Partiamo da un presupposto fondamentale: immaginazione e fantasia non sono la stessa cosa.
L’immaginazione nasce nella mente del bambino quando è in grado di sintetizzare e rielaborare le impressioni del mondo esterno dentro il suo mondo interno, mentre la fantasia è un atto più spontaneo e giocoso, legato ad un processo creativo originale del pensiero, indipendentemente dall’esperienza empirica del reale.
Questa premessa è importantissima perché, prima di elencare i vari modi per riuscire a stimolare la fantasia nei bambini, c’è da sottolineare che nei primi tre anni di vita di un figlio è la madre l’unico soggetto in grado di potenziarne l’mmaginazione esponendolo, ad esempio, a diversi scenari cognitivi (dalle ninne nanne in lingue diverse, alle fiabe, al presentagli gli oggetti nell’ambiente circostante).
E’ stato proprio lo psicanalista britannico Donald Winnicott a sottolineare, infatti, come in questo primo stadio la mamma debba sostenere l’onnipotenza del bambino, ossia l’illusione che egli ha di poter creare una realtà esterna che risponda magicamente ai suoi soli bisogni.
Passati questi primi tre anni, la madre dovrà gradualmente venir meno a questo compito per far sì che il bambino si emancipi dalla sua presenza e si riconosca come entità distinta attraverso quelli che, sempre Winnicott, definisce oggetti transizionali come una bambola o la famosa copertina di Linus.
All’interno di uno spazio potenziale (un’area intermedia fra bambino e oggetto) il bambino non “in carenza” – cioè quello ancora legato morbosamente alla madre – può finalmente iniziare a vivere creativamente, partendo proprio da quegli oggetti fisici e reinventandoli creativamente.
Ne consegue, allora, che prima di stimolare la sua fantasia, è essenziale creare attorno al bambino un ambiente fertile affinché quella stessa creatività prosperi.
Detto ciò: come sviluppare la fantasia nei bambini?
Il GIOCO
Uno dei più bei saggi scritti sul gioco è dello storico-linguista olandese Johan Huizinga dal titolo Homo Ludens. Huizinga evidenzia come il gioco rappresenti un fattore pre-culturale imprescindibile per l’uomo. Anche tutti gli altri animali giocano perché il gioco è una categoria per interpretare ciò che accade nel mondo.
Dall’età di cinque anni, per ogni bambino il gioco dev’essere innanzitutto un atto libero, una porta aperta sull’Infinito.
Per i più piccoli il gioco è un’azione autotelica – cioè un’azione apparentemente fine a se stessa e provvisoria- esso deve procurare una gioia puramente istantanea, quasi musicale, per potersi trasformare -ma solo dopo!- in un atto poetico, cioè creatore di qualcosa.
Sono consigliati: un piccolo strumento musicale, una scatola di costruzioni, un foglio da disegno con dei pastelli, delle manipolazioni con la pasta-sale, della plastilina.
I LIBRI
Create una piccola libreria all’altezza del bambino nella sua cameretta affinché sia lui a decidere quando sfogliare i libri e farli suoi (evitate al contempo i libri da colorare perché lo farebbero sentire ingabbiato entro i limiti dei contorni delle figure).
Accanto alla piccola libreria, potreste aggiungere un mappamondo e dei regoli, per fare in modo che affini da solo la memoria imparando i nomi dei posti segnati o a far di conto grazie dalle combinazioni dei mattoncini.
Fate seguire il tutto con la lettura serale delle fiabe, magari proponendogli di inventare assieme il finale di una storia.
Secondo numerosi studi, giocare con meno oggetti possibili permette al bambino di conoscere a fondo i propri giochi, scoprirne tutte le potenzialità ed inventare nuovi modi di utilizzarli.
Il consiglio è a questo punto che il numero dei giochi non sia superiore a cinque unità o, almeno, non più di quelli che potrebbero essere contenuti dentro una cesta!
I LAVORETTI
Che sia cucinare dei biscotti assieme durante il pomeriggio, raccontando via via la storia di ogni ingrediente o realizzare, con carta e colla, micro-personaggi per il vostro teatrino dei burattini, l’importante è che qualsiasi lavoretto istruttivo non comporti regole didattiche severe che allontanerebbero il bambino da una interazione diretta con l’oggetto, che sia un piccolo mestolo di legno girato in una scodella piena di farina o dei fili di lana da aggiungere a piacimento come capelli alla marionetta!
GLI ESERCIZI CREATIVI CON LA MEMORIA VISIVA
Gianni Rodari nella sua “Grammatica della Fantasia” ha evidenziato come esistano vari esercizi in grado di stimolare la creatività in un bambino come ad esempio quello ispirato alle tecniche creative dei surrealisti francesi di prendere due parole a caso, che non hanno apparentemente nulla in comune, per mescolarle, sceglierle e,da lì, partire per creare un un racconto di fantasia. Oppure perché non tirare fuori dalla credenza tre oggetti un tazzone, una scatola e una molletta e proporre al bambino di trasformarli in qualcosa di diverso?
SCOPRIRE ED ESPLORARE LA NATURA
Lasciate che il bambino si sporchi le mani nella terra, scopra a livello tattile la Natura e la esplori con dei mini-giretti sulla bici a rotelle!
Coltivare e parlare ad una piantina o trasformare bottiglie di plastica in maracas, ad esempio, stimoleranno in lui non solamente la fantasia ma magari anche l’arte del riciclo creativo!
IL PROBLEM SOLVING O PENSIERO LATERALE
Il pensiero laterale è un atteggiamento che cerca di trovare delle soluzioni inedite per risolvere un problema. Questo tipo di ragionamento creativo e originale si può stimolare nel bambino lasciandolo libero di ragionare per conto proprio, non imponendogli ovviamente il nostro ragionamento quando troverà da solo delle soluzioni apparentemente senza senso.
Non a caso, come scrive Umberto Eco (e Poincaré qualche decennio prima), la creatività è “ars combinatoria”, cioè capacità di combinare in maniera inedita elementi che già esistono.
IL DOLCE FAR NIENTE
Il dolce far niente o ozio, che dir si voglia, è fondamentale per la creatività! Aiuta il bambino a spaziare con la fantasia, a riordinare i pensieri, a trovare soluzioni inedite ai propri dubbi. L’ozio gli insegna non solo cosa sia la meditazione ma quanto importante possa essere la solitudine, che è poi un elemento-base imprescindibile per incrementarne l’autostima e renderlo, in seguito, un adulto rilassato proprio perché da piccolo non si è messo a rincorrere mille attività una dietro l’altra!
IL PLURISENSORIALISMO
In Da cosa nasce cosa il designer Bruno Munari sottolineava l’importanza dell’esplorazione sensoriale nei bambini. Non solo la vista dev’essere al centro di una stimolazione fisica ma anche il tatto come percezione immediata delle cose.
Munari progettò alcuni dei primi giocattoli in gomma piuma animati dal fil di ferro, in grado di far assumere al gioco infinite posizioni per una sperimentazioni tattile e motoria.
Insomma, come scrisse Matisse, “La creatività richiede coraggio” e quindi sta ai genitori cogliere l’opportunità di rendere i nostri figli coraggiosi, un investimento per il futuro finalizzato a coltivare adulti sereni e, di conseguenza, dei cittadini migliori.
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