Cari Adam & Eva,
sono Roberta e ho 25 anni. Sono una ragazza sveglia e non ho mai avuto problemi nel relazionarmi con le persone, soprattuto con il sesso opposto, aiutata sicuramente dal mio aspetto fisico e da una personalità audace. Solitamente nelle mie relazioni gioco un ruolo di primo piano, a volte addirittura predominante, restando sempre nei limiti delineati dal buon gusto e dalle buone maniere. Di recente ho intrapreso una relazione con un ragazzo, mio coetaneo, dall’animo schivo e a tratti timido.
Almeno apparentemente!
Prima che suggellassimo carnalmente il nostro legame sono intercorsi mesi tra l’amicizia e il flirt appena accennato. Ciò che non mi aspettavo è di ritrovarmi a letto una persona quasi completamente diversa da quella che credevo di conoscere.
Fino a non molto tempo fa non credevo che si potesse andare a cena con una persona e ritrovarsi a letto con un’altra ( se di personalità parliamo).
A cosa alludo?
Durante il nostro amplesso mi è capitato di scorgere il suo viso compiaciuto mentre osservava i sinuosi movimenti del corpo: il suo. Il non plus ultra è avvenuto quando nel vortice dell’estasi mi chiedesse conferme su quanto fosse sublime il piacere che il SUO ESSERE potesse procurarmi. Tutto ciò è sempre avvenuto in una cornice che rasenta la sceneggiatura di un film erotico tanto da farmi sentire attrice non protagonista di cult come ” Il postino suona sempre due volte” a ” L’impero dei sensi”.
Vorrei continuare a frequentarlo ma come faccio a far focalizzare la sua attenzione su di me distogliendolo da se stesso?
Cara Roberta,
di tutte le sciagure d’amore la maledizione del narcisista, probabilmente, è tra le peggiori. Ahimè, proprio di un Narciso si tratta.
Conosci il mito di Narciso?
Il mito in questione è sicuramente il più conosciuto della mitologia greca. Talmente famoso da diventare una parola di uso comune per indicare una specifica caratteristica dell’uomo: l’amore smisurato per se stessi. Si narra la storia di un giovane bellissimo che perde la vita perché si innamora perdutamente del suo riflesso.
«Sarà felice mio figlio?» chiese la madre di Narciso al veggente Tiresia, ed egli rispose: «Si se non noverit!». Sì, se non avrà conosciuto se stesso.
Il nostro consiglio è quello di distoglierlo da se stesso facendo irruzione sulla scena con tutta la forza che hai.
Le conseguenze potrebbero essere tragiche ma, dopo tutto, questa relazione è destinata a morire ”specchiandosi”.
@copyright foto copertina:
http://www.psicologo-a-torino.it/il-narcisista-e-lamore/
Categorie:MetisMagazine