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HUMOR – LE VIGNETTE DI MARZO

Congiure, complotti e intrighi hanno sempre affascinato gli amanti della storia e della letteratura. Ecco perché abbiamo scelto una delle congiure più celebri della storia, quella delle “Idi di Marzo” e su di essa abbiamo realizzato una vignetta attuandola con uno degli eventi di cronaca più significativi dell’ultimo mese: la rivolta dei pastori sardi.

L’accostamento del moderno e dell’antico è, inoltre, il tema di un’altra vignetta, che ha per protagonisti un antico romano e il cliente di un negozio di vestiti con qualche problema… d’incomprensione.

Da un’idea di Luana Casalnuovo

Vignetta realizzata da Francesco Coscarella

Commento di Michele Porcaro

La rivolta dei pastori sardi è uno degli argomenti che più ha riempito le pagine di cronaca dell’ultimo mesi. A causa di una sovrapproduzione di pecorino rispetto alle quote stabilite dall’Unione Europea, il prezzo del latte ovino è diminuito sorprendentemente, arrivando a 55 centesimi al litro. I pastori sardi hanno realizzato che, con l’imposizione di quel prezzo, rischiavano di ricavare un margine di guadagno ridicolo o addirittura di andare in perdita. Per quel prezzo, tanto vale buttarlo il latte ovino. E dall’iperbole si è presto passati alla realtà: decine di pastori, per richiamare le attenzioni, hanno deciso di rovesciare per le strade litri e litri di latte, creando disagi non indifferenti. Se in un primo momento si pensava a una protesta passeggera, a Roma i vertici si sono resi conto che il problema è reale, tanto che l’argomento è arrivato nelle aule di Montecitorio e Palazzo Madama. Il 12 febbraio un nutrito drappello di pastori sardi ha addirittura portato la protesta di fronte al Parlamento. Con il nostro vignettista CosK ci siamo allora immaginati la protesta dei pastori sardi in una Roma… d’altri tempi! 

 

Vignetta ideata e commentata da Michele Porcaro
Realizzata da Peter92
Fin da piccoli, maestri e professori ci insegnano come scrivere con i numeri romani, sebbene da secoli oramai siamo abituati a far di conto tramite la numerazione araba.
Quello romano è un sistema di numerazione additivo e sottrattivo, ovvero a ogni simbolo o lettera  è associato un valore: il numero rappresentato è dato dalla somma o dalla differenza dei valori di ogni simbolo che lo compone.
Per farla breve, se noi per scrivere il numero novanta scriviamo 90, i Romani scrivevano XC, letteralmente “dieci per arrivare a cento”. Ma i Romani non furono i primi a utilizzare le lettere come numeri: già i Greci, infatti, utilizzavano le lettere del loro alfabeto come cifre del sistema numerale.
Se esistesse una macchina del tempo per tornare nell’antica Roma, sicuramente non faremmo troppa difficoltà a utilizzare il loro sistema di numerazione per contare. Ma se un antico romano viaggiasse fino alla nostra epoca, avrebbe qualche problemino.
La vignetta del nostro Peter ne è un esempio.
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