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IL GIRO DEL MONDO IN OTTANTA GIORNI. LA CORSA CONTRO IL TEMPO

Londra, Brindisi, Suez, Bombay, Calcutta, Victoria City, Yokohama, San Francisco, New York City e di nuovo Londra. Sono queste le dieci tappe dell’avventurosa esperienza di circumnavigazione del globo terrestre nella quale si cimentano Phileas Fogg, facoltoso uomo inglese, ed il suo servitore francese Jean Passepartout, rispettivamente protagonista e co-protagonista de Il giro del Mondo in 80 giorni, capolavoro letterario di Jules Verne pubblicato per la prima volta nel 1873.

La storia si ispira ad un’impresa realmente compiuta qualche anno prima dall’americano George Francis Train e racconta la vicenda di due uomini che, quasi per gioco, decidono di abbandonare la routine e di cimentarsi in un viaggio rischiosissimo e non pianificato attorno al mondo.

LA TRAMA

Londra, 1872; Phileas Fogg è un gentlemen inglese ricco ed ossessivamente metodico. Il 2 ottobre entra al Reform Club, come ogni altro giorno della sua vita, e viene coinvolto in una discussione con alcuni soci del club in merito ad un articolo pubblicato sul Daily Telegraph, che riporta la notizia di una rapina epocale alla Banca d’Inghilterra ed al contempo riferisce di una nuova linea ferroviaria costruita in India, grazie alla quale sarebbe possibile fare il giro del mondo in soli ottanta giorni.

Nessuno ritiene veritiera la notizia; nessuno tranne Fogg, che decide di scommettere con gli amici la cospicua somma di ventimila sterline nella convinzione di riuscire a realizzare tale impresa.

La partenza è fissata per quella stessa sera ed il ritorno previsto entro la sera del 21 dicembre.

Fogg parte immediatamente con il suo servitore Jean Passepartout dalla stazione di Londra per arrivare in treno a Brindisi e da qui i due raggiungono per mare Suez, da dove prenderanno ancora un’altra nave per Bombay.

A Suez però Fogg viene scambiato per uno degli autori della rapina alla Banca d’Inghilterra dal detective di Scotland Yard, Fix, il quale si mette sulle tracce di Fogg.

Fogg e Passepartout arrivano in India, dove ha inizio una epopea di imprevisti tragicomici e cominciano i guai; Passepartout profana involontariamente un tempio induista entrandovi senza togliersi le scarpe e, una volta sul treno per Calcutta si scopre che la linea ferroviaria che avrebbe consentito di compiere il giro del mondo in così poco tempo, soli ottanta giorni, in realtà non era stata ancora terminata.

Per rimediare e proseguire nel loro viaggio, Fogg e Passepartout noleggiano un elefante, ma si imbattono in un corteo funebre. Apprendono che secondo le leggi del luogo, il defunto deve essere bruciato in un rogo, e con lui anche la sua sposa. Decidono di salvare la malcapitata donna e di portarla con loro a Calcutta; da Calcutta si imbarcano per Hong Kong, città in cui la donna scampata al rogo (il suo nome è Auda), ha un parente presso il quale potrà restare.

Sulle loro orme c’è l’agente Fix, sempre più convinto che Fogg sia il rapinatore e sempre più determinato ad arrestarlo.

Fogg, Passepartout e Auda, arrivati ad Hong Kong, apprendono che il parente di Auda non abita più lì. Sempre ad Hong Kong, Fix riesce ad arrestare Fogg incolpandolo ingiustamente della profanazione del tempio, ma Fogg paga una cauzione ed evita così di andare in prigione; Fogg e Passepartout ad Hong Kong si perdono di vista e così Fogg è costretto a proseguire senza il servitore fino a Shangai, con la sola Auda.

Il viaggio per Shangai prevede scalo a Yokohama. Qui Fogg e Auda ritrovano Passepartout e possono proseguire di nuovo tutti insieme il viaggio, imbarcandosi per San Francisco.

A San Francisco prendono un treno per New York, ma durante il viaggio vengono assaliti dagli indiani che rapiscono Passepartout.

