“Il tempo è una cosa che già esiste e nella quale noi ci inseriamo. Noi andremo via e il tempo resterà”.
Pino Daniele
Sono trascorsi quattro anni da quando Pino Daniele ci ha lasciati. Il 19 marzo avrebbe compiuto 64 anni e, la sua voce risuona ancora tra i vicoli di Napoli, nelle nostre case, nelle nostre vite.
Protagonista indiscusso della musica italiana, l’americano della nuova Napoli, è riuscito ad unire la lingua napoletana al blues e al jazz, uscendo da quei “vicoli dove non entra mai il sole” e raggiungendo negli anni le più importanti hit parade.
La sua voce ritorna nel documentario di Giorgio Verdelli, Pino Daniele – Il tempo resterà, prodotto da Sudovest con Rai Cinema e ora disponibile sulla piattaforma digitale RaiPlay.
Un viaggio non biografico ma prettamente musicale che parte dagli anni Settanta e arriva agli ultimi anni, prima della scomparsa avvenuta il 4 gennaio 2015, composto di immagini e di inediti live memorabili: da Pescara 1980 a Cava dei Tirreni con Eric Clapton del 2011, dal mitico e ineguagliabile live del 1981 con Tullio De Piscopo, James Senese, Joe Amoruso e Tony Esposito che riunì a Piazza del Plebiscito oltre 200.000 fan, a quello del 2014 all’Arena di Verona.
Un viaggio in bus (ribattezzato Vaimò, come il tour del 1981) – che attraversa la città di Napoli, per raccontare la vita dell’artista, il suo rapporto intimo e profondo con la città partenopea, la sua idea di musica in movimento perenne, che ha unito i ragazzi del Vomero a quelli di Scampia contribuendo a dare nuove sonorità alla tradizione napoletana in un linguaggio accessibile a tutti.
Le testimonianze di Jovanotti, Enzo Bosso, Stefano Bollani, Enzo De Caro, Giuliano Sangiorgi, Claudio Amendola, (un fan scatenato di Pino Daniele che il regista ha voluto come voce narrante), e tanti altri colleghi e amici, l’attenta e paziente selezione del materiale fatta dal regista Verdelli con Alessandro Daniele, come il filmato privato girato a casa di Massimo Troisi nel quale si vede il cantautore imbracciare la chitarra per presentare all’amico e regista Quando, diventato poi la colonna sonora della pellicola Pensavo fosse amore invece era un calesse, restituiscono il ritratto inedito di un nero a metà tra “appocundria”, musica e poesia.
Il Tempo Resterà non è la biografia di Pino Daniele, ma per certi versi gli assomiglia molto. Mi sono fatto guidare dalle canzoni e dalle frasi di Pino che sono diventate il filo conduttore del film documentario – afferma Giorgio Verdelli.
La cosa che mi colpiva, era vedere quei gruppi di ragazzi che piangevano mentre ci ascoltavano. Quella era la forza di Pino, delle sue composizioni, del suo amore per la musica mediterranea, forte come il sentimento che ci proponeva nel suo linguaggio. Con lui abbiamo trovato la nostra anima, abbiamo scoperto il sentimento nascosto della cultura napoletana – sostiene l’amico James Senese.
Riconosciuto d’interesse culturale nazionale e indicato come Progetto Speciale dal Ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo, con il Patrocinio di Siae, Il tempo resterà, è una preziosissima scatola di ricordi che commuove ed emoziona.
Più passa il tempo più ci manca, più ci manca e più è presente: Pino non fu, Pino è !
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