Rinnovare il guardaroba senza spendere un euro? Non è un sogno, oggi è possibile grazie allo swapping, la moda divertente e innovativa importata direttamente dagli States attraverso la quale, seguendo il concetto base per cui ciò che non usiamo più non va buttato ma può essere riciclato e riutilizzato, è possibile scambiare o barattare vestiti, scarpe e accessori, ma anche libri, cd e tutto quanto altro non trovi più la sua giusta collocazione all’interno dei nostri armadi o cassetti.
Il risultato è sorprendente; alleluia per l’ego modaiolo e vanesio di chi desidera un guardaroba sempre nuovo, outfit di grido da cambiare e ricambiare anche più volte al giorno, accessori cool da abbinare ad ogni capo e per di più a costo zero.
Se poi questo incentiva la diffusione di costumi alternativi e sostenibili, tanto meglio!
Il dato di fatto da cui partire è che ognuno di noi ha nel proprio guardaroba almeno dieci o quindici capi che non mette più e che, puntualmente, ad ogni cambio di stagione, si ritrova a metter via nella speranza che l’anno successivo possano tornare utili. Cosa che non si verificherà, c’è da prenderne atto.
Il proposito da cui si deve essere animati è invece quello di voler conferire nuova vita a quei capi in disuso, perché possano tornare a splendere ancora… addosso a qualcun altro!
Da Manhattan, cuore pulsante dello shopping e delle fashion-victim, arriva l’idea: organizzare uno swap party per dar via i propri capi usati, acquisirne di “nuovi” e fare un favore al proprio portafogli e pure all’ambiente!
La moda si è presto diffusa in Europa, dove ormai lo swapping è una consuetudine, e di recente anche in Italia, dove molti shoppaholics hanno deciso di aderire a questo trend divertente ed intelligente rispolverando vecchie cose e scambiandole con altri, per far sì che il cambio di stagione diventi una sorta di piccolo appuntamento mondano al quale non poter mancare assolutamente.
Attenti alle regole, però! Uno swap party ha un preciso galateo che va rispettato.
Un buon inizio è sicuramente quello di scegliere una data ed un luogo che siano appropriati.
Assolutamente necessario invitare al party amici e conoscenti che possano conferire al monte, capi alla moda e di buon gusto, per non pregiudicare la riuscita dell’evento.
Organizzare uno spuntino per i propri ospiti è un bel modo di dire loro che sono graditi in casa vostra e renderà il party un evento di cui parlare.
Occorre stabilire, poi, quali sono i capi che si possono scambiare, per non rendere l’evento dispersivo. Questi devono essere rigorosamente lavati e stirati e soprattutto devono presentarsi in ottime condizioni; vanno suddivisi per taglie e sistemati in un luogo della stanza ben visibile, al fine di poter essere guardati ed ammirati da tutti i partecipanti.
Nella stanza dedicata allo swap party deve essere predisposta una zona camerini (anche di fortuna, con pannelli di bambù o teli decorati o anche lenzuola, questo poco importa!) per permettere ai partecipanti di provare e misurare i capi che vorrebbero acquisire al loro guardaroba.
Predisposto l’ambiente, è necessario individuare delle regole per lo svolgimento del party; ad esempio potrebbe essere utile attribuire un valore numerico ai capi, decidere chi inizierà a provarli e qualche altra piccola regoletta per fare in modo che tutto si svolga in maniera più che democratica ed in totale armonia.
Non è un gioco di accaparramento, per cui va benissimo provare anche capi che non si sarebbe mai pensato di guardare in una vetrina, ma senza ingordigia; si prende solo quello che davvero si pensa di utilizzare.
E soprattutto in uno swap party non si fanno calcoli di alcun genere; può darsi che qualcuno porti più capi o oggetti di qualcun altro, ma questo non è importante.
Quel che conta è prendere un caffè o un tè in compagnia di amici ed acquisire, oltre che dei vestiti che prima non si possedevano, anche il coraggio di lasciar andare ciò che ormai costituiva un relitto nel fondo (per non dire fondale) del nostro armadio.
E se poi avanza qualcosa perché nessuno lo ha scelto, è assolutamente vietato riportarlo a casa; si può al più pensare di donarlo ad un’associazione senza scopo di lucro che di certo saprà come destinare i capi non scambiati.
Ricordate che fare swapping significa concedersi un pomeriggio di relax e svago, per imparare a liberarsi dal malsano attaccamento per gli oggetti materiali che, seppur di nostra proprietà, non fanno più parte della nostra vita e del nostro modo di essere perché non calzano più la nostra anima, prima ancora che il nostro corpo.
E se partiamo dall’idea (forse un pò sovversiva) che l’Anima è reale e la Materia è illusione, allora impareremo senz’altro a dare il giusto valore alle cose; quelle nostre e pure quelle degli altri!
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