Ogni generazione elabora e agisce secondo valori specifici, credenze, convinzioni, modelli culturali, a seconda del periodo storico-sociale che vive negli anni della crescita giovanile, delineando poi una propria filosofia di vita, e potenziando capacità e competenze.
L’imprinting culturale a cui ogni generazione è soggetta, è fondamentale per tracciare i comportamenti che gli individui assumeranno sul posto di lavoro, come consumatori di un dato bene o servizio, e il proprio approccio alla comunicazione, nonché l’utilizzo che faranno delle tecnologie a propria disposizione, quindi anche il proprio comportamento sui social.
Capire come le varie generazioni si comportano e si differenziano tra loro è alla base della comprensione dei fenomeni sociali.
È utile, però, avere un quadro chiaro delle differenti generazioni , susseguitesi nel corso degli anni, e le caratteristiche peculiari di ognuna, nonché della presenza e dell’utilizzo che fanno dei social network.
Baby Boomers, nati tra il 1946 e il 1964
La generazione dei Baby Boomers ha vissuto il secondo dopoguerra, il boom economico degli anni ’50, le lotte femministe e le rivoluzioni per il riconoscimento dei propri diritti. È una generazione caratterizzata da persone molto dedite al lavoro, con redditi medio alti e una buona capacità di risparmio.
Il loro approccio alle nuove tecnologie è avvenuto in età adulta, principalmente per motivi lavorativi, per cui fanno della tecnologia un uso pragmatico, finalizzato all’invio di e-mail e comunicazioni di lavoro, prediligendo l’interazione face-to-face.
La loro presenza sui social network è mediamente bassa, ma una buona percentuale degli appartenenti alla generazione dei baby boomers è iscritta su Facebook. Non padroneggiando lo strumento le interazioni con gli altri utenti della piattaforma è scarsa, si limitano per lo più ad essere spettatori silenti.
Generazione X, comprende le persone nate dalla seconda metà degli anni 60 e i primi anni 80
La Generazione X vive il peso dei successi della precedente generazione e la crisi economica della successiva, di cui fanno parte i propri figli. Alla continua ricerca dell’affermazione di sé, i componenti di questa generazione vivono in modo apatico i cambiamenti, ma sono arrabbiati per il precariato e l’assenza di identità sociale.
È però, indubbiamente, la generazione con il più alto numero di laureati e aspiranti a ricoprire posizioni di lavoro di prestigio e professionalizzanti.
Dal punto di vista comunicativo sono i più attivi, poiché hanno direttamente vissuto le prime innovazioni tecnologiche, assistendo al passaggio di un modello comunicativo prettamente informativo, ad uno fatto di intrattenimento.
Sono stati i pionieri delle chat di gruppo, della costruzione di ambienti virtuali e dell’uso dei videogiochi. Padroneggiano social network come Facebook e Twiter, facendone un uso consapevole e mirato, conoscendone le dinamiche e le potenzialità degli stessi. Acquistano spesso online, ma sono attenti alle opinioni degli altri utenti. Pur conoscendo a fondo l’uso del PC e dei social, sono restii all’approccio con quelli più recenti.
Generazione Y, nati tra il 1980 e gli ultimi anni ‘90
I cosiddetti Millennials o Net Generation. È una generazione di iper-connessi, che vive direttamente il problema del precariato e la crisi economica degli ultimi anni, pagandone le conseguenze, ma mostrando un atteggiamento proattivo alla risoluzione dei problemi e ottimismo per il futuro.
Con una forte propensione al networking e alla personalizzazione dei contenuti da condividere, credono fermamente nella potenza comunicativa dello storytelling e nella sharing economy. È, infatti, la generazione degli startupper, che inventa possibilità lavorative, anche lì dove non ce ne sono; è la più propensa a spostarsi all’estero alla ricerca di nuove opportunità.
I Millennials sono molto selettivi nella scelta dei contenuti da visionare o ascoltare, difatti fanno largo utilizzo di piattaforme come Spotify e TV in streaming, come Netflix.
Sono il target obiettivo di molte aziende di comunicazione, essendo onnipresenti su ogni tipo di social(da Facebook, Instagram, Snapchat, WhatsApp, Twitter fino a YouTube), ma non è facile guadagnare la loro attenzione. Infatti la comunicazione tradizionale non ha appiglio sulla generazione nata con il guerrilla marketing. Non è semplice far breccia nei loro cuori di nativi digitali, ma se così fosse la condivisione è assicurata!
La Generazione Z, abbraccia i nati dopo il 2000
La generazione dei più piccoli è, sicuramente, quella che conosce internet, smartphone e ogni strumento multimediale, fin dalla prima infanzia. Tanto da essere anche chiamata iGen o Post Generation. Dalla spasmodica condivisione di post su ogni aspetto della propria vita.
È una generazione che dipende dalla tecnologia e non riesce a farne a meno, né conosce altre modalità di comunicazione. Non essendo avvezzi all’analisi testuale del messaggio informativo, prediligono le immagini, motivo per cui per i prodotti a loro destinati la comunicazione è visiva, d’impatto.
I social che principalmente utilizzano sono Instagram e Snapchat, facendo largo uso dello strumento delle Stories: immediate, personalizzate e di breve durata. Assolutamente banditi, e sconosciuti, Facebook e Twitter.
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