In un periodo in cui il mercato del lavoro sembra lasciare poca speranza alle nuove generazioni, c’è un settore che sembra muoversi controcorrente: le professioni digitali. Non che la cosa debba sorprendere, a ben pensarci, visto che oggigiorno siamo tempestati dal digitale, diventuo compagno costante della nostra vita. La presenza di una richiesta di nuovi operatori del mondo informatico ne è una diretta conseguenza, come dimostra l’Osservatorio di Antal Italy, multinazionale del recruiting aziendale.
Secondo la ricerca condotta, specialisti di telematica e securot digitale sono oggi le figure professionali più ricercate. Il mercato del lavoro italiano è particolarmente ricettivo a queste ricerche, con numerose aziende che sono in cerca di candidati per riempire questi vuoti.
Verrebbe da chiedersi come mai, in una situazione di drastica disoccupazione, rimangano aperte così tante posizioni lavorative.
Risposta semplice: manca la preparazione. Nonostante il mondo digitale sai da diversi anni una fiorente mercato, è mancata la lungimiranza, specialmente all’interno del circuito scolastico, di valutare come questo continuo progresso tecnologico potesse dare origine a nuove figure lavorative, che si sarebbe affiancate a lavori più classici, se non addirittura sostituendoli.
Esistono scuole secondarie che cercano di formare nuove leve di professionisti, ma spesso si tratta di istituti che hanno a disposizione persone che, a loro volta, andrebbero a loro volta formate, o quantomeno aggiornate. La rapida evoluzioe di questo mondo fatto di codici binari e web non aspetta che una generazione di studenti completi il proprio ciclo di studi, progredisce in modo frenetico, costringendo a continui aggiornamenti. Come reagisce il mondo scolastico italiano? Male, indubbiamente.
Tranne alcune eccellenze, il percorso formativo di base è carente. Esistono licei privi di aule di informatica, con docenti che si ritrovano loro stessi a dover fare corsi di informatica per fare fronte a un’integrazione dei nuovi sistemi per gestire il loro lavoro. L’attuale generazione di potenziali candidati è stata tradita all’origine da chi avrebbe dovuto interpretare al meglio come si sarebbe evoluto il mondo del lavoro, una previsione che non era nemmeno troppo complessa.
Da decenni l’impatto dell’informatica sulla nostra quotidianità progredisce con impeto. Dai personal computer siamo arrivati ai cellulari, in una frenetica corsa culminata con gli smartphone e diretta ora chissà dover. E se già ora si stanno riscontrando carenze di figure professionali, possiamo esser certi che questa mancanza verrà colmata quanto prima?
L’unica speranza è riposta in un sistema scolastico e formativo che, ad oggi, ha creato più dubbi che certezze. Carenza di competenze nel corpo docenti e dotazioni tecniche spesso troppo datate se non addirittura assenti sono parte integrante di questa situazione, a cui, ammettiamolo, andrebbe affiancata anche una mancata programmaticità degli stessi studenti per il proprio futuro.
Dove la scuola è carente, oggi, possono intervenire webinar e video formativi, anche gratuiti su piattaforme come YouTube. La passione per l’ultimo modello di smartphone potrebbe esser la molla per una nuova carriera, il punto di partenza per crearsi un futuro, con la consapevolezza che la vera forza del mondo del lavoro è la continua ricerca di nuove competenze.
La situazione ritratta da Antal Italy non deve esser un semplice segnale di allarme, ma diventare un punto di partenza per una rivoluzione del mondo scolastico. Le istituzioni sono solo dovrebbero farsi interpreti di questa innovazione nella concezione della didattica, ma sono responsabili di fornire agli studenti conoscenze che non siano solo una trasmissione sterile di conoscenza fine a se stessa, ma che possano divenire il primo strumento di lavoro per edificare un solido futuro.
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