disagiate, cercando di contrapporre all’odio la bellezza e la soddisfazione del cibo, con i suoi colori e le sue forme più invitanti.
In un periodo di radicata e preoccupante rinascita dell’ideologia di estrema destra e politiche all’insegna dell’intolleranza, racconta il trentenne veneto: “Un artista ha il dovere di dare il suo contributo civico. Il mio è cancellare le scritte e i simboli fascisti dai muri. E siccome Verona è la mia galleria, io voglio che la mia galleria sia ripulita dall’odio”.
Ovviamente, il lavoro dell’artista Cibo è messo in discussione tutti i giorni perché, spesso, quando lui copre le scritte e le immagini d’odio , queste vengono ricoperte, nuovamente, da simboli e slogan di stampo fascista. Cibo è consapevole di tutto ciò ma non si dà per vinto e continua la sua battaglia contro l’odio e il razzismo come se fosse una vera e propria missione, una vocazione a cui non si può rinunciare.
Una curiosità molto simpatica che Cibo ha rivelato sulle pagine di Repubblica, è che egli ha deciso di essere stagionale e territoriale: “Ogni territorio ha i suoi prodotti e le sue eccellenze. Se sono nella terra dell’asparago, disegno asparagi per coprire croci celtiche e scritte “dux”. Idem vale per il pesce, la polenta, l’uva”. Insomma, una vera e propria missione, e se si va a spulciare il suo profilo Facebook, Pier Paolo Spinazzè (Cibo) ci fa capire meglio quale sia la sua filosofia “Non lasciare spazio all’odio” o “No al fascismo. Sì alla cultura” e ancora “Se ci metto la faccia è perché ho la speranza che altri mi seguano nel rendere le città libere dall’odio e dai fascismi, qualsiasi bandiera portino oggi. Scendete in strada e non abbiate paura! La cultura e l’amore vincerà sempre su queste persone insipide!”.
Cibo, inoltre, è un artista che di certo non la manda a dire a chi, come nel caso del comune lupatotino che avrebbe accusato lo street artist di aver fatto pubblicità ad una pizzeria disegnando su un muro vicino all’esercizio commerciale una pizza. Per questo motivo la giunta comunale si è espressa favorevolmente per far si che fosse versata una tassa per la pubblicità.
Cibo ha dichiarato su Facebook “Vista la volontà del comune lupatotino di applicare una tassa sulle mie opere ho deciso di cancellare alcune opere per protesta. Usiamo questa infame opportunità per fare vedere come un cittadino si prende cura del suo paese, anche a dispetto dell’amministrazione che parla più al portafogli che al cuore. Se siete così attenti alle scritte sui muri, perché non fate il vostro lavoro e pulite un po’ la città e punite chi la rovina, oppure celtiche, svastiche, leoni e porcheria van bene?”. Polemiche, quelle dell’artista, ben ponderate ma che comunque sono casi isolati. L’arte di Cibo rimane apprezzata in tutta la provincia di Verona per il valore sociale e artistico che l’artista compie quotidianamente.
Un’alternativa golosa all’odio, è così che ci piace definire l’opera pregevole di Cibo, nella speranza che le polemiche non fermino la sua arte.
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