La scrittura, intesa come possibilità di porre pensieri in un codice comprensibile per chiunque conosca la lingua di riferimento, è una delle conquiste più importanti dell’umanità. Grazie a lei è possibile trasmettere conoscenza, informazioni, pensieri e sensazioni, ma tutto questo è totalmente indipendente dalla carta a cui normalmente è associata.
Ammettiamolo: ogni volta che pensiamo alla scrittura la prima immagine che ci viene in mente è quella del foglio e della penna, così come magari il modo di dire “ferisce più la penna della spada”, nonostante il nostro rapporto con questi strumenti si assottigli ogni giorno che passa.
Perché prendere una nota su un post-it se possiamo segnarci la stessa cosa sul nostro smartphone? Perché scrivere i nostri pensieri su un diario se possiamo pubblicarli su Facebook/Twitter/Instagram? È questo lento passaggio dalla pagina stampata alla pagina web che sta facendo gridare alla crisi dell’editoria e alla morte cerebrale delle nuove generazioni.
Seguite il nostro ragionamento.
Come la stragrande maggioranza degli italiani, siamo in possesso di uno smartphone che, ovviamente, non usiamo solo per telefonare… anzi. Dal nostro telefono leggiamo notizie, mando messaggi e consumiamo quasi ogni forma di intrattenimento, dai video ai giochi, passando ovviamente per i libri.
La parte delle le notizie è ovviamente in diretto contrasto con l’acquisto di un qualsiasi periodico di informazione che, per ovvie ragioni, dovrebbe soddisfare lo stesso bisogno: scoprire cosa succede attorno a noi. Il problema per gli editori di questo tipo di media, che per semplicità incarneremo nei giornali, sta nel fatto che il passaparola è diventato talmente veloce ed efficiente che se una notizia finisce su di un giornale, c’è una grossa possibilità che questa sia vecchia di almeno un giorno.
È ovviamente più immediato condividere un link con un amico, chiedergli se ha già letto o sentito di un determinato evento, che prestargli una copia cartacea di un giornale per invitarlo alla lettura… lettura che spesso richiede anche più di un giorno. Non so se voi siate tra quelli che acquistano costantemente un giornale ma ti invitiamo a farlo, almeno una volta. Anche leggendo solo le notizie di tuo interesse, è molto probabile che ti serva più tempo di quanto tu ne abbia libero in un giorno.
La nostra non è una critica verso un mezzo, la carta stampata, che apprezziamo e di cui usufruiamo, ma una riflessione sul suo stato attuale. Come ogni campo, i fruitori crescono ed evolvono col tempo e pretendere che la fruizione del media rimanga costante è pura follia, ed è questo che sta pagando l’editoria classica e immobile. Le vendite dei giornali sono in calo non perché la loro qualità stia peggiorando, ma perché sono cambiati i lettori e il possibile pubblico a cui si rivolgono.
La risposta semplice che nasconde il vero problema è che è tutta colpa dei Millennials (che tra l’altro sono ormai di una se non due generazioni fa) che non hanno la cultura della lettura. Questo è errato! I ragazzi come gli adulti leggono ora più che mai, ma leggono cose diverse. Il problema vero è che l’editoria non ha voluto cambiare e, come in ogni campo, se non ti evolvi finisci per morire.
Proprio in quest’ottica non bisogna vedere il web come un nemico ma imparare a giocarci e a lavorarci, magari cercando di carpirne i punti di forza e portarli su carta. Alcuni ci sono riusciti, altri hanno adottato solo il peggio come i titoli clickbait, ma quantomeno una parte ci ha provato.
Ma i libri? I romanzi? Quelle finestre sul mondo che ci permettono di vivere diverse vite in una sola? Quelli esistono ancora e non vanno da nessuna parte, anche nella loro forma cartacea. Il lettore, soprattutto quello appassionato, ha sempre il piacere di sfogliare, sentire la carta sotto i suoi polpastrelli mentre legge le sue righe preferite, ma senza tagliare fuori il digitale.
Oltre una questione sensoriale, non si può tagliare fuori la comodità che contraddistingue le pagine virtuali. Un lettore seriale in viaggio ha enormi difficoltà a portare con se i romanzi o, più in generale, i libri che vorrebbe leggere, mentre può abbattere la questione spazio con un eReader e la questione tempo con gli audiolibri. Questi sostituiscono i libri cartacei? No, per il semplice fatto che dove peccano di comodità ne guadagnano di possibilità.
Un libro cartaceo non necessità di batterie per essere letto, non ha il problema di dover essere caricato ed è sempre disponibile a fugaci letture con un tempo di attesa pari a zero. Certo, ha bisogno di una certa luce per poter essere usato, ma affatica meno gli occhi nelle giorante di sole e può essere facilmente prestato o scambiato.
Ovviamente, gli eBook possono essere più facili da recuperare quando si parla di stampe limitate o di libri esauriti, sono subito tra le nostre mani se acquistati tramite internet, ma questi sono appunto pro e contro di due modi diversi di fruire della stessa cosa.
Tutto questo per arrivare dove? Al fatto che non è giusto additare le nuove generazioni per mancanza di cultura quando sarebbe più giusto parlare di cultura diversa. La lettura e la scrittura continuano ad essere parte del nostro mondo, continueranno a definirci ancora per moltissimo tempo e, ora come ora, sono alla portata letteralmente di tutti grazie ai mezzi fonriti da internet. L’editoria sta morendo? Vero, ma non è di certo colpa dei lettori!
Alessandro d’Amito
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