Quando pensiamo all’Italia, il pensiero va in via automatica alle prelibatezze della tavola ed alla cucina mediterranea, modello culinario decantato, e a dire il vero anche un pò invidiato, dal resto del mondo.
E si sa, quando si parla di cucina mediterranea, la regina incontrastata degli alimenti è decisamente Lei, la pasta!
Ma se è vero che di tipologie e varietà di pasta ce ne sono moltissime, è altresì indubbio che guardare all’eccellenza nel settore pastaio, significa rivolgere lo sguardo alla Campania ed in particolare alla località di Gragnano, dove la pasta segna una tradizione risalente addirittura ai tempi degli antichi romani.
Già in epoca romana, infatti, a Gragnano e dintorni si macinava il grano; le acque del torrente Vernotico scendevano lungo la “Valle dei Mulini” ed azionavano le pale che macinavano le messi in arrivo via mare dalle colonie romane.
Dalle farine così ottenute si faceva il pane, che era poi distribuito nei vicini centri di Ercolano e Pompei.
Ma una tradizione pastaia vera e propria a Gragnano nacque intorno al XVI secolo, quando nella località campana comparvero i primi pastifici, inizialmente a conduzione familiare.
La produzione di pasta, a partire da tale periodo, si diffuse sempre più, tanto che agli inzi dell’Ottocento Gragnano contava circa settanta pastifici con una produzione in costante crescita.
L’exploit per la città di Gragnano si ebbe però più tardi, nel 1865. Il 12 luglio di quell’anno, infatti, Ferdinando II di Borbone, allora re del Regno di Napoli, concesse ai fabbricanti di pasta gragnanesi, in occasione di un pranzo a corte, il privilegio di fornire ai commensali tutte le paste lunghe che producevano.
Da allora Gragnano divenne famosa per essere la “Città dei Maccheroni”.
Ma al di là delle contingenze fortunate, v’è da dire che Gragnano è di per sé un luogo naturalmente vocato alla coltivazione del grano duro, complice il clima mite e leggermente umido che rimane equilibrato tutto l’anno; grazie ai differenti livelli altimetrici in cui si sviluppa il territorio; e grazie altresì alla purezza dell’acqua che scorre dal Monte Faito e che viene utilizzata dai pastifici locali nella lavorazione delle farine proprio per la sua composizione scarsa in cloro.
Tutti questi elementi, e naturalmente la sagacia e l’intraprendenza degli abitanti del luogo, hanno consentito alla pasta di Gragnano di puntare all’eccellenza.
Così a partire dal 2003 i produttori locali si sono consorziati per fare massa critica e consentire al prodotto di punta della zona di acquisire il più che meritato prestigio di cui gode oggi.
Il Consorzio Gragnano Città della Pasta è nato con l’obiettivo di tutelare e rilanciare il prodotto Pasta di Gragnano I. G. P. in Italia, in Europa e nel mondo, anche al fine di promuovere, attraverso l’allocazione di un prodotto rigorosamente made in Italy, un modello alimentare ed uno stile di vita salutari e corretti.
Attraverso l’azione sinergica dei pastifici fondatori del Consorzio è stato possibile nel 2013 ottenere il primo riconoscimento comunitario che ha condotto la pasta di Gragnano ad ottenere l’indicazione geografica protetta e la denominazione di origine protetta.
Ciò ha consentito a questa eccellenza della tavola italiana di entrare a far parte di un patrimonio gastronomico da proteggere in maniera sempre più stringente da eventuali contraffazioni e da promuovere nel mondo come baluardo della buona alimentazione.
Con queste premesse, non stupisce affatto che nel corso di questi ultimi anni il Consorzio si sia espanso ed abbia via via espresso un potenziale rappresentativo sempre maggiore delle realtà artigiane della zona di Gragnano, dove il grano, a quanto pare, ha il sapore, il colore ed il valore dell’oro.
Davvero bella l’Italia, buona pasta a tutti!
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