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IL LUPO MANNARO: È SOLO UNA LEGGENDA?

Secondo la credenza popolare il lupo mannaro, o licantropo, era colui che, essendo stato attinto da una maledizione, nelle notti di luna piena si trasformava in un essere a metà tra uomo e lupo e attaccava persone e animali per cibarsi delle loro carni e del loro sangue. A loro volta coloro che venivano morsi dal lupo mannaro e ad esso sopravvivevano, si riteneva venissero colpiti dalla sua stessa maledizione e diventassero anch’essi licantropi.

Il licantropo non è una creatura della tradizione folcloristica moderna; sebbene il termine lupo mannaro sia divenuto di comune dominio solo intorno al 1500, le origini di questa figura sono molto più antiche e affondano le proprie radici in epoca più remota.

Si pensi che già Petronio ne parla nel Satyricon, in particolare nel racconto della cena a casa di Trimalcione, durante la quale i commensali hanno modo di apprendere dal liberto Nicerote di un terrificante incontro faccia a faccia con un lupo mannaro in un cimitero deserto.

Al lupo mannaro fa riferimento anche Ovidio nelle sue “Metamorfosi”, opera nella quale si racconta una delle leggende più famose sui licantropi, il mito di Licaone.

Licaone era figlio di Pelasgo e dell’oceanina Melibea. Secondo la mitologia greca Giove, avendo appreso della cattiveria del re Licaone, decise di scendere dall’Olimpo sulla terra travestito da comune mortale per verificare quanto aveva udito.

Una volta giunto nel regno del sovrano Licaone, decise di chiedergli ospitalità e rivelò al sovrano mortale la sua vera identità; ma Licaone, non credendo alle parole di Giove, per verificare se colui che gli chiedeva accoglienza fosse davvero una divinità, decise di organizzare un banchetto in onore del suo speciale ospite e di servirgli le carni in parte arrostite e in parte bollite di un altro essere umano (secondo una certa versione della leggenda si trattava delle carni di suo nipote Arcade). Giove si infuriò per il disgustoso affronto ricevuto e decise di fulminare Licaone e 49 dei suoi 50 figli. Solo Nittimo scampò all’ira di Zeus e poté così succedere al padre alla guida del regno.

La versione di Ovidio si discosta parzialmente dal mito greco e vede, invece, Licaone non già annientato da Giove, ma da questi condannato alla trasformazione in una bestia feroce, un lupo destinato a procacciarsi carne umana per poter sopravvivere e a vivere in assoluta solitudine, lontano dagli altri esseri del creato.

Le leggende e le storie sul lupo mannaro sono davvero molte e ognuna di esse si differenzia nei dettagli a seconda del luogo e della cultura in cui è nata ed è stata tramandata.

Secondo le popolazioni slave si diventava licantropi dopo aver ingerito il cervello di un lupo o per aver bevuto da un’orma lasciata in terra da un lupo. In altri paesi si credeva si potesse diventare licantropi trascorrendo la notte con il volto illuminato dalla luna piena. In altri luoghi, ancora, si veniva colpiti dalla maledizione del lupo mannaro se si era l’ultima di sette figlie femmine oppure se si veniva al mondo nella notte di Natale.

Nei Paesi dell’est dell’Europa, poi, vi era una particolare affinità tra la figura del lupo mannaro e quella del vampiro, tanto da ritenere quest’ultima creatura la fisiologica evoluzione della prima; i licantropi che morivano secondo tali culture diventavano automaticamente vampiri e continuavano a ricercare sangue umano di cui abbeverarsi sotto le loro nuove sembianze.

Ma al di là delle leggende e dei miti più o meno macabri legati alla figura del lupo mannaro, preme ed è possibile dare una spiegazione scientifica al fenomeno attraverso il quale un uomo possa “assumere le sembianze” di un lupo.

L’ipotesi più accreditata è quella legata a una malattia genetica rara denominata ipertricosi congenita dell’X detta anche Sindrome di Macias Flores-Garcia-Cruz-Rivera.

Secondo la definizione riportata da Orpha.net “L’ipertricosi generalizzata congenita legata all’X è una forma estremamente rara di ipertricosi lanuginosa congenita, una malattia della cute, caratterizzata da un eccesso di peli su tutto il corpo nei maschi e dalla presenza in eccesso e in forma asimmetrica dei peli nelle femmine. Si associa a lievi dismorfismi facciali (narici anterverse, prognatismo moderato) e, limitatamente ad una famiglia, ad anomalie dei denti e alla sordità”.

Nell’ambito di tale malattia genetica si colloca la cosiddetta Sindrome di Ambras conosciuta proprio con il nome di Sindrome del lupo mannaro; si tratta di un sottotipo di ipertricosi il cui primo caso fu descritto nel XVII secolo dal naturalista Ulisse Aldrovandi.

Copyright foto: https://www.tn8.tv/entretenimiento/419942-aparece-hombre-lobo-nicaragua/

Lo studioso bolognese ebbe modo di valutare, in Francia, il caso di una famiglia spagnola, originaria dell’arcipelago delle Canarie, il cui capostipite e alcuni altri membri furono colpiti da questa particolarissima e quanto mai insolita condizione clinica.

I ritratti dei membri della famiglia spagnola furono ritrovati nelle vicinanze di Innsbruck, all’interno del castello di Ambras e da ciò prese il nome la sindrome.

Inutile dire che la sindrome di Ambras, della quale si registrano poche decine di casi in tutto il mondo, senza peraltro un particolare collegamento al sesso, né all’area geografica di provenienza, pur non determinando problemi endocrini come avviene per altre forme di ipertricosi congenita, presenta conseguenze psicologiche drammatiche per chi ne è affetto, costringendo chi soffre della patologia a una vita di totale isolamento e di mancato contatto con altre persone.

Ma c’è anche chi non drammatizza e anzi fa di necessità virtù. L’uomo raffigurato nella foto poco più sopra si chiama Alex Azuara, è nativo del Messico e vive in Nicaragua.

Alex è affetto da ipertricosi congenita, ma ha deciso di non vivere la sua malattia come qualcosa di irrimediabile e ha piuttosto optato per l’incarnazione di un uomo lupo un po’ diverso dall’immaginario collettivo. Così egli si è unito a un circo nel quale lavora come intrattenitore proprio grazie al suo aspetto; e come se ciò non bastasse nel corso degli anni è diventato anche un motivatore personale per quanti non riescono ad accettare le proprie sembianze e ciò che la natura ha riservato loro.

In fondo l’aspetto fisico non è tutto nella vita e la storia di Alex insegna che ci si può voler bene e si può vivere in armonia con il proprio corpo anche se questo non è un contenitore perfetto!

Copyright foto in evidenza: https://www.goticomania.it/vampiri/licantropi-lupi-mannari-medio-evo.html/

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