“Scrivere, per me, è un atto d’amore. Se non lo è, è soltanto scrittura”, sosteneva Jean Cocteau nel suo Diario di uno sconosciuto.
E questo lo sa bene Lorenzo Marone, autore di successo noto al pubblico per aver scritto romanzi da La tentazione di essere felici (Longanesi 2015) a Un ragazzo normale (Feltrinelli 2018) fino all’ultimo Cara Napoli (Feltrinelli 2018), ambientati nella sua città natale: Napoli.
Un atto d’amore per quella città dai “mille culure” cantata da Pino Daniele che, dal Vomero ai Quartieri Spagnoli, fa da sfondo nei suoi romanzi.
E così in ogni suo libro, il lettore intraprende con i personaggi (Cesare Annunziata, Erri Gargiulo, Luce, Mimì) e i loro difficili legami familiari, un viaggio quotidiano nella città dalla storia millenaria.
Una città dai mille volti e dalle sue mille contraddizioni.
Scrivere di Napoli -si sa- non è facile. Si cadrebbe nella sua trappola e si finirebbe inevitabilmente col parlare dei suoi difetti, mostrandone solo i lati più bui. Invece Napoli è tanto altro e merita di essere raccontato.
Cara Napoli, edito da Feltrinelli, raccoglie storie, incontri, aneddoti, piccoli e grandi fatti di cronaca napoletana, apparsi nella rubrica “Granelli” de la Repubblica di Napoli, curata da Lorenzo Marone negli ultimi tre anni.
L’arguto osservatore- scrittore consegna così alla sua città una nuova veste, offrendo al lettore quei “granelli di verità” che gli consentono di riflettere, ammirare le bellezze e cambiare prospettiva sulla città lasciandosi rapire dallo splendore del diamante che porta al dito :
“Credo che il paese abbia più che mai bisogno di Napoli, di capirla fino in fondo, assorbirne la mentalità, la sua cultura del vivere, quell’affrontare l’esistenza con un’alzata di spalle, con la velata ironia che serve a mascherare la malinconia. Credo che abbia infinitamente bisogno della sua “filosofia leggera”, della sua arte, della creatività che riesce a esprimere nonostante tutto, la capacità di convertire il brutto nel bello, le difficoltà in successi, la vita in commedia e di “farsi bastare” la poesia delle piccole cose”.
Partendo dal terrazzo della casa paterna, in un palazzo scosceso sulla collina del Vomero, pagina dopo pagina, la penna di Lorenzo Marone, ci accompagna in un’ironica, divertente e sincera esplorazione della città in cui ognuno di noi, pur non avendo origini napoletane, potrà sentirsi degno cittadino. Perché Napoli ci appartiene, è una terra che fa parte delle nostre radici profonde.
“Napoli è una città silente, abulica, che spesso si fa i fatti suoi, indolente, ma quando arriva qualcuno da fuori che le vuole spiegare come vivere, allora si accende e sembra raccogliere l’energia del Vesuvio, come se anche il popolo avesse questo magma interiore pronto a esplodere e a diventare lava”.
Una lettura delicata e profonda nello stile inconfondibile dell’autore.
Non manca nulla: dalla nascita di Parhenope avvenuta nel 475 a.C. al Maschio Angioino, dal rito del caffè al mare, dalla fede calcistica alla superstizione dei napoletani che cammina a braccetto con la fede “siamo un popolo che aspetta sempre la ciorta”.
Ogni capitolo è una tappa, la cui sosta diventa necessaria, un’occasione per riflettere e stimolare le coscienze. Alla fine del lettura-viaggio si esce arricchiti e pieni di nuove consapevolezze.
Senza quell’ “atto d’amore” per la sua città e per la scrittura, Cara Napoli non avrebbe visto la luce. Lorenzo Marone fa un regalo a tutti, napoletani e non: un gioiello da custodire gelosamente.
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