ATTUALITÀ

INTERCULTURA: NON SOLO UN VIAGGIO

Nell’era postmoderna, in seguito alla frammentarietà della vita, si attesta una profonda crisi educativa che investe tutte le istituzioni esistenti, in particolare famiglia e scuola. La stessa società post-moderna mostra due evidenti caratteri: è multiculturale e multietnica.

Da tale crisi educativa, scaturisce un indebolimento nella trasmissione di scale valoriali, inerenti concetti come la tolleranza, la condivisione, l’importanza delle diversità culturali.

L’intercultura, quindi, sembra essere la risposta a sostegno di un preciso progetto rivolto all’acquisizione e allo sviluppo di un pensiero aperto, flessibile, critico. Un pensiero capace di “migrare” verso le altre culture per riconoscere e comprendere le differenze e le analogie.

Non è più possibile, per un microcosmo, omologarsi esclusivamente al proprio principio interno di cultura, diversificandosi rispetto alle altre culture. Di fronte ad una nuova realtà di continua contaminazione tra civiltà diverse, occorre elaborare nuovi progetti educativi, volti all’apprendimento di concetti quali l’interculturalità, tramite esperienza diretta. Questo sembra essere il modo più efficace per sviluppare empatia, apprendere la complessità dei flussi migratori, intervenendo lì dove si ravvisa un’emergenza sociale, pertanto anche culturale.

Il concetto di interculturalità è molto ampio, ma possiamo provare a riassumerlo nel seguente modo: la ricerca del confine inesistente, ma che è da creare quando soggetti apparentemente inconciliabili si ritrovano a dividere uno spazio.

A sostegno della diffusione del concetto di interculturalità, nascono i programmi Intercultura all’interno degli istituti scolastici. Prendono questo nome nel 1977, quando si registra un cambiamento di rotta. Il fulcro del programma non si trova più negli scambi studenteschi in quanto tali, ma nell’educazione interculturale intesa come valore e strumento per appianare differenze culturali, la chiave di volta per raggiungere la pace tra i diversi popoli.

Prima di allora, a ridosso del primo conflitto mondiale, nasce l’organizzazione umanitaria denominata American Field Service (AFS). Siamo in Francia, un gruppo di volontari americani inizia a prestare soccorso ai feriti sui campi di battaglia. A questo movimento inizia ad aderire un numero cospicuo di giovani, dedite a salvare vite umane. Bisognerà aspettare il 1955 per assistere alla nascita di AFS Associazione Italiana. Ma prima di allora si era già dato avvio agli scambi per  studenti universitari, poi venne avviato il programma per gli studenti liceali. L’obiettivo era sempre quello di creare ponti tra culture, in un clima di serena condivisione.

Oggi è una fitta rete di attori sociali che collaborano tra loro, al fine di promuovere e sostenere gli scambi educativi internazionali. Partecipare al programma è un’esigenza che parte dalla consapevolezza che ogni identità culturale è fonte di arricchimento. E la conoscenza delle differenze culturali  di ogni popolo, aiuta a superare i pregiudizi, rispettandone le diversità.

Come funziona il programma Intercultura?

Viene indetto un bando di concorso pubblico, in cui vengono messi a disposizione più di 2000 posti per programmi di studio all’estero.

Il programma è suddiviso in quattro fasi, al termine delle quali si ottiene un certificato di attestazione delle competenze acquisite. Le fasi comprendono la selezione, la formazione pre partenza, il soggiorno all’estero, la formazione post partenza per i feedback finali.

Cosa significa aderire al programma Intercultura?

L’adesione al programma non si limita all’espletamento delle quattro fasi progettuali, il cui focus è la realizzazione del viaggio di studio all’estero. Partecipare al programma Intercultura significa entrare a far parte di una nuova famiglia, arrivando a condividere una scala di valori differente dalla propria, uscendo arricchiti dal confronto. Stimolerà le capacità necessarie per riconoscere le differenze culturali, fornendo gli strumenti comportamentali per adattarsi alle diverse situazioni.  Dà la possibilità di arricchire la propria rete relazionale, non solo tramite la conoscenza di un nuovo territorio e di una nuova comunità, ma anche tramite il riconoscimento dei propri limiti.

È, quindi, un percorso finalizzato alla ricerca di sé, otre che del proprio posto nel mondo. È un’occasione per guardare il mondo con occhi diversi, misurandosi con pensieri differenti dai propri.

L’esperienza che viene proposta è quella di un anno scolastico all’estero, o anche per periodi più brevi; il programma è rivolto agli studenti di un’età compresa tra i 15 e i 17 anni. È una rete internazionale che va ben oltre il programma di studi fine a se stesso: è un’esperienza di vita.


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