Fogg lascia perdere il viaggio e la sua scommessa e si lancia all’inseguimento degli indiani per salvare il  suo maggiordomo.

Il tempo è tiranno e Fogg ormai è in folle ritardo sulla tabella di marcia; decide con i suoi compagni di viaggio di portarsi ad Omaha in slitta e di prendere da qui il treno verso New York, passando per Chicago.

Una volta arrivati a Chicago scoprono però che è troppo tardi; l’imbarcazione per Liverpool è già partita.

Solo il giorno dopo Fogg s’imbarca su una nave diretta a Bordeaux e, poiché il capitano non vuole fare scalo a Liverpool, Fogg lo fa prigioniero e, dopo un viaggio ai limiti del rocambolesco arrivano in Irlanda.

Da qui riescono ad arrivare a Liverpool in perfetto orario, ma ecco un nuovo colpo di scena.

Fix è sempre convinto che Fogg sia il rapinatore della banca e finalmente in territorio inglese può dare corso al mandato di cattura nei suoi confronti ed arrestarlo.

In realtà il vero ladro è già stato catturato, per cui Fogg è presto liberato, ma il malinteso gli impedisce di prendere l’ultimo treno utile per Londra; così egli noleggia un treno speciale ma, nonostante tutto, arriva con cinque minuti di ritardo rispetto al termine ultimo della scommessa.

Fogg è disperato, tra i soldi spesi durante la sua fortunosa avventura e quelli che dovrà pagare per aver perso la scommessa, sarà ridotto in estrema povertà e non potrà concedere una vita dignitosa alla Auda, della quale conta comunque di farsi carico per averla coinvolta in quella stramba avventura.

La donna lo rassicura e gli confessa d’essersi innamorata di lui e i due, nonostante tutto, decidono di fissare le nozze.

Passepartout si reca allora dal reverendo per ottenere i permessi di matrimonio e qui scopre che la scommessa è ancora valida; infatti durante il viaggio verso est i protagonisti hanno guadagnato un intero giorno per via del fuso orario, senza rendersi conto che a Londra è ancora il 21 dicembre, e non il 22 come credevano.

Così Fogg  corre al Reform Club, dove arriva all’ultimo secondo utile per vince la scommessa.

Il finale a lieto fine vede Phileas che sposa Auda e che divide il ricavato della vincita con  Passepartout e addirittura con Fix.

IL MESSAGGIO

Il racconto si colloca nel pieno della corrente positivista della seconda metà dell’Ottocento; emerge dalla narrazione e dalla trama una particolare apertura ed una grande fiducia nei confronti delle innovazioni scientifiche e tecnologiche dell’epoca della seconda Rivoluzione industriale.

Il progresso dell’epoca apre le porte a scenari inediti e prima di allora inimmaginabili.

I personaggi del racconto sono l’espressione tipica della società in cui la storia è ambientata, l’Inghilterra vittoriana della netta stratificazione tra le classi sociali, che si rispecchia perfettamente nell’educazione e nella bellezza del ricco Phileas, nella fedeltà assoluta e nella goffaggine del servitore Passepartout, nella dedizione alla legalità ed all’ordine costituito di cui è l’emblema Fix, nella bellezza esotica e fuori dal comune di Auda.

In tale contesto si inserisce la tematica del viaggio come desiderio di esplorazione, un’esplorazione finalizzata non solo alla scoperta di nuove lande e nuovi mondi, ma anche e soprattutto alla conoscenza di se stessi, del proprio io interiore, delle proprie prospettive e dei propri limiti, oltre i quali si deve assolutamente guardare.

L’intreccio della storia ci insegna proprio che l’imprevisto è ciò che rende la vita dell’uomo frizzante e meritevole di essere vissuta, che non si deve aver paura del limite, ma lo si deve sfidare per mettersi alla prova, per misurarsi e per conoscersi meglio, che bisogna imparare a sconfiggere le proprie paure, o quanto meno a conviverci.

La terra non è un posto troppo grande per Fogg e i suoi amici e merita di essere esplorata perché in ogni suo angolino c’è qualcosa da imparare, ma ciò non toglie che il luogo migliore a cui far ritorno rimane sempre ed in ogni caso, casa propria.

 

 

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