ATTUALITÀ

GRETA THUMBERG – LA RAGAZZA CHE VUOLE CAMBIARE IL MONDO

Quanto può esser pericolosa una ragazzina, Greta Thumberg, che da sola riesce a monopolizzare il mondo? Se l’idea di sensibilizzare il mondo su un tema sentito come l’inquinamento diventa un’onda emotiva che travolge l’opinione pubblica, diventa il punto di una critica che va oltre il semplice condividere o meno una battaglia morale, direi che la ragazzina diventa pericolosa. 

Perché ci mette di fronte alla nostra ipocrisia e alla nostra difficoltà nel comprendere che ci possa esser ancora qualcuno che abbia il coraggio di alzare la voce, anche metaforicamente, per tentare di cambiare le cose. Non le cambierà magari, ma Greta Thunberg  ha almeno scelto di non rimanere in disparte, di non limitarsi a lamentarsi nella sua camera ma ha scelto di farsi sentire, di dire la sua. 

E la ragazzina, che a 16 anni ha fatto paralre il mondo, è diventata il banco di prova della comunità internazionale. Per un secondo, andiamo oltre al ruolo che ha assunto Greta per la lotta ambientalista, visto che in che ruolo la hanno già analizzata sotto ogni angolazione possibile. 

Nei giorni caldi della manifestazione ecologista in Italia, ho preferito concentrarmi sulle reazioni dei suoi detrattori. Ed è stato illuminate, perché il nome di Greta Thunberg è diventato l’incarnazione di un gap generazionale che non intende smettere di separare diverse fasce di età che dovrebbero esser invece unite in certe lotte. 

Vi sfido, provate a leggere i commenti su internet dei detrattori di Greta Thunberg. 

Da chi ha cominciato a commentare acidamente sul suo aspetto alla sua presunta malattia, tutti hanno voluto cercare di sminuire l’idea demolendo il personaggio che ha dato origine ad una mobilitazione giovanile non da poco. Ed ecco quindi nomi noti che parlano di turbocapitalismo (Fusaro, chi altri?) o Rita Pavone che riesce a con due tweet a diventare il soggetto per una satira feroce che tira in ballo nientemeno che uno dei personaggi più amati di King, Pennywise.

E perché questa acredine? Ovvio, i giovani hanno aderito alla protesta perché era venerdì, solo per saltare un giorno di scuola. Di tutte le accuse mosse a questa giornata di protesta, questa è forse la più stupida, nata dal vizio solito di non approfondire l’argomento, ma lasciare che sia l’acidità e un malcelato senso di invidia a parlare. 

Sarebbe bastato informarsi sul perché si sia scelto il venerdì, comprendendone il valore non tanto per i ragazzi che hanno aderito, quanto per Greta Thunberg e la sua battaglia. Invece di comprendere e apprezzare il valore morale di questa battaglia, si è scelto di voler vedere il lato più ‘furbo’ della vicenda. Che siamo onesti, è sicuramente presente anche in un’iniziativa meritevole come questa, ma non può esser tutto ricondotto solo a quattro furbetti che contano di saltare una lezione. 

La verità è che siamo pronti ad accusare i giovani di non appassionarsi a nulla e di non curarsi del mondo, ma quando mostrano di aver a cuore un aspetto importante come l’ambiente, non li si prende sul serio, li si sminuisce. E non ci rendiamo conto che è questo atteggiamento che alimenta il divario generazionale, continuiamo a non prendere sul serio le generazioni future perché ci spaventa una ragazzina di sedici anni, perché ci ricorda che se noi non abbiamo avuto il coraggio di alzare la voce, c’è chi non si è limitato ad andare avanti, ma un venerdì mattina ha scelto di sedersi e dire basta. 

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