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L’IDENTITÀ: QUANTO SONO IMPORTANTI LE NOSTRE RADICI?

EDITORIALE XXXVI

Un albero senza radici è solo un pezzo di legno.
(Marco Pierre White)

Non c’è esser vivente che non nasca con il più grande e potente dei patrimoni: quello genetico.

Dalla nascita fin al raggiungimento della fase finale dell’esistenza si è già caratterizzati dal DNA che, come un meraviglioso software di backup, ci viene tramandato di generazione in generazione per poi esser influenzato dell’ambiente circostante che determina l’identità di ognuno di noi.

Cos’è l’identità?

Alcuni si sono soffermati su processi interni, altri si sono focalizzati maggiormente sul posto che l’individuo occupa nella società, sui gruppi ai quali appartiene e sui ruoli che gioca in tutto il sistema.

In ciascuno di noi convivono, infatti, diversi tipi di identità: un’identità personale, che ci caratterizza come soggetti singoli e un’identità sociale, caratterizzata dall’appartenenza a diversi gruppi. Queste identità interagiscono tra loro e si influenzano reciprocamente.

La nozione di identità oscilla dunque tra il dato individuale e il dato sociale e quest’ultimo presenta un ventaglio di identità più specifiche: di gruppo, professionale, religiosa, etnica, etc.

Henri Tajfel, psicologo di origine polacca del secolo scorso, definisce l’identità sociale come “quella parte del concetto di sé dell’individuo che deriva dalla sua consapevolezza di appartenere ad uno o più gruppi sociali, associata al valore e al significato emozionale connessi con tale appartenenza”.

Il concetto di identità è dunque un intreccio di aspetti individuali e sociali, di relazioni, di cognizioni ed emozioni che accompagnano l’esperienza della propria persona.

Come sempre ogni situazione è a sé ed esistono un’infinità di casi particolari, ma in generale possiamo dire che tutti siamo frutto dell’unione dei geni dei nostri genitori biologici e che con i genitori condividiamo anche tutta una serie di altri aspetti, derivanti ad esempio dalle culture di appartenenza.

Effettivamente non nasciamo solo dall’unione di due individui, ma anche dall’unione di famiglie, di mondi, che possono essere anche molto diversi tra loro, ma che comunque in qualche modo ci appartengono.

Possedere un’identità etnica significa da un lato appartenere ad un gruppo e condividerne determinate caratteristiche, dall’altro lato vuol dire essere in qualche modo differenti dagli individui degli altri gruppi.

Le nostre appartenenze sono componenti fondamentali della nostra identità, anche quelle a cui diamo poco valore, perché magari pensiamo riguardino solo un nonno lontano, o quelle che non consideriamo perché, per mille motivi, sono difficili da accettare.

Le nostre origini, la storia della nostra famiglia, sono come le radici di un albero: sono fondamentali, ci sostengono e danno nutrimento alla nostra identità. Per questo è importante conoscerle e tramandarle, insieme all’orgoglio di possederle. Come sempre, infatti, la non conoscenza non cancella le cose, ma rende tutto più difficile, dando origine a vuoti che in mancanza di elementi oggettivi vengono riempiti di immaginazione, con il rischio di proiettare fantasie, ansie e paure.

Gli aspetti culturali dell’identità passano attraverso numerosi canali: i racconti, la lingua, la cucina, le tradizioni, la musica e spesso sono proprio le storie di famiglia a  tener vivi tutti questi elementi.

In questo XXXVI numero di Metis Magazine abbiamo voluto parlarvi dell’affascinante tematica delle discendenze, delle dinastie e di tutto ciò che concerne le nostre radici, stimolando la nostra capacità di comprendere al meglio l’importanza dell’identità individuale.

Lo abbiamo fatto come sempre affrontando gli argomenti a 360° con i nostri articoli di approfondimento, le nostre interviste esclusive, le immancabili rubriche e ovviamente, abbiamo arricchito il tutto con alcuni argomenti che ci trasporteranno nell’atmosfera natalizia.

Dai miti dell’antica Grecia fino ai romanzi fantasy, passando per le grandi dinastie medievali che hanno creato l’Europa.

Come sempre, senza alcuna pretesa di esser stati esaustivi ma solo con l’intento di darvi alcuni spunti di riflessioni vi invitiamo a non perdervi questo originale numero di Dicembre.

Buona lettura.

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