Caro John,
complimenti per la sua rubrica che mi tiene compagnia dal primo numero. Vorrei con questa lettera invitare i lettori, genitori e non, a riflettere sugli adolescenti e sull’uso eccessivo che fanno della tecnologia.
Sono laureata in Lettere e Filosofia, impartisco lezioni private e spero di diventare presto un’insegnante. Noto che i ragazzini di oggi (molto soli) invece di leggere un libro, di fare sport, di giocare con gli amici, trascorrono ore ed ore davanti al pc o alla playstation. Mi piacerebbe che i nostri giovani, ragazzi del domani, potessero crescere in modo autentico, capaci di confrontarsi, dialogare con gli altri e non abbandonati e soli, chiusi in una stanza in compagnia di una macchina.
Cosa possiamo fare per aiutare queste anime fragili?
Cecilia
Carissima Cecilia,
che bello ricevere una lettera da una giovane ragazza su un tema delicato e molto discusso negli ultimi tempi. È davvero straziante vedere questi ragazzini super intelligenti attaccati al pc, allo smartphone, in grado di digitare 150 caratteri in due secondi, ma incapaci di articolare un discorso a voce.
La società è cambiata, entrambi i genitori lavorano e di conseguenza molti ragazzi si trovano a trascorrere gran parte del loro tempo da soli a casa. Non è facile anche quando i genitori sono presenti e impartiscono ai loro figli dei tempi precisi da dedicare alla tecnologia. Quando non sono controllati trasgrediranno le regole. È così, purtroppo.
Invito i genitori ad instaurare un dialogo sin dall’infanzia, ad evitare le prediche cercando di capire piuttosto cosa fanno con quel computer, evitare di fare regali per nascondere le loro “mancanze”, per sentirsi meno in colpa, ma dare loro amore e affetto dedicandogli quel poco tempo che hanno a disposizione durante la giornata, spronare i figli ad avere una vita sociale, sportiva e non solo virtuale.
Nessuno può ancora dirci come sarà il loro futuro. Intanto però i danni (anche mortali) dei cyber dipendenti sono sotto gli occhi di tutti.
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