Esattamente un mese fa ci lasciava il grande Luciano De Crescenzo, l’ingegnere filosofo, scrittore, regista, attore e conduttore televisivo definito da Renzo Arbore
” maestro delle cose belle”.
Oggi avrebbe compiuto 91 anni.
Napoletano DOC, nacque nel quartiere San Ferdinando, nella zona di Santa Lucia, un anno prima della nascita, nel medesimo stabile, del grande Carlo Pedersoli, alias Bud Spencer.
Nella sua autobiografia dal titolo ”Sono stato fortunato” pubblicata da Mondadori poco più di un anno fa, De Crescenzo si racconta mettendosi a nudo, quasi come per chiudere il cerchio di una vita di successi letterari, rasserenando i suoi più fedeli lettori di come, al termini di una lunga ed intensa vita, si sentisse fortunato.
Ogni vita è caratterizzata da avvenimenti e incontri che la rendono interessante, ma se la vita è quella di un uomo che ha avuto la fortuna di nascere due volte, la prima come ingegnere e la seconda come scrittore, le storie da raccontare si moltiplicano.
Genio inarrivabile e incontenibile, grande filosofo e divulgatore acuto ma al contempo pungente ed ironico, ci lascia con le sue gargantuesche opere, tradotta in 19 lingue e diffuse in 25 Paesi, che lo hanno reso noto consacrandolo all’immortalità.
Ecco di seguito alcune curiosità dell’ umanista che ha fatto dell’ironia e della divulgazione le sue bandiere espressive, intingendo il tutto in un umorismo sapido e colto e traducendo la filosofia greca nel buonsenso comune.
CURIOSITÀ
1 Non molti sapranno che De Crescenzo, grande amanti della filosofia, della mitologia greca e della cultura classica in generale, era laureato in Ingegneria idraulica svolgendo la professione di ingegnere prima di dedicarsi alla scrittura diventando poi il personaggio che conosciamo.
2 Rischiò di non venire mai alla luce: i suoi genitori si sposarono in età avanzata e il loro matrimonio fu combinato da una nota sensale di nome Amalia ‘a Purpessa, storia narrataci nella sua ultima autobiografia sopra citata.
3 Ha lavorato nella ditta di guanti del padre (abile intagliatore di pelle).
4 Le sue opere sono di fama mondiale, tradotte in 19 lingue e vendute in 25 nazioni! È autore di 50 libri con oltre 18 milioni di copie vendute (7 in Italia!).
5 Chiamò il suo cane Conca, dal nome del luogo che tanto amava ( Conca dei Marini).
6 Non si è mai definito ‘credente’ ma ‘sperante’ in una vita oltre la morte.
Le Moire ( figure appartenenti alla mitologia greca alle quali lo stesso De Crescenzo dedica un capitolo nel suo best seller I miti Greci) , sono la personificazione del destino ineluttabile, il cui compito era tessere il filo del fato di ogni uomo, hanno reciso il filo esattamente un mese prima del suo 91° compleanno.
Sepolto nel cimitero di Furore, in Costiera Amalfitana, nella provincia di Salerno, De Crescenzo amava moltissimo la Costa d’ Amalfi, aveva casa a Conca dei Marini e frequentava molto Furore e Positano, dove era il vero e proprio testimonial della rassegna letteraria Mare, Sole e Cultura. Sulla bara qualcuno ha adagiato anche una sciarpa della squadra partenopea. Al termine del rito é stata diffusa la canzone napoletana «Era dè Maggio» molto amata dallo scrittore, basata sui versi di una poesia del 1885 di Salvatore Di Giacomo.
Nel corso dell’omelia è arrivata anche una notizia molto importante. L’assessore alla Cultura del Comune di Napoli Nino Daniele, intervenuto in rappresentanza della città e del sindaco Luigi de Magistris, ha annunciato che a Luciano De Crescenzo l’amministrazione comunale intitolerà una strada. Si tratterà, con ogni probabilità, di vico Belledonne, nel cuore del quartiere Chiaia, nella zona dei cosiddetti “baretti”, centro della movida partenopea.
“Al Niente preferisco l’Inferno, se non altro per la conversazione.”
I pensieri di Bellavista
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